Viaggio nella storia dell’industria e del lavoro

A Brescia nasce il Musil, un museo che racconterà il cammino dell’Italia industriale dalle origini a oggi
La storia dello sviluppo industriale e la memoria dei cicli produttivi è nei documenti e nei reperti storici che saranno esposti al Musil di Brescia, il Museo dell’Industria e del Lavoro dedicato a Eugenio Battisti, pioniere dell’archeologia industriale. Un museo che racconterà, attraverso una serie di poli espositivi, il cammino dell’Italia industriale dalle origini ad oggi: macchine, volumi e installazioni multimediali saranno gli strumenti attraverso i quali intraprendere il viaggio nella storia dell’industria e del lavoro, principali forze motrici del processo di modernizzazione che ha interessato il nostro Paese. A raccontare i mutamenti del sistema produttivo, a cavallo tra innovazione e tradizione, sarà un ricco patrimonio documentale composto da migliaia di reperti e cimeli provenienti da alcune delle principali imprese che operano nel distretto bresciano e in Italia, e raccolti dalla Fondazione Micheletti e dalla Fondazione Civiltà Bresciana.
Per esporli il Museo ha individuato un’ area dimessa di sedicimila metri quadrati ai margini della città storica, un tempo teatro di sviluppo della prima industrializzazione bresciana: qui saranno esposti immagini di processi produttivi e macchinari di un’epoca, il Novecento, che ha segnato la fi ne dell’Italia contadina e ha visto affermarsi la civiltà dei consumi, tra guerre e mobilitazioni collettive, senza tuttavia dimenticare il processo di innovazione che ha interessato l’industria negli ultimi decenni. “Partendo dalla prima metà dell’Ottocento – spiega Pier Paolo Poggio, direttore del Musil – si arriva fino ai giorni nostri, con l’allestimento di una galleria di circa mille metri quadrati dedicata all’innovazione. Nella sede centrale sarà anche possibile ripercorrere il processo dello sviluppo industriale attraverso installazioni multimediali dedicate alla storia manifatturiera di Brescia”. E a partire dall’inizio di quest’anno sono stati avviati i lavori per realizzare le altre facce del Musil, il primo caso di museo dinamico che si struttura attraverso una sede centrale in città e una rete di antenne sul territorio, dalla Franciacorta alla Valle Camonica. “L’articolazione del museo ovviamente non è casuale – precisa Poggio -, ma emblematica della storia dell’industrializzazione nella zona di Brescia e dintorni, da sempre un’area polisettoriale per via dell’alta concentrazione di industrie appartenenti a diversi settori”. Fulcro del museo sarà la “Città delle macchine”, in fase di allestimento a Rodengo Saiano e destinata ad accogliere su oltre tremila metri quadrati di superficie più di duemila macchine utensili: dai primi telai alle cucitrici, dai trasformatori elettrici alle macchine tipografi che. Nel quartiere di San Bartolomeo, alle porte di Brescia, invece, troverà spazio un allestimento di oltre cinquecento metri quadrati ricavato nell’ambito di una vecchia fucina: un vero e proprio “Museo del ferro” nel quale si riflettono i caratteri e l’atmosfera di un antico ambiente di lavoro legato al sapere artigiano che è stato alla base della nascita della grande industria.