Brava, coraggiosa e premiata. La lady della nautica al timone di Sessa Marine
A capo di due aziende con oltre 500 dipendenti, nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente Napolitano, capace di investire anche nei momenti di crisi: l’avventura di Raffaella Radice, tra sogni futuri e memoria della tradizione
Nell’anno del cinquantesimo anniversario della sua azienda, è stata nominata Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica e oggi continua a restare al timone dell’impresa costruita dal nonno nel 1948. Raffaella Radice, presidente di Sessa Marine, una delle griffe più conosciute della nautica made in Italy, porta avanti il sogno del proprio marchio e dei propri prodotti, puntando su investimenti, qualità e professionalità per uscire in piedi dai venti di crisi.
A 25 anni si è trovata a capo di due aziende con più di 500 dipendenti. Come ha affrontato quella sfida importante? Fortunatamente ero giovane e avevo tutti gli entusiasmi, la forza e l’incoscienza di una ventenne. Sapevo fin da piccola che la Sessa Marine sarebbe stato il mio destino, è sempre stato il mio primo amore ma non era naturalmente previsto un ingresso così immediato. Il passaggio di testimone non è stato assolutamente traumatico. Mi ha sconvolto molto di più la morte di mio padre a cui ero legatissima.
Come ha visto cambiare il mercato della nautica in questi anni?
Tantissimo, soprattutto se parliamo del mercato della nautica di plastica. Questo tipo di produzione ha permesso di creare delle serie e aprire le porte a un nuovo concetto di nautica più popolare. Noi arriviamo dal settore della plastica e vetroresina e siamo entrati nella nautica credendo nella sua crescita a pensando che fosse un settore in grado di fare grandissimi numeri. Personalmente ci siamo indirizzati verso la nautica minore per fare industria: i primi anni abbiamo realizzato migliaia di barche piccole, investendo sul design e lavorando molto sulla struttura e questo è stato molto apprezzato. Con il passare degli anni la nautica ha perso quel suo essere popolare per due ragioni: le difficoltà legate ai posti barca e l’aumento dei costi. Inoltre questo tipo di lavorazione non crea una barriera all’entrata, in molti possono costruire barche, ciò che fa la differenza è la qualità. Il mercato, soprattutto quello italiano, si è quindi sminuzzato in tante iniziative locali e questo non ha permesso alle industrie di diventare importanti. Crescono solo quelle realtà che fanno imbarcazioni molto grandi e quindi dove si fanno investimenti. Così abbiamo deciso di puntare alla crescita, pur rimanendo su barche di serie. Solo ultimamente stiamo facendo barche sopra i 20 metri.
Qual è il vostro target di riferimento?
Noi facciamo barche per il ceto medio alto e non solo perché abbiamo anche imbarcazioni da 6-7 metri che sono molto apprezzate da chi ama il mare. Facciamo ricerca, stile, design e cerchiamo di far emergere qualcosa di nuovo. L’utente a cui ci rivolgiamo non è il grande lusso, ma una categoria di persone che apprezza lo stile, la linea e cerchi qualcosa di più della barca
Quanto il vostro mercato è rivolto all’Italia e quanto all’estero?
Esportiamo per circa il 60, 70 per cento, soprattutto in Francia, Spagna e Croazia. Da poco c’è anche l’America che sta cominciando a funzionare.
Avete concluso i lavori di ampliamento dello stabilimento di Cividate al Piano in provincia di Bergamo e raddoppiato gli impianti a Roccelletta di Borgia in provincia di Catanzaro e dall’ottobre 2006 siete presenti negli USA. Qual è il segreto di un successo di una crescita che dura nel tempo?
Siamo cresciuti bene, nell’ordine del 20 per cento l’anno. Non abbiamo mai fatto acquisizioni e non ci siamo fatti acquisire, al contrario abbiamo pensato a come eravamo capaci di crescere noi. Il mercato in questo ci ha aiutato. Adesso dovremo affrontare anni di riposizionamento che non fanno male.
In questi anni ha visto tantissimi yacht uscire dai suoi cantieri. Ce ne è uno in particolare che le è rimasto nel cuore?
Quando si arriva alla mia età si guarda molto indietro. Se ho delle emozioni sono legate alla mia gioventù. Il “52” è una barca che mi piace molto oppure la Mambo, una tra le prime barche che abbiamo lanciato e hanno avuto successo anche a livello europeo.
Uno dei punti forti è il legame forte con la famiglia. Lo dimostra il fatto che state vivendo la terza generazione e non si avvertono segnali di indebolimento…
La forza della famiglia è importante anche se quando si arriva a una dimensione come la nostra bisogna avere l’umiltà di fare un passo indietro e affiancare manager a cui dare competenze e fiducia.
Cosa ha significato per lei il riconoscimento ottenuto dalle mani del Presidente Napolitano di Cavaliere del Lavoro?
È stato molto emozionante perché non me lo aspettavo e l’ho saputo proprio per caso. Un sabato pomeriggio, mentre ero a casa, mi ha chiamata un giornalista complimentandosi per il riconoscimento ottenuto. Non ne sapevo nulla e sono rimasta veramente entusiasta.
Cosa pensa che l’abbia premiata?
Mi ha premiato essere donna, lavorare in un settore che fa immagine, che da molto lavoro e che in questo momento piace. Inoltre penso sia stata riconosciuta la costanza che ho dimostrato di avere in questi anni.
Lei è cresciuta in un clima fortemente dominato dal lavoro, dal senso del dovere, dalla passione imprenditoriale. Pensa sia cambiato qualcosa oggi? come vede i giovani che si affacciano al mondo imprenditoriale?
Il mondo dei giovani è diviso in due: da una parte ci sono ragazzi bravissimi, con tanta forza di volontà, che hanno scelto di essere i migliori mantenendo l’umiltà. Dall’altra parte ci sono giovani che non hanno capito che è il lavoro quello che conta, non i diritti. Insomma due modi diversi di vedere la vita.
Il mondo della nautica è costellato da decine di fiere. Quale considerate essere la più importante?
La Fiera di Genova sta diventando il più bel salone d’Europa. Gli unici limiti sono legati alla città per l’insufficienza di strutture e strade. Per quanto riguarda le altre manifestazioni, ogni anno partecipiamo a: Cannes che resta un buon salone. Seguono Barcellona, Parigi, Southampton, Londra, Düsseldorf e altre piccole realtà quale Napoli. Ci sono poi i numerosi saloni americani, per il momento noi ci concentriamo su Fort Lauderdale e Miami.
Come reagirete a questa situazione di crisi?
Stiamo andando avanti sul nostro programma di investimenti perché come dicevo prima è la novità quella che fa parlare, che tiene alta l’attenzione. Stiamo mettendocela tutta per uscire indenni da questa tempesta.
Il ritratto
Nata a Milano nel 1940, Raffaella cresce in un clima fortemente dominato dal lavoro, dal senso del dovere, dalla passione imprenditoriale del padre fondatore della SACI , l’azienda di famiglia che opera nel settore dello stampaggio di materie plastiche e produce resine per vernici. Nel 1958, il padre fonda una nuova società, la SESSA per la produzione di manufatti in resina rinforzata col vetro. Raffaella si appassiona a questo nuovo progetto tanto da abbandonare l’università per partecipare allo start up di questa nuova realtà, e si trasferisce a Sessa Aurunca, dove acquisisce una esperienza unica sul campo nella gestione d’impresa. Rientrata dopo qualche anno a Milano e sposatasi con Roberto Radice, Raffaella continua la sua attività in azienda fino a che, nel 1965, poco dopo la nascita del primogenito Massimo, la morte improvvisa del padre cambia la sua vita. A 25 anni, infatti, Raffaella è responsabile di due aziende con più di 500 dipendenti. Sono anni difficili che Raffaella e Roberto affrontano con coraggio e determinazione. Anni di scelte importanti come entrare nel settore nautico, che cambierà la connotazione industriale della società. Presidente di Sessa Marine dal 17 gennaio 1966, col passare degli anni mantiene il suo ruolo collaborando attivamente col marito e poi con i tre figli, che progressivamente fanno il loro ingresso in azienda. Oggi Raffaella, quale Presidente di Sessa Marine, svolge la funzione di responsabile amministrazione e finanza. In giugno Raffaella è stata nominata dal Presidente della Repubblica Cavaliere del Lavoro. Tale prestigioso riconoscimento premia il costante impegno di una vita dedicata all’azienda di famiglia.
Testi di Laura di Teodoro