Made in Italy: le imprese puntano a rafforzare i mercati esteri
La crisi non spaventa le imprese del Made in Italy, anzi, le spinge a consolidare e sviluppare la propria attivita' all'estero con modalità più innovative. Emerge da un'indagine condotta da Assocamerestero e Unioncamere
Rispondendo ad un'indagine sull'andamento dei prodotti italiani all'estero alla luce della crisi mondiale, condotta da Assocamerestero e Unioncamere con il contributo di 62 Camere di Commercio Italiane presenti in 42 Paesi e presentatadurante il X Meeting dei Segretari Generali delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE). I rappresentanti degli oltre 24mila imprenditori collegati alle CCIE indicano il consolidamento e la crescita delle attività come le principali strategie di risposta alla crisi dei mercati adottate dagli imprenditori italiani nel primo semestre del 2009 (indicate rispettivamente dal 44% e dal 30% degli intervistati (per un totale del 74%), mentre solo per il 26% si registra una riduzione della presenza sui mercati esteri).
''L'economia italiana – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – esiste in quanto le nostre imprese riescono a internazionalizzarsi. Non abbiamo alternativa per far crescere il Paese. Il Sistema camerale lo sa bene e risponde in modo molto concreto, sostenendo la vocazione all'internazionalizzazione di tante piccole imprese che, da sole, non riuscirebbero a raggiungere i mercati esteri. Lo scorso anno abbiamo coinvolto oltre 4mila imprese in 14 mila incontri B2B attraverso missioni, fiere e interventi personalizzati, mettendo a disposizione quasi 70 milioni di euro, il 40% dei quali destinati alla formazione degli imprenditori italiani e di manager stranieri. E' anche grazie a questo impegno che l'immagine del brand Italia nel mondo non conosce crisi. Certo, il nostro modello promozionale deve fare un salto di qualita' in termini di coordinamento e di efficacia delle azioni. Al Governo, all'Ice e a tutti gli altri attori istituzionali rinnoviamo la disponibilita' di tutto il Sistema a collaborare ancora piu' strettamente, nel rispetto delle specializzazioni di ciascuno''.
''I risultati dell'indagine mostrano che l'imprenditoria italiana ha saputo rispondere alla crisi meglio degli altri Paesi, scegliendo i mercati e i prodotti che in questa congiuntura sono piu' promettenti – afferma il presidente di Assocamerestero, Edoardo Pollastri – per il 70% dei nostri osservatori all'estero, infatti, la posizione dell'Italia come partner d'affari e' rimasta invariata nel primo semestre del 2009 e addirittura per un 15% e' migliorata. Un segnale pero' emerge chiaramente: la partita sui mercati esteri si puo' vincere solo attraverso un gioco di squadra, con tutti i soggetti della promozione, impegnati a livello nazionale e locale, e una buona strategia d'attacco, fatta di maggior credito alle aziende, di una promozione mirata del nostro Paese e, soprattutto, di una profonda conoscenza dei mercati internazionali che in questo momento offrono le maggiori opportunita' di investimento, da poter veicolare alle imprese. E proprio su questo aspetto le CCIE, in qualita' di soggetti binazionali radicati sui territori esteri, possono dare un contributo strategico e qualificato''.