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Cent’anni di storia per Boldrocchi

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Marchio storico per la Monza e Brianza, ha spento le sue prime 100 candeline. Oggi l’azienda conferma la sua leadership mondiale nella produzione di impianti per il trattamento dell’aria destinati ai maggiori gruppi industriali del pianeta

Un marchio storico per la Monza e Brianza, un marchio forte di cento anni tra primati e successi. La Boldrocchi, azienda tra i leader mondiali nella produzione di impianti per il trattamento dell’aria destinati ai maggiori gruppi industriali, ha spento le sue prime 100 candeline da quel lontano 1909, anno in cui Luigi Boldrocchi fondò le omonime offi cine termomeccaniche a Milano. Solo successivamente vennero trasferite a Biassono. Forte di un fatturato di poco più di 110 milioni, (+ 400% negli ultimi dieci anni), di un organico di 300 persone, di cui 90 ingegneri, e stabilimenti anche in Francia, Germania, Stati Uniti e India, la Boldrocchi vuole allargare i propri orizzonti verso i mercati emergenti. Come spiega il general manager dell’azienda, l’ingegnere Marco Balio, “l’azienda da sempre si rivolge a un mercato di nicchia che paga la tecnologia e una qualità maggiore; le forniture sono esclusivamente su commessa per le specifiche esigenze di una clientela internazionale, molto varia e presente in tutti i principali settori industriali”. L’azienda è stata fondata nel 1909 da Luigi Boldrocchi, nonno di Massimo, attualmente alla guida del Gruppo; produce sistemi di raffreddamento dell’aria, scambiatori di calore, attrezzature contro l’inquinamento acustico e per il controllo della qualità dell’aria utilizzati nei diversi settori, dall’energy al siderurgico, dal cementiero al petrolchimico fi no a quello dei fertilizzanti o della cantieristica e del marine. Nei cento anni di vita il gruppo Boldrocchi ha lavorato con clienti come Fiat, Barilla, Perugina, la Marina Militare, il teatro La Scala e più recentemente Abb, Ansaldo, Agip, Alstom, Buzzi, Cementir, Dow Chemical, Endesa, Eni, Enel, Esso, Fincantieri, Ilva, Italcementi, Kuwait Petroleum, Riva, Saras, Technit, Toshiba. 

“Nonostante la crisi -prosegue Marco Balio – l’azienda continua a puntare sull’innovazione, internazionalizzazione soprattutto verso i mercati emergenti tra cui la Cina, l’India, dove nel 2005 abbiamo aperto un uffi cio a Delhi e nel 2007 lo stabilimento di Chennai, l’ex Madras, il Brasile dove vorremmo creare delle join venture e la Russia dove però i tempi non sono ancora maturi. Altri territori dove c’è ricchezza di energie e dove il livello di attenzione resta alto, sono il Nord Africa, l’Iran, l’Iraq e l’Arabia Saudita”. L’azienda deve all’export il 75% del fatturato. L’internazionalizzazione è stata infatti il trampolino che ha permesso alla Boldrocchi di superare la crisi degli anni Ottanta innescata dal referendum del 1987 sul nucleare. I ventilatori industriali della Boldrocchi erano infatti molto richiesti nel settore dell’energia nucleare. Di fronte a un mercato italiano che iniziava a stare stretto quindi, l’azienda iniziò ad ampliare il proprio perimetro di azione “grazie all’intelligenza e all’azione di Carlo Gandini – spiega l’ingegner Balio, – ai tempi direttore tecnico dell’azienda. Vennero così aperti gli stabilimenti in Germania, Francia e Inghilterra”. In Italia il Gruppo Boldrocchi è strutturato in 4 stabilimenti: due a Biassono, uno ad Arcore, uno a Solaro, nel Milanese. Lo stabilimento di Biassono occupa una superficie di 30mila metri quadrati.

A questa realtà nel 1997 si è aggiunta l’unità produttiva De Cardenas Ventilazione di Arcore con area coperta di 9mila metri quadrati, in cui è stata realizzata una trale più grandi sale prove per ventilatori per una potenza installata di 1000 kW. Settanta tecnici sono attivi nelle quattro principali linee produttive: ventilazione, scambio termico, insonorizzazione industriale, disinquinamento dell’aria. “Ciascuna delle quattro aree – spiega Marco Balio – ha un proprio responsabile e un proprio organigramma. Sono quattro settori distinti con la proprio area di Ricerca e Sviuppo dettata dalle richieste specifiche dei clienti”. Nel futuro dell’azienda gli obiettivi non cambiano, come spiega il general manager: “Siamo sempre proiettati nel futuro. Continueremo a seguire i nostri clienti con attenzione e rispondendo alle singole esigenze; ci concentreremo molto sui servizi post vendita; l’intera attività continuerà a muoversi in tutte le parti del mondo, dall’India al Brasile”. La lunga strada su cui continuerà a correre l’azienda è segnata da strategie fatte d’innovazione, d’internazionalizzazione e di attenzione a nuovi tipi di business, come il riutilizzo dei rifiuti.