Le imprese spendono 3 mila euro all’anno per i servizi bancari
Alta la soddisfazione complessiva verso la propria banca, ma il costo dei servizi rimane critico. Emerge da un’indagine a cura della Camera di commercio di Milano che ha preso in esame circa 500 imprese
Banche e imprese a Milano: la spesa complessiva annua da sostenere per commissioni bancarie è di circa 3.000 euro, per questo motivo, si cerca un contatto diretto col personale per discutere e negoziare tassi e condizioni economiche. E se in media l’82% delle imprese si ritiene soddisfatto della propria banca, e manifesta apprezzamento per la competenza e disponibilità del personale (92%) e per la vicinanza delle sedi (92%), per tutti la maggiore criticità riguarda il costo dei servizi: il 45% delle imprese si ritiene insoddisfatto su questo aspetto, in particolare le piccole aziende con fatturato più basso che caratterizzano il tessuto imprenditoriale milanese. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano, realizzata tramite SWG srl, su circa 500 imprese a novembre 2009.
Alcuni dati. Negli ultimi 2 anni il 74,1% delle imprese indagate non ha cambiato banca, il 4,4% ha chiuso un conto per aprirlo presso un altro istituto, il 14,3% non ha cambiato ma sta valutando di farlo, il 7,2% ha aperto un nuovo conto presso un altro istituto bancario, ma senza chiudere i rapporti con altre banche. Tra coloro che hanno dichiarato di aver cambiato o di essere interessati a farlo, le ragioni che pesano sulla scelta di cambiare sono legate principalmente al costo elevato dei servizi (49%), alla scarsa disponibilità alla contrattazione (42,7%), alla scarsa disponibilità a concedere credito (35,3%).
Il 42,8% delle imprese preferisce avere una sola banca, mentre il 5% arriva addirittura ad averne più di cinque. Sono soprattutto le imprese con fatturato più alto che scelgono il grande gruppo bancario (75,7%) come tentativo di contenere l’impatto dei costi.Tra i servizi utilizzati, l’assegno (per il 96% delle imprese), i bonifici (90,5%), la banca on line (87,6%), la domiciliazione delle utenze (84%), i fidi (69%), le RID (54,7%), l’emissione di Ri.Ba (51,9%), la carta di credito aziendale (50,5%) e i bonifici internazionali (42,6%).
“La Camera di commercio – ha dichiarato Lucia Moreschi, consigliere della Camera di commercio di Milano in rappresentanza dei consumatori – ha deciso di focalizzare la propria indagine sul delicato settore dei contratti bancari di conto corrente e di incasso e pagamento, un tema particolarmente sentito in questa fase di difficoltà economica. Sempre nel settore dei contratti bancari la Camera di commercio si avvia alla verifica delle clausole vessatorie e inique eventualmente presenti nei contratti che il consumatore stipula, nell’ambito del consueto monitoraggio, ai sensi della Legge 580/1993”.