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Economia/Imprese

Le nuove strade della logistica

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Il nuovo dottorato di ricerca che studia l’evoluzione di un settore sempre più importante nella vita delle imprese. Il progetto nato dalla collaborazione della Fondazione Italcementi, Università di Bergamo, Bocconi, Zaragoza Logistic Center e Mit di Boston

Un lungo ponte che unisce Bergamo, la Lombardia, Zaragoza e Boston su cui corre il meglio dell’innovazione e dell’eccellenza in tema di logistica. Il nuovo Dottorato in logistica e supply chain management, avviato dalla Facoltà di Economia dell’Università di Bergamo, grazie alla Fondazione Italcementi Cavaliere del Lavoro Carlo Pesenti, conta tra le prestigiose collaborazioni, oltre all’Università Bocconi di Milano, il Zaragoza logistic center, diretta emanazione del Mit di Boston, una delle più importanti università di ricerca del mondo. L’obiettivo del dottorato è di creare un centro di eccellenza scientifica in logistica e supply chain management e formare figure specializzate nel settore della logistica integrata, definita dal National Council of Physical Distribution Management come “l’integrazione di due o più attività al fine di programmare, attuare e controllare il flusso delle materie prime, dei prodotti semilavorati e di quelli finiti dal luogo d’origine a quello del consumo, in modo da renderlo il più possibile efficiente”. Queste attività possono comprendere (ma non si limitano certo ad esse) l’immagazzinamento, lo stoccaggio, la movimentazione dei materiali, il controllo delle giacenze, il confezionamento, l’evasione degli ordini, i trasporti, la scelta dei luoghi dove ubicare i depositi e gli stabilimenti. “Si tratta dell’accordo più importante che l’Università di Bergamo ha fatto insieme al tessuto economico bergamasco – spiega il professore Angelo Renoldi, pro-rettore vicario dell’ateneo orobico e coordinatore del corso -. Il tema è di grande interesse un po’ perché Bergamo e la Lombardia sono tra le aree più industrializzate d’Europa, soprattutto per quanto riguarda le imprese manifatturiere, e rappresentano un centro importante dal punto di vista degli snodi del traffico”. Fino a pochi anni fa la logistica era intesa soprattutto come movimentazione fisica delle merci, oggi definizione e contenuti sono cambiati: “La logistica ha due caratteristiche – prosegue il professore Renoldi -. Se in un’azienda tralasciamo tutta la parte finanziaria e amministrativa, tutto il resto può essere considerato logistica, partendo dagli approvigionamenti alla gestione dei magazzini, alcuni mettono anche l’attività produttiva, fino ad arrivare alla messa a disposizione del prodotto finito sui canali di vendita. Di fatto c’è gran parte dell’attività industriale: la movimentazione fisica, la ricerca operativa, il trasferimento dei semi lavorati, la verifica di qualità ed efficienza nel sistema produttivo, insomma tutta la catena del valore reale dell’azienda. Oggi è importante ottenere il massimo della qualità e, insieme eliminare i tempi morti e gli sprechi”. Per raggiungere l’obiettivo e fare della Lombardia e del nord Italia un vero e proprio crocevia di attività economiche e produttive, Università di Bergamo e Fondazione Italcementi hanno coinvolto il centro d’eccellenza di Zaragoza che lavora in stretto contatto con il MIT di Boston. “Il dottorato presenta diversi punti di forza tra cui l’aver delineato un processo di sviluppo della persona in linea con i migliori standard internazionali, con una docenza formata da professori di economia e ingegneria, con forti contributi di docenti di fama internazionale”. La logistica integrata, data la vastità degli ambiti toccati, che vanno dalla progettazione alla distribuzione, abbraccia tre diverse aree di studio: economia, ambito manageriale e ingegneristico. “È una disciplina – prosegue il professor Renoldi – che presenta degli aspetti tecnici per quanto riguarda la parte produttiva e degli aspetti gestionali e manageriali per ottimizzare costi e garantire l’efficienza ed eccellenza nel servizio. Ad esempio, al momento degli approvigionamenti vengono applicate le tecniche del procurament mix, ergo l’utilizzo di concetti di marketing sul fronte degli acquisti. Oggi si guarda alla qualità totale e non solo al prezzo. La logistica inoltre cerca di risolvere il problema della gestione dei magazzini, dei materiali strategici ma anche la fase produttiva. Insomma stiamo parlando di un maremagnum di competenze a cui bisogna cercare di far fronte”. Oltre alla logistica interna, esiste la componente esterna, la cui gestione presenta problemi legati a infrastrutture insufficienti e a difficoltà di interazione: “Uno dei problemi maggiori – prosegue Renoldi – è rappresentato dalla logistica esterna: trasferimento fisico del prodotto, infrastrutture, il coordinamento con altre aziende. Da questo punto di vista bisogna fare i conti con un qualcosa che è al di fuori dell’impresa e quindi non dipendente dalla gestione interna”. Un altro fattore fondamentale è la ricerca e, insieme l’eccellenza e la qualità, come spiega il professor Renoldi: “La qualità, l’eccellenza e l’internazionalizzazione sono fondamentali per innovarsi e quindi per sfuggire alla morsa dei prezzi perché la concorrenza lasciata a sé elimina i profitti. L’innovazione è l’unico modo per ricrearsi le nicchie di mercato”.