“Made in Milano”, un marchio unico per la moda lombarda

Un solo brand riunirà tutte le fiere del settore. Il presidente del Comitato Lombardia per la moda: “Siamo una squadra compatta per competere sul fronte del mercato internazionale”
La moda, l’arte e il design lombardi da oggi saranno marchiati con un logo che ne garantirà qualità ed eccellenza. Ma non solo: partendo dal presupposto che l’unione fa la forza, il marchio recentemente ideato dal Comitato Lombardia per la moda, riunirà tutte le fiere del settore che si svolgono sul territorio per ottenere una maggiore rilevanza a livello internazionale. Obiettivi ambiziosi, ma direttamente proporzionali all’importanza che la filiera della moda riveste nella nostra Penisola, e in particolare in Lombardia, regione che detiene un quinto del totale della produzione nazionale nel settore manifatturiero e della moda. “Made in Milano”, questo il nome scelto per il marchio unico che raggrupperà le diverse fiere, avrà quindi una finalità ben precisa: rendere ancora più forte e competitivo un settore per il quale l’Italia, sia qualitativamente che quantitativamente, detiene il primato mondiale a livello di G8.
“Risultati senz’altro positivi- spiega Giovanni Bozzetti, presidente del Comitato Lombardia per la moda, creato dall’assessorato regionale all’Industria – ma fino ad ora accompagnati da personalismi, campanilismo e derive egoistiche. Il marchio unico nasce proprio da un’attenta riflessione sulla necessità di creare sinergia, formando una squadra compatta che sia in grado di vincere la sfida competitiva di un mercato globalizzato”. Per farlo, nell’ambito del Comitato, è stato istituito un tavolo allargato all’interno del quale sono rappresentate tutte le categorie, dai calzaturifici alle pelliccerie, le quali hanno lavorato insieme al progetto che ha portato alla creazione del marchio “Made in Milano”. “Ovviamente quando parliamo di Milano parliamo di Regione Lombardia – aggiunge Bozzetti, il quale sottolinea la volontà di far conoscere al di fuori dei confini nazionali quella che è la moda, l’arte e il design italiano -, ma anche della nazione intera, in quanto l’ideazione di questo marchio nasce dalla volontà di valorizzare le nostre eccellenze a favore di un privilegio comune” “Il marchio “Made in Milano” – prosegue Bozzetti – servirà infatti a comunicare all’estero il nostro stile di vita e i nostri punti di forza”. Da uno studio recentemente effettuato per il Comitato Lombardia per la moda dall’Osservatorio Internazionale della Moda, è infatti emerso un dato curioso: nonostante il “Made in Italy” anche all’estero sia sinonimo di qualità, gli eventi moda del Belpaese fi no ad oggi sono riusciti a conquistare uno spazio decisamente esiguo sui media stranieri. Da un monitoraggio delle principali cento testate giornalistiche internazionali è emerso che in un anno e mezzo solo ventidue articoli hanno parlato delle fi ere italiane. Questo potrebbe anche essere una conseguenza della miriade di nomi e marchi presenti sul mercato. “A fronte di questi dati – chiarisce Bozzetto – è nata l’intenzione di creare un logo unico che sicuramente sarà utile per far conoscere all’estero il mercato lombardo seguendo la logica del fare squadra. Questo significa spendere meno e comunicare meglio”. All’interno del tavolo allargato costituito dal Comitato Lombardia per la moda rientra anche Assomoda, l’Associazione Italiana degli Agenti, Rappresentanti e Showroom della Moda a cui fanno capo gli intermediari commerciali che operano nei settori: abbigliamento, tessile, calzature, pelletteria e accessori. Il segretario generale di Assomoda, Massimo Costa fornisce un quadro senz’altro positivo di quello che è il mercato della moda a livello nazionale. Un settore che secondo Costa ha bisogno di essere rilanciato, ma che nonostante la crisi attraversata in questi ultimi anni è ancora piuttosto forte. “Il mercato italiano di fascia bassa e medio bassa – spiega Costa – è andato perduto ed è stato sostituito dai mercati dei Paesi dell’Est e del Medio Oriente. Da un lato questi mercati emergenti e concorrenziali hanno portato alla perdita della nostra leadership nelle fasce basse, ma dall’altro si sono rivelati interessanti in quanto la popolazione ricca che sta crescendo all’interno di questi Paesi può diventare acquirente della merce italiana di qualità”. Per Costa, infatti, il mercato della moda italiano continua a primeggiare nelle fasce alte. Lo dicono i numeri: non solo quelli a livello nazionale che parlano di due miliardi e mezzo di export e quasi due milioni in import registrati solo nei primi tre mesi del 2007, ma anche quelli riferiti alla Lombardia, che ricopre un quarto del totale delle esportazioni nel settore moda italiano, con Milano al primo posto nel settore nazionale per quanto riguarda la produzione tessile e capitale mondiale degli show room. Insomma, le basi ci sono tutte e con il nuovo marchio unico l’obiettivo di qualificare la Lombardia come regione della moda sembra sempre più vicino.