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Life

La magia della quotidianità, il sentimento del sogno

bergamelli

Omaggio a Gianni Bergamelli, artista e genio trasversale tra musica e pittura

Ho conosciuto Gianni Bergamelli nella prima metà degli anni Ottanta. Lui, già affermato artista – non solo a livello nazionale – sapeva coniugare, da eccellente autodidatta qual’è, l’originalità delle sue pitture ai sentimenti e alle sensazioni trasmesse dalle sue personali interpretazioni musicali. “Eppure – racconta con un sorriso – il mio naturale sbocco lavorativo, così come per molti coetanei allora, avrebbe dovuto essere quello di muratore. Infatti, giovanissimo avevo maturato le prime esperienze come “bocia” nei cantieri della Valle Seriana, dove acquisivo competenze contribuendo, nel contempo, al bilancio familiare. Non sono stati anni facili, ma mi sono sempre considerato fortunato. Godevo di buona salute, avevo un lavoro e, quindi, un futuro tutto da spendere…”. Questa visione positiva è, di fatto, l’essenza dell’uomo: Gianni, con un intercalare al quale l’attualità ci ha disabituato, “…son contento…”, è capace di valorizzare ogni accadimento della sua esistenza come un dono del quale è doveroso apprezzare solo la parte buona, positiva; come dice il proverbio: “A caval donato…”. Ma certamente i traguardi, davvero ambiziosi, raggiunti in campo artistico da questo poliedrico interprete, non sono il risultato di una particolare attenzione a lui prestata dalla Dea bendata. Gianni Bergamelli, pur nella sua visione rosea dell’esistenza, ha elaborato un sogno dopo l’altro ed ha saputo trasformare l’estro naturale in opere di valore artistico, sia attraverso  le composizioni pittoriche che musicali. Ha così raggiunto l’ambizione più alta per un essere umano, cioè creare opere nelle quali la parte più profonda di sé, quella dei sentimenti maturati nel tempo, gli sopravviverà. Eppure Gianni, quando giovanissimo si è cimentato nelle prime esecuzioni nella sua Nembro (centro industriale all’imbocco della Valle solcata dal Serio), non pensava certo ai posteri, nè tantomeno al successo internazionale. Era felice, neanche a dirlo, di potersi realizzare divertendosi. Questo spirito lo ha mantenuto inalterato nel tempo e pur vivendo, come tutti, tra gli affanni quotidiani, Gianni ha saputo cavalcare i suoi sogni, rendendoli concreti nell’ormai lunga esperienza maturata con la stessa soavità del fanciullo di talento capace di mettere a frutto i suoi tesori naturali. Oggi è un uomo “grande”, che mantiene però intatte la freschezza, l’umiltà, la capacità di emozionarsi di allora e trasferisce sogni e stupori non solo sulla tela, o attraverso le note delle sue melodie, ma in ogni sua azione. Il parlare con lui, il trascorrere qualche momento
in sua compagnia rasserena, riconcilia con il presente. Eppure Bergamelli è un vulcano di progetti: mai in pausa, il suo pensiero si propone sempre nuovo, attraverso idee che per originalità anticipano i tempi. Coniugare pittura e musica in una espressione artistica unitaria, infatti, è stato certamente un nuovo modo di approcciare l’universalità dell’arte e comunicarla attraverso un diverso linguaggio, onnicomprensivo. L’ultima fatica dell’anno, “Guarda che luna”, Bergamelli ha voluto riservarla alla sua terra, con una “personale/spettacolo” allestita in estate in quel di Ardesio, grazioso centro turistico della media Valle Seriana alle pendici della Presolana, riproposta in apertura 2009 (dal 24 gennaio al 8 febbraio) nel cuore di Bergamo, sul Sentierone, nella sede del Centro  Culturale San Bartolomeo. Un evento che già nel titolo anticipa la magia e il fascino della performance: un concerto di Trovesi e Bergamelli, accompagnati dalla solista Patrizia Gregis, nella suggestiva cornice di tele colorate di romantica poesia. “Ho sempre sognato di andare sulla Luna – scrive l’artista nella prefazione della rassegna – ma non ho mai capito il perché”. L’irrazionale che governa la nostra fantasia è ciò che ci permette di attraversare lievi anche le prove più difficili e, perché no, trovare approdo o spiegazione sulla Luna, o chissà dove o da nessuna parte: solo dentro di noi. Bergamelli interpreta se stesso e ciò che lo circonda filtrando i sentimenti attraverso colori e note in un collage artistico romantico? “Sì e no” – risponde il giornalista e amico Paolo Arzano – ; “Gianni è un pittore sempre alla ricerca di emozioni, un musicista sempre alla ricerca di sentimenti. Certo in lui prevale, per così dire, la canzone dell’amore, senza però mai cadere nell’ovvio e nella ripetizione, grazie alla sua capacità di aggiungere ad ogni sua interpretazione arguzia e ironia. Nella pittura, pur rimanendo nell’ambito della grande corrente modernista, costringe l’appassionato a ragionare di fronte al quadro, perché nelle sue tele c’è la fantasia, non l’astrattismo: esiste quindi una chiave di interpretazione non impossibile da recepire”. E sempre Arzano, che lo conosce in profondità, dice di lui: “A Bergamelli piacciono le sfide: prima con se stesso. Quando propone un tema ci crede, si stacca da un certo intellettualismo di maniera a cui poco interessa la comprensione del pubblico. Romantico e realista, mai opportunista, il suo scenario è di straordinaria eleganza”. La sua saggia stravaganza gli permette, come un prezioso setaccio da paziente ricercatore, di trattenere il meglio e di condividere con il pubblico solo le “perle rare” e le “pagliuzze d’oro”, frutto di incontri quotidiani, mai banali. Perché la quotidianità ha in serbo per ognuno di noi grandi sorprese e inestimabili tesori, ma solo gli animi nobili, quelli più sensibili, possono goderne: il suo tesoro Gianni non lo ha mai trattenuto per sé, ce lo offre attraverso le sue tele animate da musicisti, clown, saltimbanchi multicolori, spicchi di luna e tanti fiori: un riconoscente omaggio a quella femminilità raramente incarnata nelle sue opere, ma delicatamente sempre presente. Un omaggio alla pittura, all’arte, alla musica, un omaggio al femminile.

LA CARRIERA
Gianni Bergamelli, 78 anni assolutamente non dichiarati da un portamento atletico, mantiene intatti l’entusiasmo e la passione del ragazzo che seppe uscire da un bozzolo fin troppo scontato per risultare appagante delle sue infinite curiosità, spingendosi all’esplorazione di scenari sconosciuti. Lo ha sempre caratterizzato una vivacità intellettuale che nel tempo gli ha consentito di intraprendere progetti assai diversi tra loro, tutti però radicati nella passione di mettersi alla prova, di sperimentare, sempre disponibile a collaborare per aiutare il prossimo. È così che approfondite ricerche in campo artistico e sociale lo hanno portato negli anni a realizzare, anche in collaborazione con l’Orchestra Salmeggia al completo, una serie di significativi progetti di solidarietà a favore del dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Bolognini di Seriate, della Lega Italiana per la Lotta contro i tumori e di Nepios, Associazione a tutela dell’infanzia, con iniziative in diverse località italiane. Nel 1998 entra nel Guinnes dei Primati per aver partecipato e collaborato alla realizzazione del concerto eseguito alla massima altitudine, mai raggiunta prima: nella Piramide del CNR sulle pendici dell’Everest in Nepal; iniziativa promossa dalla Provincia di Bergamo per commemorare Gaetano Donizetti nel 150° anniversario della morte. Inoltre, collabora con Mountain Equipe srl per l’organizzazione di rassegne musicali in quota nei rifugi delle montagne lombarde; con l’Associazione Bergamasca del Jazz (ABJ), in qualità di Presidente, organizza concerti al Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo con la presenza dei nomi più importanti a livello nazionale e internazionale. Infine è stato direttore artistico delle rassegne “Scopriamolo insieme” (dedicata ai giovani talenti della musica) e “Inverno musicale”, organizzata nella città di Alzano Lombardo. Gianni Bergamelli, nella veste di musicista, è affermato sia come pianista sia come compositore, cresciuto artisticamente nel mondo della musica jazz e si è esibito come solista in varie formazioni orchestrali non solo nelle principali città italiane, ma anche in Svezia, Danimarca, Germania, Francia, Spagna, Svizzera, Finlandia, Medio Oriente, Stati Uniti. Promuove ed organizza, negli anni Settanta, con il giornalista e critico Paolo Arzano, la Rassegna Internazionale del Jazz al Teatro Donizetti (festival giunto oggi alla XXVIII edizione promossa dal Comune di Bergamo) ed insieme fondano la prestigiosa
Associazione Bergamasca del Jazz (ABJ); con il pluristrumentista Gianluigi Trovesi contribuisce alla nascita di gruppi storici, come “Quartetto – Quintetto – Sestetto Jazz Bergamo” che ottengono notevoli successi di pubblico e critica nei festival internazionali di Bologna, Lugano, Montreux, Nizza. Per quello che considera un doveroso omaggio al seicentesco pittore nembrese (la sua città, dove da sempre abita) Enea Salmeggia, crea l’orchestra omonima (di cui è Presidente e Direttore artistico), si avvale della collaborazione di eccellenti professionisti non solo bergamaschi e dei migliori solisti italiani e direttori d’orchestra, quali: Giorgio Gaslini, Carlo Boccadoro, Bruno Tommaso, Gianni Coscia, Gianluigi Trovesi, Stefano Montanari, Pier Angelo Pelucchi, Roberto Fabbriciani. Con l’Orchestra Salmeggia ha partecipato, con progetti originali curati da grandi arrangiatori, ottenendo lusinghieri successi di pubblico e critica, a diversi festival nazionali ed internazionali, come: Chambery, Parma, Mantova, Lucca, Roma, Lipsia, New Orleans, Bergamo, Cagliari. Bergamelli pittore, invece, comincia a farsi notare negli anni Sessanta, dedicandosi professionalmente alla passione coltivata in gioventù e affinata durante le tournée concertistiche. Alla prima mostra, organizzata a Milano nella storica galleria di Via della Spiga, ne sono seguite molte altre in varie città italiane; particolarmente significative le realizzazioni a Bologna, Venezia, Torino, Lecco, Brescia, Firenze, Verona, Roma. La sua presenza pittorica all’estero si concretizza con rassegne al National Museum of Fine Arts della Valletta a Malta, allo Staats und Universitatsbibliothek di Amburgo, alla Ziege Gallery di Monaco di Baviera in Germania e alla Gallery 113 di Chicago negli Usa. A Bergamo tre sue opere sono in permanenza acquisite dalla GAMEC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea ed espone da anni periodicamente al centro Culturale San Bartolomeo. Ha partecipato a varie manifestazioni artistiche, conseguendo numerosi riconoscimenti e ad importanti rassegne internazionali di pittura, tra le quali “Jeunes artists, aujourd’hui” (Parigi anni Settanta) e “La macchina della memoria” immagini da “De Umbris Idearum” di Giordano Bruno (Roma 1984). Interessanti, infine, due esperienze maturate dall’artista in ambiti diversi, ma entrambi con ricadute dirette sul territorio:
la prima, nell’ospedale psichiatrico di Limbiate nel Milanese dove, con lo scultore Valerio Miroglio, ha lavorato con i ricoverati alla realizzazione di un dipinto di 25 metri divenuto, in seguito, mostra itinerante in Italia; la seconda con la realizzazione all’Accademia Carrara nel 1985, in collaborazione con il professor Francesco Rossi, della mostra: “Prima della pittura – Enea Salmeggia”.

testo di Alice Sofia Neri