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Economia/Imprese

Costi e fatturato, così l’impresa italiana reagisce alla crisi

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I tagli hanno riguardato soprattutto il personale, secondo una rilevazione dell’Area Marketing della Sda Bocconi. Le imprese disinvestono in pubblicità ma rafforzano ricerca&sviluppo, formazione e sales promotion

Gli imprenditori italiani non pensano di avere schivato la crisi ma ritengono, con un certo ottimismo, che abbia influito più sul loro mercato (27,6%) che sulla loro impresa (22,7%). Secondo i risultati della rilevazione "Come le imprese italiane reagiscono alla crisi" di Sandro Castaldo ed Emanuela Prandelli, presentata dall’Area Marketing della Sda Bocconi, i morsi della recessione si sono fatti sentire soprattutto nel primo trimestre del 2009, per il quale il 61,5% delle imprese lamenta una diminuzione del fatturato (e non sono pochi i casi in cui il calo si assesta sopra il 30%), mentre nel 2008 si era registrata una sostanziale tenuta, con un terzo di imprese stabili, un terzo in crescita e un terzo in calo.

Nel primo trimestre del 2009 la marginalità, pur in calo (se ne duole il 48,3% delle imprese) ha tenuto meglio del fatturato e i prezzi sono rimasti stabili per quasi metà del campione e diminuiti per il 35,8%.
Le imprese italiane hanno reagito allo stato di crisi cercando soprattutto di ridurre i costi (49,1%) e mantenere i livelli di fatturato (44%). I tagli principali effettuati dalle aziende hanno riguardato il personale, anche se il 43% delle imprese ha preferito non rispondere a questa domanda.

Gli investimenti in marketing effettuati negli ultimi 12 mesi sono rimasti prevalentemente invariati: la risposta “Rimasti invariati” supera in tutte le voci proposte il 50% con un picco del 67,1% in riferimento al personale commerciale. Interessante però il sensibile aumento degli investimenti in ricerca&sviluppo (15,1% del campione), formazione (13,8%), sales promotion (14,4%), a fronte di una diminuzione tra il 10 e il 20% in pubblicità e comunicazione di marketing.
Sempre in riferimento agli investimenti, ma in un’ottica futura (nei prossimi 12 mesi), le imprese sembrano moderatamente orientate al rilancio: il 54% intende accrescere gli investimenti nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi ; il 35% pensa di aumentare gli investimenti in ricerca di marketing; il 38% quelli in ricerca&sviliuppo. Il 40% delle imprese punta inoltre alla crescita degli investimenti in formazione.

Emergono infine posizioni polarizzate per quanto riguarda l’importanza attribuita all’innovazione di marketing: il 18% ritiene che non sia affatto importante e il 17,7% invece che sia decisamente importante. Tuttavia in una prospettiva di medio-lungo termine (3 anni) la valutazione tende a spostarsi verso i valori più alti della scala: per il 19% “molto importante” e per il 20,3% “moltissimo”, mentre scende al 15,1% la fetta di campione che non ritiene affatto importante l’innovazione di marketing.

L’indagine è stata condotta dalla Community dell’Area Marketing della Sda Bocconi nel mese di aprile 2009. Il questionario è stato somministrato a un campione di 304 aziende operanti prevalentemente nei mercati business-to-business (75,30%), con significativa concentrazione nell’ambito alimentare, dell’abbigliamento-calzaturiero, dell’immobiliare-edile e del metallurgico-metalmeccanico. Circa un quarto delle aziende impiega tra i 101 e i 250 dipendenti e il 27,30% del campione ha un fatturato annuo compreso tra i 25 e i 50 milioni di euro.