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Welcome Miss Sally

Arriva in Italia dagli Stati Uniti una Signora dei Mari, che sarà completamente ristrutturata per recuperare nuovo splendore e proporsi al pubblico degli appassionati con tutto lo stile che la contraddistingue: notevole comfort, design unico e motori di ultima generazione. Per chi vuole godersi la vita in mare, senza correre troppo, ma puntando su qualità e cura dei dettagli

Cinquanta anni fa, nel 1959, sulle sponde del lago Michigan, nello stato del Wisconsin (USA), veniva varata Sally H. V. per conto di un ricco avvocato del Tennesee, mister E. Hays. La commessa era stata affidata al cantiere Burger, importante shipyard specializzato nella costruzione di imbarcazioni da diporto in acciaio, ed era stata realizzata secondo i desideri dell’armatore che doveva certamente essere assai esperto visto che l’imbarcazione commissionata rappresentava quantomeno la quinta. Non sappiamo chi fosse Sally, e ci piace non saperlo di modo che la fantasia di ciascuno galoppi sulle onde dell’immaginazione come Sally H. su quelle del mare. Dopo cinquanta anni questa bella signora del mare, elegante nell’incedere, dalle forme aggraziate, discreta nel suo moto, economico e silenzioso allo stesso tempo, necessitava di una profonda ristrutturazione che la portasse ad una nuova vita, senza ridurne il fascino ma rendendola assolutamente moderna. Un intervento che oggi è diventato realtà grazie a un’azienda italiana, la Marboats srl, realtà che già opera con i cantieri Burger, fondati nel 1863 da Henry Burger sulle sponde del lago Michigan ed esattamente nella cittadina di Manitowoc, a nord di Chicago e a poche miglia da Milwaukee.

Marboats, alla ricerca di una imbarcazione dalle caratteristiche sopra descritte scovò, in California, questa imbarcazione posseduta da un simpatico sceriffo in pensione che ne aveva fatto, come sovente accade negli States, la sua abitazione che condivideva con la giovane e simpatica moglie marcatamente ispano-americana nel porto turistico di Ventura ( CA) poco a nord di Los Angeles. Dopo essere stata acquistata e trasportata in Italia, Sally H.V veniva sottoposta a un refitting totale che salva dell’originaria struttura lo scafo, accuratamente controllato con sostituzione quasi integrale del fasciame, sotto la vigilanza degli organi di certifi cazione, e la linea della coperta anch’essa sottoposta a profonda ristrutturazione. Marboats ci tiene a sottolineare come i lavori cui è stata sottoposta Sally H. si inquadrino nella categoria della ristrutturazione e non del restauro. “La torre medicea si restaura – dicono i tecnici dell’azienda nautica – una cascina del secolo scorso si ristruttura: al pari, il “ Leone di Caprera”, cimelio storico, si restaura in modo da conservarne gli elementi qualifi canti mentre Sally H. si ristruttura per conservarne le linee piacevoli ma dandole nuova energia”.

La motorizzazione, sia primaria che secondaria, è la più moderna oggi reperibile sul mercato e rispettosa dei severi parametri antinquinamento, come pure lo sono il sistema di condizionamento e tutti gli impianti di bordo, mentre il layout è stato strutturato per soddisfare le attuali concezioni di vita di bordo concedendo agli ospiti molta abitabilità e privacy. La scelta di ristrutturare un’imbarcazione piuttosto che costruirla su un nuovo progetto, fermo restando che entrambe le soluzioni sono sottoposte ai rigidi controlli del R.I.Na, nasce dal piacere di veder rivivere una gloria del passato, ma anche e soprattutto dall’insopprimibile valore aggiunto che deriva dal piacere di navigare con un’imbarcazione nata in epoche schive dalle mode, dove una “barca” doveva soprattutto navigare, essere piacevole di linee e pratica nella gestione. Oggi si assiste alla realizzazione di eccentriche imbarcazioni dalle linee inusitate giustificate dalla esigenza di innovare ma con “aspettativa di vita futura” assai scarsa.

E’ sufficiente dare un’occhiata a molti recenti progetti per rendersi conto di quanto siano già obsoleti: barche di dieci anni che denunziano tutta la loro anzianità e barche datate che, come Sally H., sono senza tempo perché sono nate per navigare e piacere all’armatore. La velocità, che pare oggi essere uno dei parametri maggiormente utilizzato dall’utente per la scelta del proprio yacht è “umana”: si aggira infatti sui quindici nodi (15 miglia per ora) sufficienti per raggiungere la Corsica, partendo dalla Liguria, in sei ore. Partendo alle nove di mattina (ma i veri marinai partirebbero all’alba non per masochismo ma per sfruttare le calme dovute alla stabilità termica) si può essere in rada a destinazione nel primo pomeriggio avendo anche goduto di uno spuntino a bordo difficilmente consumabile viaggiando a 30 nodi e più su una imbarcazione veloce che raggiungerebbe la meta in metà tempo ma con consumi di carburante pari al quadruplo.

E senza spuntino. Il Burger in ristrutturazione, della lunghezza di 60 piedi, pari a poco più di 18 metri che, “fuori tutto” sarà della lunghezza di circa 20 metri, sta anche appassionando il vice presidente della Burger inc., mister Ronald Clevering che segue con interesse la progressione dei lavori che sono peraltro visionabili sul sito www.marboats.com nel settore ristrutturazioni, perché la società si occupa anche di importazione di prestigiosi fisherman costruiti dalla statunitense Ocean Yachts inc di Egg Harbour (N.J.). Il varo di Sally H. V è previsto, salvo imprevisti sempre possibili in un lavoro di meticolosa ristrutturazione, per la prossima ed imminente estate e sarà celebrato come si conviene, con ogni onore. Alla Marboats confidano che le nuove tendenze che stanno interessando la nautica di tutta Europa trovino in Sally H.V un’adeguata risposta consistente, innanzitutto, nel piacere di possedere un’imbarcazione bella e nauticamente di classe, unito alla tranquillità che deriva dal navigare su di uno scafo di acciaio, e al vantaggio di navigare con consumi ridotti ad una velocità comunque apprezzabile anche in tempi di frenesia velocistica. E per finire assaporare la gradevole sensazione di poter godere della navigazione in modo da usare la “barca” per navigare più che per arrivare a destinazione.

Complice anche la attuale recessione economica, il diportista riscoprirà il piacere di spostarsi in mare a costi contenuti, in sicurezza e riapprezzando il gusto di navigare per navigare, di sostare “alla ruota” in qualche baia, aiutato dai potenti generatori, dissalatori, autonomia e quant'altro rende Sally H. uno yacht autosufficiente senza dover ricorrere a dimensioni maggiori ed eccessivamente impegnative. Una barca che si presta, per la sua maneggevolezza, tanto al diporto di piccolo cabottaggio quanto alle lunghe ed impegnative navigazioni alturiere. L’autonomia di Sally H. consente di “girare” il Mediterraneo senza problemi. La solidità e la tenuta di mare fanno il resto. Unite la compagnia di quattro ospiti, serviti da due marinai e l’armatore non potrà non essere soddisfatto ed orgoglioso di possedere una bella barca dalle linee classiche con velocità adeguata e consumi “umani”.