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Il lusso e la crisi: passata la tempesta un futuro migliore

Patrick Chalhoub

Si aprono spiragli per i marchi del lusso. Ad affermarlo nel corso dell'ufficializzazione della partnership con l'istituto Polimoda è stato, co-presidente dell'omonimo gruppo

"Credo che il futuro per i marchi del lusso sarà migliore rispetto al periodo che ha preceduto la crisi, e mi riferisco agli anni 2006-2007. Questa crisi è una normale conseguenza della frenesia del passato. Credo perciò che, dopo un periodo di stabilità, il mercato si riprenderà e ci sarà una crescita". Lo ha dichiarato Patrick Chalhoub, Co-president del Gruppo Chalhoub, intervenendo nei giorni scorsi all'ufficializzazione della partnership con l'Istituto Polimoda presso Palazzo Spini Feroni. "Il Medio Oriente – ha aggiunto – è stato moderatamente colpito, ma il problema è soprattutto psicologico, legato cioè alla preoccupazione per la situazione generale. In Medio Oriente sono molto apprezzati i marchi italiani del lusso, per due motivi: il primo è la grande creatività, il secondo riguarda l'alta qualità; è nella cultura mediorientale infatti la capacità di avere una grande sensibilità verso i tessuti e i profumi di qualità".

Di certo il 2009 è un anno difficile per i consumi di alta gamma e secondo alcuni analisti il giro d’affari di 170-175 miliardi di euro che il mondo del lusso ha generato a livello mondiale nel 2008, potrebbe scendere di circa il 10% a 155 miliardi di euro di fatturato. Il settore che pare essere stato più colpito è quello dell’alta moda, con cali tra il 20 e il 30% delle vendite. In difficoltà anche l’abbigliamento e gli accessori, ma con flessioni meno vistose, nell’ordine del 10-15%. Dovrebbe invece mantenersi stabile il reparto dei profumi e dei cosmetici, che per ora non ha risentito di flessioni considerevoli rispetto al 2008.

Sulla base delle stime di alcuni Centri Studi internazionali, la popolazione che al mondo può vantare un reddito compreso fra i 60 e i 100 mila dollari sta sfiorando i 50 milioni, grazie allo sviluppo di nuova ricchezza nei paesi emergenti. Per alcuni produttori questa e' un'opportunità da cogliere, sfruttando così la possibilità di creare una filiera di prodotti di alta gamma al fine di catturare anche questa nuova parte di gente benestante.

L'intreccio di diverse tendenze porta a concludere che nel futuro diversi marchi preferiranno articoli piu' dimessi, per non ostentare, ma sempre e comunque caratterizzati da alto fascino e da artigianalita'. All'interno della comunita' degli operatori una parte sta sposando l'idea che anche il settore del lusso debba guarire dagli eccessi del passato e che debba tornare alla sobrietà, intesa come gusto, ragionevolezza, discrezione. Per un'altra parte degli operatori, invece, il lusso non dovrebbe cambiare ma dovrebbe attendere la fine del ciclo recessivo, per riprendere poi con rinnovato vigore.

Anche se in alcuni paesi come l’Italia la popolazione dei ricchi (con oltre 500 mila euro di patrimonio finanziario) e dei superricchi (con oltre 10 milioni di euro di patrimonio) è in calo come conseguenza della crisi, il ceto medio tiene ed anzi, a livello mondiale sta avanzando. Un ceto medio molto sensibile ai marchi di alta gamma e in continua crescita: sulla base delle stime di alcuni Centri Studi internazionali, la popolazione che al mondo può vantare un reddito compreso fra i 60 e i 100 mila dollari sta sfiorando i 50 milioni, grazie allo sviluppo di nuova ricchezza nei paesi emergenti.

Per alcuni produttori questa è un’opportunità da cogliere, sfruttando così la possibilità di creare una filiera di prodotti di alta gamma al fine di catturare anche questa nuova parte consumatori benestanti.