C’è un tempo per tutto
Attimo dopo attimo il tempo prende forma. E le forme del tempo possono rappresentare la massima espressione dell’arte e dell’eccellenza. Da questo numero di B&G il dossier dedicato alle storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo la materia prima del loro operato. Un’idea della gioielleria Serafino Consoli che ci offre racconti straordinari di chi ha trasformato il tempo nell’unità di misura dell’innovazione. Attimo dopo attimo
Speciale “Le forme del tempo” – Parte sesta
C’è un tempo per tutto, c’è un momento per ogni cosa sotto il cielo. Una sorta di determinazione esistenziale che trasforma il tempo nel meccanismo più straordinario e complesso a cui si possa pensare. Attimo dopo attimo il tempo si fa storia, diviene la cifra che segna le nostre vite, le racchiude dentro un’infinita catena di momenti, tutti unici e irripetibili.
La grande legge del tempo dà anima e corpo a questo dossier, che nasce a cominciare da questo numero di B&G per raccontare le forme d’eccellenza in cui si sviluppa. Storie di uomini e aziende che hanno fatto del tempo il cardine del proprio operato. Tra tutte queste storie straordinarie, non posso che cominciare da quella di mio padre Serafino. A lui devo questa infinita passione per il tempo, che è germogliata fi n da quando ho cominciato a respirare le sue idee e la sua incredibile capacità di guardare al di là dell’orizzonte. E’ stato Serafino Consoli a dar vita all’azienda che oggi rappresento. Una gioielleria diventata col passare degli anni, sempre di più un punto di riferimento a livello nazionale per numerosi marchi di grandissimo prestigio. Questo percorso è nato dalla sua idea di tempo collegato alla famiglia e all’impresa. Non c’è mai stato il caso nel mezzo del cammino di Serafino, ma ogni attimo è stato scandito da scelte precise, dalla lungimiranza nel costruire un esempio di modernità e d’eccellenza. Così quando ha insegnato alle nuove generazioni, ai sui figli cosa significasse per lui fare questo lavoro, non ha potuto far altro che trasmettere questa grandissima attenzione, ma anche rispetto per il tempo. Oggi tre generazioni hanno calcato il palcoscenico della gioielleria Serafino Consoli e la filosofia è sempre stata la stessa: “Attimo dopo attimo, coltivare l’amore per l’arte e le sue rappresentazioni nel mondo della gioielleria e dell’orologeria”. Per questo ci siamo sempre dedicati alla ricerca del bello, senza accontentarci dei prodotti etichettati e confezionati che spesso tutti propongono. L’arte è anche sperimentazione, innovazione, ma soprattutto unicità. Scegliere questa direzione, significa percorrere la strada della consapevolezza, dello studio, del rigore, del tempo speso in omaggio al tempo. Se c’è un tempo per tutto, adesso è il tempo delle idee. Quello che, attimo dopo attimo, stiamo vivendo ora, mentre scriviamo queste pagine. Infatti, da una di queste idee nasce il progetto di questo dossier che racconta il vero lusso del tempo. Non negli oggetti, sta il lusso, ma nel tempo che dedichiamo per viverli con passione. Non nelle cose, sta il lusso, ma nell’arte che trasforma una cosa in un’opera viva. Questo è il tempo che vi racconteremo a cominciare dalla prossime case history: gli attimi infinitamente piccoli scanditi da TAG Heuer e i frammenti d’arte pura di casa Mattioli.
Il tempo per Gibram
E un astronomo disse: “Maestro parlaci del tempo.” E lui rispose: “ Vorreste misurare il tempo, l’incommensurabile e l’immenso. Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni. Del tempo vorreste fare un fiume per sostare presso la sua riva e guardarlo fluire. Ma l’eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo. E sa che l’oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi. E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio. Chi di voi non sente che la sua forza d’amore è sconfinata? E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d’amore a pensiero d’amore, né da atto d’amore ad atto d’amore? E non è forse il tempo, così come l’amore, indiviso e immoto? Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre. E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l’attesa.”
Il tempo nella filosofia classica
Il tempo è l’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo la quale i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (scorrere del tempo) o come scansione ciclica e periodica dell’eternità. Il vocabolario della lingua italiana riporta come definizione di tempo la seguente: “successione illimitata di istanti in cui si svolgono gli eventi e le variazioni delle cose; il succedersi dei diversi stati del nostro spirito”. Il concetto di tempo costituisce uno dei problemi costanti anche dal punto di vista della riflessione filosofi ca. Nella storia della filosofia ci sono state le due concezioni secondo le quali il tempo è o circolare ed ha come simbolo la ruota della vita (ad oriente) oppure lineare (occidente). Ormai si tende però a considerare come troppo schematica questa contrapposizione ed a ritenere presenti nel pensiero antico greco sia una concezione ciclica sia una nozione del tempo storico. il concetto di tempo nella filosofi a antica si riassume nella definizione di “un ordine oggettivo misurabile nel movimento” cioè come misura del perdurare delle cose o come ritmica successione delle fasi della natura. Il concetto di tempo si presenta influenzato dalla cosmogonia che riteneva Crono, il tempo appunto, padre di tutte le cose. Nella filosofia pitagorica il tempo è concepito come ordine e ritmo del movimento cosmico. Con Parmenide il tempo comincia ad assumere un senso problematico che lo caratterizzerà come questione filosofi ca poiché viene contrapposto all’immutabilità e all’eternità dell’essere. Egli infatti negando il movimento negava anche il tempo, sostenendo che l’essere è “sempre, ora, tutto insieme” e “la dike non gli ha concesso né di nascere né di perire”. Il primo testo in cui compare il problema del tempo è il “Timeo” di Platone in cui quest’ultimo definisce il tempo come “immagine mobile dell’eternità” che “procede secondo il numero” ed è gerarchicamente inferiore proprio all’eternità. Nella dottrina platonica il tempo è infatti misura del movimento ma solo del mondo materiale sottoposto alla Doxa in cui hanno senso i concetti di passato, presente e futuro rispetto all’eternità e all’immutabilità dell’iperuranio: il mondo delle idee. Immagine del tempo per Platone è il cielo che con i suoi astri fornisce la misura dell’avvenire temporale che è composto dall’ “era” il “sarà” e l’ “è”. In seguito Aristotele definisce il tempo come “misura del movimento rispetto al prima e al dopo”. Egli da una parte attribuisce un movimento circolare e quindi perfetto ai cieli e accetta come punto di riferimento oggettivo per la misura del tempo il principio dell’ordine cosmico Pitagorico, dall’altra distinguendo il mondo, eterno poiché abbraccia l’intera misura del tempo, dal primo motore immobile che è fuori dal tempo, riproduce lo schema gerarchico di Platone. In Plotino e Sant’ Agostino compaiono l’interiorizzazione e la riduzione del tempo a dimensione della coscienza e il concetto di tempo non è più collegato al moto del mondo fisico ma all’anima e alla sua “vita interna”; nella concezione di questi due filosofi permane comunque la distinzione fra il tempo e l’eternità. Plotino sostiene che il tempo è successione di stati all’interno dell”anima del mondo”ed il tempo è il movimento mediante il quale l’anima passa da uno stato all’altro della sua vita. Sant’ Agostino nelle “confessioni” e nel “de civitate rerum” esprime la relazione del tempo con il pensiero e la sua interiorizzazione e riduzione a “distensio animi”: estensione dell’anima. Per Agostino il passato ed il futuro, che pur fan parte integrante della concezione comune del tempo, non esistono se non in quanto presente che è fluire, passaggio e, pertanto, non misurabile. La concezione del tempo cambia più in generale con il pensiero cristiano ed abbandona la ciclicità pagana per assumere una direzione lineare progressiva. Il tempo è la condizione della storia mondana che dalla caduta di Adamo procede verso la redenzione e il ritorno a Dio per approdare all’eternità spirituale. Il pensiero cristiano perciò precisò meglio, sulla linea del “Timeo“ platonico l’origine ( creazione) e la fi ne e il compimento (giudizio universale) del tempo. A questa concezione filosofica si può affiancare anche quella scientifica basata sulla meccanica galileiana che concepisce il tempo come una serie di istanti omogenei idealmente reversibili.
Il Tempo nell’arte di Dalì
L’immagine prospettica è limitata dal fatto che può rappresentare solo un istante della percezione. Cosi come nell’immagine fotografica il tempo viene fissato indefinitivamente; ciò poiché è solo un peculiare momento quello che viene ed essere fissato dall’obiettivo ovvero dalla prospettiva di una immagine prospettica fissata sulla tela. Pertanto la prospettiva coglie un solo punto di vista come una foto coglie solo un momento quale immagine del fotogramma. Per dare una nuova visione non più prospettica, l’ espressionismo cosi come il cubismo pittorico, propongono di esprimere artisticamente sensazioni ed osservazioni percepite da più punti di vista. Salvador Dalì (1904-1989) infine introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo elemento: la “bi-imensionalita del tempo”. Il tempo infatti assume la dimensione duale propria di una effettiva durata, come conseguenza del fatto che per presentare la percezione da piu punti di vista l’ osservazione non si può limitare allo sguardo di un solo istante , ma il pittore si trova ad esprimere il rapporto temporale della persistenza dell’immagine effettivamente percepito durante la ricostruzione emotiva e razionale della rappresentazione pittorica. Pertanto “Noumeno e Fenomeno” si intersecano, generando, nel “GUERNICA” di Picasso , proiezioni bidimensionali indicative di una rivelazione della dualita’ della effettiva durata del tempo e dello spazio prodotta dalla integrazione percettiva ed emotiva della espressione pittorica della realtà. La bi-dimensinalità del tempo assume una particolare e nuova rilevanza nel surrealismo futurista espresso da Salvador Dalì. Egli cambia radicalmente il modo di concepire la “dimensione del tempo”. Le ore degli orologi molli sono diverse perché il tempo si dissolve e stemperandosi , non risponde più concettualmente ad una successione lineare di falsi istanti, proprio in quanto tale rappresentazione non appartiene più ad una visione univoca ed inalterabile dello spazio tempo. Dalì eredita dal cubismo il desiderio di percepire una dimensione quadridimensionale dello spazio tempo per sbarazzarsi definitivamente dell’eredità della tradizione e saltare al di là dell’ingessante finzione tridimensionale della prospettiva rinascimentale.
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