Csc: l’Italia è fuori dal tunnel della recessione

Sarà una ripresa lenta e lunga, ma il peggio è alle spalle. Lo ha ribadito la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha parlato di una ripresa con i primi segnali positivi già a partire dal prossimo anno
Pil in calo del 4,8% deficit in salita al 5,2% con il debito che, di conseguenza, aumenta fino al 114,8%. L’Italia nel 2009 è “in pieno dentro le conseguenze della crisi” ma finalmente “fuori dalla recessione”.
Le conseguenze si faranno sentire ancora a lungo, soprattutto in alcuni settori, e l'effetto trascinamento inciderà pesantemente sull’occupazione, con un calo di 700.000 unità in due anni (da fine 2008 a fine 2010). Il centro studi di Confindustria, negli ‘Scenari economici’ mette in guardia dalle ‘insidie’ legate a una ripresa che, in Italia, “si conferma lenta, lunga”. Sottolinea che ci vorranno anni per recuperare i livelli di produzione del 2007 e che “in alcuni settori ciò potrebbe non avvenire mai”. E' lo stesso presidente Emma Marcegaglia, a ribadire che “siamo fuori dal tunnel della recessione. Il peggio è alle spalle però la crescita sarà lenta e difficoltosa”. D’accordo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo cui bisogna evitare “i pericoli provocati da una crescita lenta” e invece utilizzare ‘il turbo’ per uscire dalla crisi.
L'inversione di tendenza, con il ritorno del segno positivo, è attesa per il 2010 quando il pil, secondo il Csc, registrerà un +0,8%. Stima che supera non di poco le previsioni del Mef, secondo cui l'incremento il prossimo anno sarà dello 0,2% mentre bisognerà aspettare il 2013 per un +0,8%. Ma per Marcegaglia “non è vero che siamo condannati a crescere così poco” anche se poi sottolinea che gli imprenditori sono “consapevoli che le stime sulla crescita potenziale contenute nel Dpef hanno natura prudenziale e che vi è uno sforzo condiviso per conseguire risultati migliori, come Confindustria auspica”.
Il segno positivo, quindi, tornerà nel 2010 ma, sottolinea il presidente, “serviranno alcuni anni per tornare ai livelli di produzione pre-crisi. Quindi la situazione è in miglioramento però la crisi non è finita”. La soluzione, chiesta ormai da tutti, è puntare sulle riforme, che occorre “aumentare e intensificare”. E scegliere bene i tempi dell'exit strategy. Gli elementi di ripresa, spiega il Csc, “tracciano una traiettoria sottile, a filo di rasoio, per il ritorno alla crescita. Errori nelle politiche economiche” come sulle scelte dei tempi e dei modi di ritiro degli stimoli espansivi “ricaccerebbero l’economia globale verso una nuova fase recessiva”.