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La poesia selvaggia del Kenia

bradipo

L’emozione di arrivare nel cuore profondo di una terra che regala spazi lirici indescrivibili, uniti allo spirito selvaggio della natura più vera. Dalla Masai Mara National Reserve alla Shaba National Reserve, fi no a Nairobi: per scoprire l’anima viva dell’Africa in collaborazione con Bradipo Travel Designer

Attenzione: c’è un momento lirico, all’imbrunire, da vivere seduti sulla poltroncina della vostra veranda, davanti agli occhi le terre desertiche della Shaba National Reserve, nelle orecchie i suoni indistinti del ritiro degli uccelli e nel cuore un’armonia con la terra. Siete nella splendida savana kenyiota e sappiate che questo è il minimo che vi possa succedere. La prima notte a Nairobi è solo un assaggio d’Africa, delizioso però. Accolti in un boutique hotel, l’House of Waine, dall’elegante spirito africano e dal servizio eccellente, per rilassarsi aspettando l’inoltro nel bush che avverrà domani, un po’ di anticamera prepara meglio all’emozione che per noi navigati cittadini è sempre molto forte. Finalmente in safari. Per tre giorni ci si immerge nella vita della Shaba National Reserve, il cui nome deriva dal suo monte vulcanico ormai estinto, soggiornando in un posto tutt’altro che qualunque: nel leggendario Joy’s Camp, vicino alle riserve Samburu & Buff alo. Non appena si fa conoscenza con gli ospiti ci si rende subito conto di essere in un posto speciale tra persone speciali. I fondatori, che ormai non ci sono più, furono infatti George e Joy Adamson, due appassionati studiosi che hanno dedicato la vita ai felini della savana, in particolare leoni e leopardi. George Adamson veniva comunemente chiamato Baba y Simba, il Padre dei Leoni e ha vissuto praticamente da eremita con loro, come scienziato e sensibile essere umano. Joy ha raccontato la loro vita con gli animali nel bestseller Born Free, da cui fu realizzato negli anni ’60 un fi lm da Oscar tutt’ora unico nel suo genere.

Il Joy’s è essenziale, un’elegante oasi nelle terre desertiche di Samburu, solo dieci le tende, ampie e confortevoli, con decorazioni in vetro e tela meticolosamente lavorate dalle tribù nomadi locali, ognuna con la propria veranda da cui godere dello straordinario spettacolo naturale che si svolge attorno. Durante i safari, su veicoli ultra-confortevoli, o a piedi insieme a guide esperte, intervallati da soste gustose per i pasti nel bush e lungo il fi ume, è un continuo avvistamento dei numerosi animali che popolano la riserva: elefanti, bufali, zebre di Grant, gazzelle, impala, orici, ghepardi, leopardi, leoni, coccodrilli, ippopotami, lazebra di Grevy, la giraff a reticolata e alcune specie di uccelli tipici della zona come lo gherenuc; alcuni di questi nomi non vi dicono ancora nulla ma li assocerete ben presto a un’emozione. Una nuotata in piscina e un massaggio riposante raccolgono l’adrenalina della giornata, riportandovi in una dimensione di completo relax, pronti per fronteggiare i colori del cielo sorseggiando un aperitivo al tramonto, magari dall’alto di un promontorio. Se invece la voglia di brividi non è finita si può scegliere di sorvolare i parchi in mongolfiera, mentre sotto di voi branchi di zebre e gnu corrono liberi. O ci si può inoltrare ancora nella savana per il safari notturno e provare gli appostamenti in luoghi segreti per osservare da lontano il ghepardo nel suo ambiente naturale. L’avventura prosegue nella prossima scenografi a, offerta questa volta dalla Masai Mara National Reserve, il parco principale e più celebre del Kenya, ai confini con quello del Serengeti, con cui crea un unico ecosistema.

Il nome della riserva deriva dal popolo Masai, che qui abita diverse pianure e di cui si ha occasione di conoscere cultura e tradizioni visitando villaggi. Un’altra infilata di leggende vi aspetta nello storico Cottar’s Camp 1920: il fondatore, Charles, fu uno dei più grandi cacciatori di tutti i tempi. Assalito tre volte da leopardi, solo un rinoceronte pose fi ne alla sua vita, con una carica. Calvin, l’attuale discendente ed ospite del lodge, non è più un cacciatore. Ma pochi come lui sanno rievocare le gesta dei nonni, e come loro portarvi veramente vicino agli animali. Si abita in un’area che garantisce la massima intimità, in un ambiente che riconduce all’atmosfera degli albori dell’attività safari dei primi del ‘900. Le tende spaziose e confortevoli sono arricchite da pezzi di antiquariato. Ristorante, piscina e persino una biblioteca vi aspettano ogni sera dopo gli incontri con zebre, ippopotami, antilopi, iene, babbuini, giraff e e i cosiddetti Big Five, i cinque animali selvaggi che ognuno vorrebbe vedere almeno una volta nella vita: l’elefante, il leone, il leopardo, il rinoceronte e il bufalo. Troppe emozioni, è il momento di uscire dal bush per trascorrere gli ultimi giorni nel lento tepore di Malindi, tra le spiagge di sabbia fi ne e un mare dalle molteplici sfumature regalate della barriera corallina. La pace si trova in un resort unico nel suo genere: il Lion in the Sun Resort & Th alaspa. Uno dei più esclusivi della costa settentrionale, situato fra l’Oceano e il bush, dove la decisa impronta africana si fonde piacevolmente con influenze arabe e indiane. Sette suites garantiscono la grandiosità degli spazi, la massima riservatezza e la totale libertà, mentre un giardino tropicale fa da contorno agli eleganti spazi comuni. Ci si accoccola in una delle quattro piscine di mare, nel silenzio, per accorgersi che non basterà un anno per ripensare a tutto quello che si è appena vissuto.