ICT: i comportamenti virtuosi contro la crisi
Quanto è maturo il settore delle Pmi in Italia? Quali sono le strategie che meglio permetteranno di superare il difficile periodo economico? Ecco l’analisi condotta da Smau e School of Management del Politecnico di Milano sul mondo delle Pmi che operano nel campo dell’Information & Communication Technology
Un indice di maturità di ICT delle PMI che si attesta su un valore medio nazionale pari a 49 nel 2009 (era 40 nel 2007), con aree di eccellenza come la Lombardia che supera i 60. Sul fronte dei progetti ICT “rilevanti” pianificati dalle imprese per il 2010, è previsto un drastico calo. È quanto emerge dall’analisi di 1.200 piccole e medie imprese italiane condotta da Smau e School of Management del Politecnico di Milano. Nella ricerca sono stati messi in evidenza i cinque “comportamenti virtuosi” che stanno consentendo ad alcune PMI di fronteggiare la crisi: fare shopping “in saldo” per cui alcune PMI stanno sfruttando interessanti opportunità di acquisizione di altre imprese, magari in difficoltà finanziaria, ma con un chiaro “potenziale” di sviluppo futuro; approfittarne per fare le pulizie straordinarie senza distruggere la casa, ergo alcune imprese hanno compreso che è un buon momento per “fare pulizia” con specifico riferimento ad alcuni “angoli” nei quali si sono accumulate inefficienze nel corso degli anni. Nell’attività di ristrutturazione è importante non tagliare risorse rilevanti che potrebbero minare la capacità competitiva di lungo periodo dell’impresa. Il terzo comportamento vede alcune imprese impegnate nel tentativo di sviluppare e migliorare le capacità di analisi e di controllo dell’andamento dell’impresa e di pianificazione per il futuro.
Tali capacità, spesso poco presenti nella cultura imprenditoriale delle PMI italiane, sono fondamentali soprattutto in periodi di crisi, per evitare di “andare alla deriva”. Il quarto punto, “aguzzare l’ingegno per innovare” vede alcune aziende operanti in settori in crisi che sono state capaci di innovare i propri prodotti o i servizi collaterali, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su segmenti di mercato meno soggetti alla crisi. L’ultimo comportamento, definito come la “capacità di crearsi scorte” ha visto alcune imprese impegnate nella creazione, prima del periodo di crisi, di scorte finanziarie da utilizzare nel transitorio, anche per operazioni straordinarie. La Ricerca, oltre all’individuazione dei comportamenti virtuosi, si è focalizzata anche sull’analisi del livello di Maturità ICT delle PMI italiane. Come è stato evidenziato nella conferenza stampa di presentazione dei dati, negli ultimi due anni il livello di Maturità ICT delle PMI italiane è aumentato. In particolare le imprese “lungimiranti”, che stanno utilizzando in modo “evoluto” sia l’infrastruttura ICT che il parco applicativo, sono passate dal 12% al 17%, mentre si è ridotta la percentuale di imprese “immature”, passando dal 42% al 34%. Segno che, in media, la sensibilità delle PMI italiane rispetto all’utilizzo delle ICT è cresciuta negli ultimi anni. Più nel dettaglio, è stato presentato un “indicatore del livello di Maturità ICT delle PMI italiane ” sia a livello nazionale che regionale (con specifico riferimento alla regioni – Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia – che sono state toccate dal circuito di eventi locali organizzati da Smau e dalla School of Management del Politecnico di Milano). Se nel 2007 l’indicatore della maturità dell’ICT nelle PMI, a livello nazionale, misurava un livello di maturità ICT pari a 40 (in una scala che va da 0 a 100), nel 2009 tale valore è salito a 49.
Se guardiamo alle regioni analizzate, la Lombardia è caratterizzata da un livello di maturità ICT pari a 63, poco staccate Veneto e Emilia-Romagna, con valori pari rispettivamente a 62 e 59, più arretrata la Puglia con un valore pari a 37. Nonostante l’aumento del livello di maturità ICT, gli effetti della crisi si sono fatti sentire: nel corso del 2009, solo il 38% delle PMI analizzate ha dichiarato l’intenzione di sviluppare progetti ICT “rilevanti” nel corso del 2010, una percentuale che 2 anni fa superava il 50%. Con “maturità ICT” si intende il livello di evoluzione delle imprese in termini sia di infrastruttura (maturità infra-strutturale) che di patrimonio applicativo (maturità applicativa). Un’impresa matura dal punto di vista ICT dispone di una infrastruttura completa ed affidabile, predisposta all’evoluzione, e di un patrimonio applicativo in grado di supportare tutti i principali processi aziendali in modo integrato.
Rapporto Assinform
Secondo i dati Assinform, il mercato dell’ICT, comprendente Informatica (IT) e Telecomunicazioni (TLC), è cresciuto del 4,4%, un punto in meno della crescita media dei quattro anni precedenti, ma superiore di circa un punto a quella del PIL mondiale raggiungendo il valore di 3.012 miliardi di dollari. Questo grazie all’introduzione di nuovi prodotti, apparati, e di servizi e contenuti on line supportati dallo sviluppo degli accessi a banda larga. Il comparto dell’informatica (1,191 miliardi di dollari) è cresciuto del 4,8% a un tasso inferiore di oltre 1 punto rispetto al 2007, così come le telecomunicazioni (1.821 miliardi di dollari), cresciute del 4,2%. Gli utenti Internet hanno superato gli 1,5 miliardi. D’altro canto i dati parlano chiaro e dimostrano come i settori dell’innovazione tecnologica siano ormai entrati in piena crisi. Nel suo complesso il mercato dell’ICT (Informatica + Telecomunicazioni) , attestato a 30.347 milioni di euro, nel primo semestre 2009 ha subito un calo del -4,5%, assai più pronunciato di quello registrato nel primo semestre del 2008, quando, dopo anni di crescita, si era contratto del -0,6%. Se le TLC sono scese di – 2,5% rispetto al semestre corrispondente dell’anno prima, la frenata maggiore l’ha subita il mercato dell’informatica, con un decremento del 9%, che ha significato passare dai 10.049 milioni di euro a non oltre i 9.142 milioni. Al suo interno, l’hardware ha registrato il calo più pesante: -15,7% (per la prima volta dopo trenta anni i Pc hanno invertito la marcia in salita, passando dal + 25,8% di crescita registrato nel 1°semestre 2008 sul 2007, a -0,1% nel 1°semestre 2009 sul 2008). Ma altrettanto preoccupante è il dato sul software, sceso del 4,1%, e sui servizi informatici, solitamente più lenti a reagire, che invece hanno subito un calo di – 7,3%. La conferma arriva anche dall’indagine congiuntale Assinform, che mette a confronto le risposte di un campione di aziende It a febbraio e luglio. Rispetto a febbraio il peggioramento del fatturato a luglio riguardava il 53,5% del campione (a febbraio il 44,4%), quello degli ordinativi il 54% (a febbraio era il 44,4%). Quanto all’occupazione la crisi sta colpendo soprattutto il segmento dei consulenti esterni, che è in peggioramento per più del 64% del campione (a febbraio interessava il 55,5%).
Il mercato italiano dell’ICT in dettaglio
Il perdurare della crisi economica mondiale ha trovato evidenza in Italia anche nel primo semestre del 2009. Il secondo trimestre ha evidenziato un modesto recupero sul primo per i consumi (-1,8%), ma non per tutte le altre voci chiave: PIL (-6,0%), investimenti fissi lordi (-21,1%) ed esportazioni (-23,9%). E’ così continuata la discesa rispetto a un primo trimestre già critico, determinando una situazione difficile per la domanda di prodotti e servizi ICT. Il mercato dell’ICT – Informatica (IT) e Telecomunicazioni (TLC) – si è attestato nel primo semestre 2009 a 30.347 milioni di Euro, con un calo (-4,5%) assai più pronunciato di quello registrato nel primo semestre del 2008, quando, dopo anni di crescita, si era contratto del -0,6%). La frenata rispetto al 2008, è spiegabile da un rallentamento in entrambe le componenti, ma assai più pronunciato per la componente informatica. Il mercato dell’informatica non è infatti andato oltre a 9142 milioni, ed è risultato in calo del 9% (la peggiore performance semestrale dal 1991 ad oggi).Hanno rallentato tutte le componenti (hardware, software, servizi e assistenza tecnica), con una punta negativa molto pronunciata per l’hardware (-15,7%). Il comparto delle telecomunicazioni (infrastrutture, terminali e servizi per reti fisse e mobili) è risultato pari a 21205 milioni, in calo del 2,5% rispetto al semestre corrispondente dell’anno prima, mostrando per la prima volta pesantezza anche sul fronte dei servizi di fonia mobile (-1,2%).
Informatica
Nel primo semestre 2009 il mercato italiano dell’informatica (IT) ha raggiunto i 9142 milioni di euro, con un calo del 9% sul primo semestre 2008, quando ancora risultava in crescita dell’1,3%. Il dato si spiega con la netta contrazione degli investimenti fissi nelle imprese, e solo parte con la tendenza al downpricing. Quest’ultimo ha peraltro spinto la domanda di PC delle famiglie (+8,2% in unità) che, per quanto vivace ha solo smussato un caduta trainata dalla domanda business. Più in particolare, l’andamento del mercato IT per settori d’offerta (hardware, software e servizi e assistenza tecnica) ha mostrato cali in tutte le componenti: servizi (4377 milioni, -7,3%), software (1954 milioni, -4,1%), assistenza tecnica ( 348 milioni, -6,2%), e soprattutto l’hardware (sistemi medi e grandi, personal computer, stampanti, sistemi di storage, e altre apparecchiature) che non ha superato la soglia 2463 milioni, con un calo del 15,7%.
Telecomunicazioni
Nel primo semestre 2009 il mercato delle telecomunicazioni (apparati, terminali e servizi per reti fisse e mobili) ha generato in Italia un business di 21.205 milioni di euro, in calo del 2,5% sul primo trimestre del 2008, quando già era risultato in calo dell’1,4%. Ha pesato molto nel dato il calo (quasi doppio rispetto a quello dell’anno prima) del comparto delle fisse (9.800 milioni, -4,4%), accompagnato da un calo (sempre con riferimento all’insieme di apparati terminali e servizi)delle mobili (11.405 milioni, -0,7%). La scomposizione del mercato totale per le due macrocomponenti, investimenti e servizi, mostra una minore sofferenza per i servizi (16895 milioni, – 1,7%) e i terminali (2.540 milioni, -2,7%), e una sofferenza più accentuata e oramai perdurante per i sistemi e le infrastrutture (1.170 milioni, -8,8%) Nei servizi, in particolare, solo i VAS mobili (2.545 milioni, +6,5%) che comprendono anche SMS, MMS e altri servizi dati e Internet su rete mobile risultano in crescita. Tutte le altre componenti risultano in calo, compresa anche quelle della fonia su rete mobile (6.490 milioni, -1,2%, per la prima volta in calo dal debutto del cellulare in Italia), dei VAS su rete fissa (1.660 milioni, – 6,2%)e dei servizi su rete fissa (6.200 milioni, -4,0%), comprensivi non solo di voce, ma anche di accessi a Internet. Sul rallentamento dei servizi su rete mobile hanno influito per la prima volta l’interruzione della crescita delle linea attive (91 milioni, fra abbonamenti e carte prepagate, -0,6% nel primo semestre 2009, contro il + 6,6% del periodo corrispondente dell’anno prima) e la raggiunta stabilità del numero di utenti attivi (46,2 milioni, +0,4%, contro il + 2,1% dell’anno prima). Le note positive vengono dalla diffusione degli accessi Internet a banda larga, che interessa ora 12.055.000 utenti (+12,2% rispetto al primo semestre del 2008), per il 97% connessi con tecnologie XDSL e per il 3% in fibra ottica.