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L’innovazione secondo Umania

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L'azienda che si occupa di ergonomia e design ha organizzato un convegno sul tema al Parco scientifico Kilometro Rosso dal titolo "U- come innov-azione".

L’innovazione è un cambiamento ben riuscito, elaborato attraverso un processo di sviluppo che si traduce in investimento in tutti gli ambiti aziendali, dalla ricerca alla progettazione, dallo sviluppo tecnologico al marketing, fino alla formazione. Un processo che per mettersi in moto richiede un’alta qualità del capitale umano e di una sinergia intelligente tra le imprese. E’, questo, il filo conduttore che ha portato Umania (progetto imprenditoriale nato da un gruppo di esperti di ergonomia e design) a organizzare il convegno “U come innov-azione”, svoltosi lo scorso 10 novembre nella sede del Kilometro Rosso di Bergamo e dedicato all’esplorazione del tema innovazione, attingendo da esperienze concrete, realizzate in ambiti diversi.
“L’innovazione – ha spiegato Angelo Rondi, direttore commerciale di Umania – è un cambiamento che ha generato un risultato positivo, misurabile, evidente, lampante. E che riflette l’acquisizione di una risorsa spendibile nel futuro. Anche se può spaventare, perché i cambiamenti comportano sempre dei timori, bisogna guardare lontano e vedere i miglioramenti che si possono ottenere. Che poi faranno dimenticare le preoccupazioni iniziali”.

La prima leva dell’innovazione è la curiosità, cui segue l’azione, nella consapevolezza “che le cose che si fanno si possono sempre migliorare”, ha aggiunto Rondi.
Come nel caso della prototipazione in ambito automotive, tema sviluppato da Roberto Montanari, di RE:Lab. “La nostra società – ha sostenuto l’esperto – ha elaborato delle soluzioni d’interfaccia tra l’utente e l’automezzo che rendono più semplice e fruibile il veicolo”. Due i progetti realizzati per migliorare la mobilità: il primo riguarda la raccolta di informazioni e diagnostica, eseguita tramite una centralina applicata alla vettura, trasmesse poi ad un IPhone che in tempo reale aggiorna sullo stato della navigazione. Il secondo, sempre attraverso la lettura di messaggi provenienti da vari “sensori” installati sul mezzo, ottimizza la guida.

L’interazione tra persona-utente, persona-operatore e ambiente è stato il concetto che ha portato alla realizzazione di un letto ospedaliero, specifico per l’utilizzo in terapia intensiva, come hanno spiegato Massimo Crucitti e Lina Bonapace di Bymark (network internazionale di professionisti del design). “La novità del modello – ha osservato Bonapace – sta nell’aver preso in considerazione le modalità operative in un reparto di terapia intensiva, spesso alle prese con rapidità di decisione e intervento, per catturarne le peculiarità, al fine di realizzare un prodotto estremamente funzionale ed ergonomico al tempo stesso”.

L’innovazione applicata alla misurazione delle informazioni di ritorno sull’utilità di un metodo formativo è stata illustrata da Gianluca Gambirasio, amministratore di Olympos Group (società di consulenza e formazione commerciale), che ha portato ad esempio “il caso Lincon Electric, multinazionale specializzata nella costruzione di macchine per saldatura, che aveva necessità di acquisire nuovi clienti e incrementare la vendita dei prodotti a più alto margine. A tre mesi dallo stage di formazione, l’informazione di ritorno aveva evidenziato il raggiungimento parziale del primo obiettivo e quello totale per il secondo. Questa informazione si è rivelata utile per la programmazione dei corsi successivi, focalizzati sulla rete vendite”.
Per la Saeco, azienda leader nella produzione di macchine automatiche per caffè, l’innovazione è stata applicata al design, “per differenziare l’aspetto visivo e in parte funzionale di alcuni prodotti – hanno spiegato Ferdinando Valenti di Umania e Daniele Agosto di Saeco – con marchi diversi (Saeco e Gaggia), ma con interfaccia unica, destinati a tipologie di clientela differenti”.

Sul fronte dell’azione di marketing, particolarmente interessante si è rivelata l’azione messa in atto dalla Gioca Srl. Visto il numeroso pubblico di simpatizzanti e amici che ogni domenica segue le performance delle società sportive dilettantistiche, che “sono oltre 14mila in Italia, con circa 35 milioni di spettatori – ha sostenuto Luca Locatelli, presidente dell’azienda bergamasca – la nostra società ha deciso di proporre alle piccole realtà sportive la realizzazione, completamente gratuita, di un proprio sito internet, come le grandi squadre, nel quale inserire il marchio di uno sponsor nazionale (Tim, Snai, Ringo). Un sito semplice da gestire, con spazi che la società può utilizzare per comunicare con tesserati, simpatizzanti, Federazione. E con altri spazi, lasciati in gestione a Gioca, che questa può rivendere alle grandi aziende. Le quali, in questo modo, possono raggiungere un pubblico numerosissimo. Inoltre, una percentuale degli incassi viene girato da Gioca alle società sportive, che così possono avere entrate extra per coprire le spese per borse e magliette”. Un meccanismo che ha permesso a Gioca di attivare sinora circa 1.100 siti Internet in tutta Italia.

L’azione di marketing è oggetto anche dell’attività della SdM (School of Management) dell’Università degli studi di Bergamo, centro destinato alla ricerca e formazione manageriale, ove sono raccolte le risorse accademiche e professionali più qualificate. “Nella progettazione di corsi su misura per singole aziende – ha detto Daniela Andreini, ricercatrice e docente di Marketing dell’università bergamasca – il Centro persegue anche un rapporto di arricchimento reciproco di lungo periodo tra teoria e pratica”.

Nel corso del convegno, promosso con la partnership della Pedrali Spa di Mornico al Serio (azienda leader nel campo del design) e la sponsorizzazione della Limar di Costa di Mezzate (società ai primi livelli nel mondo nel settore della produzione di caschi per ciclismo), Francesco Gallucci, di 1to1lab (società di consulenza e di ricerca) ha illustrato “la nuova frontiera del neuromarketing, che caratterizzerà le decisioni strategiche e operative delle aziende nei prossimi anni. Insieme alla neuroeconomia, si occupa dello studio e delle modalità di decisione dei consumatori, partendo dalle modalità di elaborazione delle informazioni del cervello”. Michele Bellani, che con Angelo Rondi e Ferdinando Valenti nel 2008 ha fondato Umania, si è invece soffermato “sull’innovazione possibile dell’ergonomia, o per meglio dire di quel processo sistemico funzionale all’ideazione e creazione di prodotti, che sostanzialmente dovrebbero essere realizzati considerando al meglio le esigenze di chi li utilizza, ovvero l’uomo”.