Sempre meno le imprese che denunciano restrizioni nei finanziamenti

I risultati del V° monitoraggio sull’accesso al credito in Brianza rilevano una diminuzione delle aziende che dichiarano di riscontrare restrizioni nell'accesso al credito. Aumentano però i costi delle commissioni bancarie e la richiesta di garanzie
Resta a macchia di leopardo l’accesso al credito delle imprese industriali nella provincia di Monza e della Brianza. Lo rivelano i risultati del V° monitoraggio Crisi finanziaria e stretta creditizia: la situazione in Brianza, condotto da Confindustria Monza e Brianza su un campione di 128 imprese associate. In linea generale, rispetto all’ultima rilevazione del mese di luglio, scendono dal 51 al 42% le imprese che dichiarano di riscontrare restrizioni nella concessione del credito e sembrano dunque mettere in luce l’avvio di una fase di miglioramento dopo alcuni mesi sicuramente molto difficili.
Si conferma invece una situazione di luci ed ombre per quanto riguarda le condizioni bancarie praticate alle imprese clienti: con gli SPREAD in diminuzione ma con i costi un aumento per le commissioni di conto corrente e sulle operazioni export. Passano inoltre dal 31 al 40% le imprese che denunciano un aumento della richiesta di garanzie a copertura e dal 53 al 57% le imprese che riscontrano un allungamento dei tempi di delibera delle pratiche di affidamento. “I dati raccolti – osserva il presidente di Confindustria Monza e Brianza, Renato Cerioli – ci mostrano un tessuto industriale certamente ancora coinvolto nella grande stretta creditizia che si è verificata all’inizio dell’anno, a seguito della crisi finanziaria internazionale.
Nel contempo, però, la situazione generale evidenzia i primi segni di cambiamento e, in parte, di evoluzione positiva, che ritengo sia dovuta non solo al primo, piccolo miglioramento generale dei mercati ma anche alle manovre messe in pratica dal Governo per fronteggiare la crisi sostenendo le imprese e agli accordi sottoscritti da Confindustria e dalla nostra Associazione con i più importanti gruppi bancari.” Sul fronte congiunturale, è da segnalare il degli insoluti: nella rilevazione di luglio l’81% delle risposte le dava in aumento contro il 70 della rilevazione di novembre. Così come sono positivi i dati sul ricorso e sulla concessione della moratoria sul credito prevista dall’Avviso comune sottoscritto da Governo, Confindustria e ABI. Fra le 128 imprese interpellate, il 19% vi ha fatto ricorso e, di questo, il 72% ha già ottenuto le dilazioni previste, il 28% è ancora in attesa di risposta. Non ci sono pervenute segnalazioni di rifiuto 2 mentre, a livello nazionale, la statistica segnala che la moratoria è stata negata all’8,% delle imprese che ne hanno fatto richiesta.
“I dati sugli insoluti – osserva il vicepresidente delegato al Credito, Ambra Redaelli – sono importanti perché confermano che la fase di caduta libera dell’economia e, per conseguenza, dei pagamenti e della liquidità si è finalmente fermata. Ciò consente alle imprese di concentrarsi maggiormente sul riconsolidamento patrimoniale e riposizionarsi sui mercati. Diamo inoltre atto agli istituti bancari della puntuale applicazione della moratoria sul credito: è senz’altro una boccata d’ossigeno importante per le piccole e medie imprese che possono beneficiarne.” L’applicazione della moratoria è stata richiesta nel 44% dei casi da imprese che contano fino a 15 dipendenti; nel 32% da imprese da 16 a 50 dipendenti e nel 24% da imprese che vanno da 51 a 100 dipendenti.