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Economia/Imprese

Giustizia lumaca: alle imprese costa 2,3 miliardi di euro

giustizia

I ritardi della giustizia costano alle imprese 2,3 miliardi di euro: una "tassa occulta" di circa 371 euro per azienda che ricade su fornitori, clienti, consumatori. E maggiori costi per le imprese si riscontrano in Lombardia, con il 20% del costo totale dei ritardi

Circa 2,3 miliardi di euro l'anno: è il costo che le aziende si vedono costrette a pagare a causa della giustizia lumaca. Ritardi che ad ogni azienda costerebbero in media 371 euro e che darebbero un'idea del malfunzionamento della giustizia italiana. Lo ha reso noto il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone nella sua relazione per l'apertura dell'Anno Giudiziario in Cassazione, riportando una stima della Confartigianato. Secondo quanto dichiarato da Carbone durante la cerimonia, alla quale erano presenti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e  tutte le più alte cariche,  ci vorrebbero circa mille giorni affinché una causa civile prenda il via in primo grado e la giacenza media varia a seconda delle aree del Paese: i tempi di attesa sono di 762 giorni nel nord, 954 nel centro, 1.172 nel sud e 1.079 nelle isole. E i tempi aumentano ulteriormente quando si tratta di processi di lavoro. “I costi che l'Italia paga ogni anno per l'irragionevole durata dei processi – ha detto Carbone – non sono addebitabili a una pretesa improduttività della maggioranza dei magistrati italiani”. Le perdite dei fallimenti ammontano a 7 mila e 400 milioni di euro, complessivamente per un valore pari allo 0,6% del Pil. Maggiori costi per le imprese di riscontrano in Lombardia (20% del costo totale dei ritardi) seguita dal Lazio con 13,4% e dalla Campania con il 10,7, dall'Emilia con l'8,8. Il sistema giustizia, dunque, non sembra registrare nessun miglioramento nella classifica della Banca mondiale per il 2010.

“Tutte le nazioni – ha fatto notare il presidente della Cassazione – anno registrato lievi progressi, mentre in Italia occorrono ancora 1210 giorni per recuperare un credito con un costo corrispondente al 29,9% del debito azionato''. Male anche i costi della giustizia italiana, dal punto di vista del rapporto spesa/performance nei diversi uffici giudiziari: ''Delle spese dei 29 distretti – ha aggiunto – il 34% sono inutili, con prevalenza nei distretti del Sud: parliamo di 800 milioni di euro da spendere in meno o meglio''. Di fronte ad un quadro di questo tipo urge una riforma: “Una buona riforma ha bisogno della collaborazione di tutti”- ha detto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, nel suo intervento per l'anno giudiziario in Cassazione, dichirandosi convinto che “l'auspicata fisiologia dialettica tra i responsabili delle istituzioni e il reciproco rispetto delle opinioni che su singole questioni vengono espresse possono solo portare bene al sistema Paese le riforme possono così essere affrontate col metodo del confronto sui contenuti e auspicabilmente approvate con l'apporto delle opposizioni”. “Se l'anno in corso – ha aggiunto – “sarà quello delle riforme, il Consiglio in carica non mancherà di dare il proprio contributo”.