Il nuovo polo lombardo dell’automotive
Un settore che ad oggi conta in Lombardia oltre 100 aziende di mediograndi dimensioni, più di 50mila addetti e un fatturato complessivo di circa 15 miliardi di euro. L’industria automotive lombarda, settima in Europa e seconda in Italia dopo il Piemonte, resta uno dei settori più innovativi e dinamici, nonostante la crisi in atto.
E per parare i colpi di flessioni e cali di fatturato, e soprattutto per creare un vero e proprio network, è nato il progetto Polo Industriale Lombardo Automotive (Poli- Auto), ergo un unico sistema produttivo per rappresentare in modo coordinato l’intera realtà automotive lombarda. Il progetto, promosso da Kilometro Rosso e presentato dal capofila Politecnico di Milano, dipartimento di Ingegneria Meccanica è stato riconosciuto uffi cialmente dalla Regione Lombardia (bando Driade) tra i sette sistemi produttivi lombardi più innovativi. Il cluster dell’automotive lombardo copre le province di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco e Mantova e conta già oggi circa 70 imprese, 5 università, 11 associazioni di categoria, 7 istituzioni pubbliche e 5 consorzi di imprese.
L’obiettivo è quello di promuovere le collaborazioni attraverso la condivisione di risorse e conoscenze, per l’innovazione, l’internazionalizzazione, l’organizzazione e la logistica. A tale fi ne è stato costituito un comitato ristretto, composto da Politecnico di Milano, Parco Scientifi co Tecnologico Kilometro Rosso, ComuniImprese Scarl e CSMT, che ha l’obiettivo di svolgere le necessarie azioni di networking per la formalizzazione del nuovo “sistema produttivo”. Aderire al progetto, come aff erta il professor Gianpiero Mastinu, referente per il Politecnico di Milano, rappresenta per le imprese “un’importante opportunità per dare visibilità a livello regionale, nazionale ed internazionale a coloro che in Lombardia operano in un settore industriale strategico come quello automotive; ma soprattutto per individuare le tematiche prioritarie ed emergenti e favorire progetti di Ricerca e Sviluppo fortemente orientati ad applicazioni innovative. La messa in rete di imprese, istituzioni e centri ricerca potrà costituire inoltre una importante protezione, soprattutto per le PMI, di fronte ad andamenti congiunturali come quelli che stiamo vivendo in questi giorni”. Il Progetto al momento è messo nero su bianco in una lettera di intenti tra i soggetti protagonisti con l’obiettivo, spiega Mastinu, “di costruire un cluster dove possano collaborare le realtà produttive insieme alle amministrazioni pubbliche e università”. Secondo i dati messi a disposizione da Poli- Auto, nonostante una congiuntura non certo favorevole al settore automotive, si ipotizza comunque una crescita dal punto di vista globale e si prevede entro il 2020, un raddoppio del parco circolante mondiale.
Un ruolo centrale è giocato dalla Ricerca e Sviluppo chiamata a interpretare il processo di trasformazione in atto soprattutto sul fronte della sostenibilità ambientale: “La ricerca del cluster è orientata su tre fronti che sintetizzerei nel motto greener, saver e smarter – spiega il professor Mastinu. Quindi attenzione al verde, alla sicurezza e all’innovazione. Se la Lombardia riuscirà ad essere competitiva, le prospettive di crescita potranno essere anche migliori di quanto ipotizzato: l’integrazione della fi liera produttiva che non è mai stata neppure ipotizzata in Lombardia (eche si vorrebbe creare col progetto POLI-AUTO) potrebbe essere un fattore determinante per il progresso del settore automotive locale”. Il network Poli- Auto andrebbe ad abbracciare non solo l’ambito automobilistico e la produzione industriale ma anche: i produttori di componenti automotive per auto, motocicli, veicoli industriali e veicoli vari; costruttori di motocicli, veicoli agricoli, veicoli industriali e caravan; produttori di macchine, impianti ed attrezzature (stampi, attrezzature di assemblaggio, sistemi per l’automazione industriale); fornitori di servizi: design, progettazione CAD/CAM, prototipazione, simulazione, informatica e consulenza organizzativa; laboratori di prove meccaniche, elettriche, crash test, failure analysis, test acustici e di compatibilità elettromagnetica.
Tra gli ambiti tecnologici di maggior rilievo è possibile citare: meccanica, meccanica di precisione, elettronica, meccatronica, sviluppo di nuovi materiali di base, tecnologie di trasformazione dei materiali (esempio: stampaggio gomma e materie plastiche, lavorazioni ad asportazione di truciolo e di deformazione leghe ferrose e leghe leggere), informatica e telecomunicazioni, illuminotecnica, sensoristica e visione artifi ciale. L’industria automotive coinvolge inoltre molti altri settori legati alla componentistica; a titolo esemplifi cativo ma non esaustivo possiamo citare: l’industria del design, l’industria tessile, l’information technology. I maggiori insediamenti, in termini numerici, fanno riferimento alle province di Brescia, Milano, Bergamo, Mantova e Lecco. I dati ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), partner del sistema produttivo automotive, dimensionano nel 2008 il settore automotive nell’intera Regione Lombardia in un numero complessivo di 711 aziende. “Dalle imprese – prosegue Mastinu – è emersa la volontà di fare rete. Quali le opportunità? Una volta in rete le aziende potranno avere chiara l’evoluzione della situazione del settore e noi stessi saremo a disposizione delle aziende per capire in quale direzione andare”.