Il cantastorie tridimensionale
Intervista allo scultore-designer Silvano Bulgari, la cui mostra dal titolo “Silvano Bulgari, Sculture da indossare”è visitabile fino al 17 ottobre a Bergamo
Vi abbiamo parlato qualche settimana fa della mostra “Silvano Bulgari, Sculture da indossare”, visitabile a Bergamo fino al 17 ottobre. Storie raccontate, materiali insoliti, suggestioni, gioielli-scultura. Luxgallery ha chiesto all’artista, scultore e orafo di parlarci della rassegna e della sua attività artistica.
Come è nata l’idea della mostra “Silvano Bulgari, Sculture da indossare”?
La rassegna sta riscuotendo un enorme successo e riprende un form che esiste già da un po’ di tempo. Questo concept è stato modificato per adattarsi a un’ubicazione diversa dalle solite. Di consueto, l’esposizione viene allestita nei Palazzi della Ragione. In questo caso, il Palazzo della Provincia di Bergamo è una struttura bellissima ma frammentata. Abbiamo quindi puntato su un’estetica che ha aggiunto novità alla mostra. Per visitarla le persone si avvalgono di tutti i sensi: i suoni seguono il percorso della mostra cercando di rendere il significato della storia che si racconta. Il suggestivo gioco di luci, poi, arriva a esaltare l’opera e il suo significato.
Ci sono altre novità alla rassegna di Bergamo?
Chi visita la mostra potrà vedere due inediti, “Libero Arbitrio” e “Scintilla”. La prima è l’immagine di un demone che consola un anziano signore, che apprezza la sua compagnia. La seconda raffigura una donna incinta della Luna, che cavalca uno spicchio del nostro satellite, realizzato con un blocco di cristallo di Rocca. È una figura cosmica, portatrice di vita. In fondo la vita sulla Terra forse è arrivata dallo Spazio.
A cosa si ispira nelle sue creazioni?
Io mi considero uno scultore narrativo, un “cantastorie tridimensionale”: con le mie opere racconto delle storie, che nascono dagli incontri con le persone.
Spesso si immaginano gli artisti come geni maledetti, irraggiungibili, con cui non si può comunicare. Io cerco di entrare in contatto con tutti, di scambiare punti di vista con tutti. Le persone mi raccontano situazioni da cui mi ispiro e da cui creo altri lavori. L’arte deve essere per tutti e andare verso la gente, non viceversa.
Come vengono realizzate le opere?
Ogni opera viene realizzata in tre dimensioni: monumentale, da casa e indossabile. Quest’ultima versione riproduce l’intera scultura o solo un particolare e per crearla non uso le metodologie usate in gioelleria ma la tecnica della cera persa, utilizzata nella scultura fin dall’antichità.
Quali materiali predilige e come vengono scelti?
Per quanto riguarda i materiali, sono un ricercatore. Vado all’Università Bicocca per rintracciare materiali nuovi, in grado di creare effetti nuovi. Uso le meteoriti, ad esempio. Sono le code delle comete che nell’impatto con il nostro pianeta miscelano un materiale sconosciuto con quello terrestre: questo dà la sensazione della grandezza dell’Universo. Un’altra forma di ricerca è quella sui “materiali con memoria”: sono particolari leghe di metalli che hanno la capacità di tornare nella forma di fusione. La scultura si vede in movimento e racconta una storia.
Un artista che l’ha particolarmente influenzata?
Tutto il mondo mi influenza. La gente rimane stupita per i film in 3D, quando noi nella realtà viviamo in 3D. Per stupirci basterebbe uscire dal cinema. Non c’è un artista che mi ha particolarmente influenzato. Ci sono artisti che mi piacciono molto alla cui suggestione cerco sempre di aggiugere la mia particolare visione delle cose.
Caterina Varpi
A cura di Luxgallery