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Economia/Imprese

Le capitane d’impresa resistono alla crisi

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Le donne a capo di un’impresa in Italia ci sono e resistono alla crisi meglio dei colleghi maschi. La notizia viene da Unioncamere che ha presentato il “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”

Sono oltre 862 mila le donne che guidano una impresa individuale in Italia. Lombardia, Campania, Sicilia, Lazio e Piemonte, con i rispettivi capoluoghi, la loro terra d’elezione. Queste alcune delle considerazioni che emergono dalla lettura dei dati sulle imprese individuali femminili, presentati in occasione dell’avvio a Cagliari del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”.

L’iniziativa, promossa da Unioncamere insieme alle Camere di commercio e ai Comitati per l’imprenditoria femminile, si articolerà in 9 tappe sul territorio nazionale, dando modo alle diverse componenti istituzionali e associative di approfondire le peculiarità e le eventuali criticità dell’universo femminile. A fine giugno scorso, erano 862.367 le imprese individuali con titolare donna iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio, il 25,6% di tutte le aziende con questa forma giuridica esistenti in Italia. Rispetto al 31 dicembre 2009, si riducono di 527 unita’, pari allo 0,06%. Poco se confrontato con il totale delle imprese individuali, che, nello stesso periodo, si contraggono dello 0,33%. Alcune regioni segnano addirittura un incremento: la Lombardia per prima, che registra 741 capitane d’impresa in più in sei mesi, seguita dalla Toscana, dall’Emilia Romagna e dal Piemonte. Il segno meno, invece, precede la dinamica del semestre delle ditte individuali femminili soprattutto di Puglia, Sicilia, Campania e Sardegna. La dinamicità delle ditte individuali femminili all’interno del sistema produttivo nazionale emerge anche dalla lettura dell’andamento negli ultimi 5 anni.

Rispetto al giugno 2005, le titolari di impresa sono 25.817 in meno, ma la loro riduzione (-2,91%) è percentualmente meno consistente di quella totale (-3,63%) e meno accentuata di quella che presentano le ditte individuali gestite da uomini (-3,88%). Salvo la Toscana, unica regione che presenta un segno positivo nel confronto con il 2005, tutto il territorio nazionale registra una riduzione di imprese gestite da donne, compreso tra le oltre 5mila unità della Puglia e le sole 81 imprese in meno delle Marche. Roma, Napoli, Torino, Milano e Bari le province che concentrano il maggior numero di imprese individuali femminili. Da segnalare, tuttavia, la “vocazione” all’impresa femminile che manifestano alcune province, soprattutto, ma non solo, del Centro-Sud. E’ il caso di Avellino, Benevento e Frosinone, dove la percentuale di ditte individuali gestite da donne in rapporto al totale di questa tipologia di imprese supera il 35%. Cresce la quota di imprenditrici immigrate. Le donne di nazionalità extra-Ue, alla guida di un’impresa, sfiorano le 52mila unità, crescendo di oltre 2.000 posizioni rispetto al dicembre scorso, pari al +4,13%.

Nei cinque anni presi in esame aumentano di quasi 17mila imprese, crescendo del 47,9% rispetto a giugno 2005 e arrivando così a rappresentare il 6,0% delle ditte individuali totali a conduzione femminile e il 20% delle imprese individuali con titolare di nazionalità extracomunitaria. Anche in questo caso, la Lombardia concentra il maggior numero di imprese individuali con una donna immigrata al vertice, seguita dalla Toscana e dal Lazio. In generale la quota piu’ consistente di donne alla guida di un’impresa si conferma essere quella della fascia d’età compresa tra i 30 e i 49 anni (il 49% del totale femminile, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2005). In lieve diminuzione le imprenditrici con 50-69 anni (passate dal 34,9% al 34,7%), mentre aumentano le over 70, che rappresentano il 9,4% della ditte individuali “in rosa” (erano l’8,6% cinque anni fa). E’ la Campania, questa volta, a guidare la classifica regionale, con oltre 8mila imprese guidate da giovani donne, che, in questo caso, arrivano a rappresentare il 9,2% delle titolari d’impresa registrate sul territorio. Napoli e Roma, infine, le province in cui più giovani donne si cimentano con la vita d’impresa.