close
Economia/Imprese

Il futuro dell’imprenditoria

futuro_imprenditoria

Oggi come può crescere l’imprenditoria? Se lo sono chiesti i relatori che hanno partecipato alla tavola rotonda organizzata da Aidda Lombardia per riflettere sugli scenari futuri delle Pmi italiane

I dati Eurostat evidenziano una crescita dello 0,3% per l’economia italiana nell’ultimo trimestre. Un dato senza dubbio positivo, ma non sufficiente. Perciò è fondamentale chiedersi: “Oggi come può crescere l’imprenditoria?”.

Quesito da cui ha preso vita la Tavola Rotonda organizzata presso la sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore da Aidda Lombardia – Delegazione Regionale dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda – in occasione della celebrazione del 47° anniversario della sua fondazione. Sul tema sono intervenuti illustri esponenti del mondo politico, economico, imprenditoriale e delle istituzioni finanziarie, tra cui Roberto Nicastro, Direttore Generale di Unicredit Group. A rappresentanza dell’imprenditoria femminile e del mondo delle piccole e medie imprese italiane, gli interventi pragmatici e coinvolgenti di due socie Aidda: Patrizia Giangrossi, Amministratore Unico di Pierre Mantoux Srl by Ilcat e Consigliera Nazionale Aidda, e Emanuela Palazzani, Vicepresidente e Amministratore Delegato Rubinetterie Teorema SpA e Past President della Delegazione Lombardia di Aidda.

Monica D’Ascenzo, autrice del libro “Donne sull’orlo della crisi economica” (Ed. Rizzoli) e giornalista de “Il Sole 24 Ore”, ha moderato la Tavola Rotonda presentando per l’occasione alcuni dati su come è cambiata l’imprenditoria femminile nel tempo, messi a disposizione da Unioncamere. “Un imprenditore su quattro in Italia è donna” – spiega Monica D’Ascenzo – “Il fenomeno dell’imprenditoria femminile è in continua crescita, con una percentuale passata dal 20% del 2000 al 25,5% del 2009. Per questo motivo banche, istituzioni e politica se ne occupano con sempre maggiore interesse, soprattutto per la tenuta dimostrata negli ultimi due anni di crisi. Le piccole medie imprese italiane, infatti, hanno visto nel 2009 un calo del 1,2% per l’imprenditoria femminile, ma ben peggiore per l’imprenditoria maschile, che ha perso l’1,6%”. Dati di rilievo e di grande attualità in un Paese come il nostro dove le piccole e medie imprese costituiscono la prevalenza del tessuto imprenditoriale. Esse rappresentano il traino dell’economia, con la grande ambizione di portare il Made in Italy oltreconfine, ma oggi più che mai faticano a trovare la strada per continuare in una direzione di sviluppo. A tal proposito il Dott. Roberto Nicastro, Direttore Generale di Unicredit Group, ha dichiarato: “L’interesse della banca è creare valore ed essere vicini ai creditori. Ci sono 6 milioni di imprese in Italia: o queste imprese hanno successo oppure la banca fallisce. Per questo Unicredit intende essere il motore per l’economia reale, dando nuove risposte per agganciare la ripresa. Abbiamo, ad esempio, realizzato un contest di gara che ci ha permesso di esaminare 240 idee di impresa basate su importanti innovazioni. Abbiamo selezionato i 30 progetti più meritevoli e concediamo ogni anno finanziamenti per realizzarli”. La Tavola Rotonda organizzata da Aidda Lombardia è stata occasione per un excursus sullo stato di salute dell’imprenditoria italiana, che ha consentito di approfondire il contesto attuale. Il dibattito, inoltre, è stato alimentato dalle testimonianze di due rappresentanti dell’imprenditoria femminile intervenute alla Tavola Rotonda.

“Non ho numeri da offrirvi, ma ho un’esperienza” – inizia così l’intervento di Patrizia Giangrossi, Amministratore Unico di Pierre Mantoux Srl by Ilcat – “Dopo dieci anni di cali del 50% di consumo nel settore calze, finalmente stavamo crescendo. Vuoi perché la signora Anna Wintour, potente direttrice di Vogue America, aveva smesso di promuovere lo stylish della gamba nuda, vuoi perché erano tornati di moda i vestitini bon ton da abbinare a collant di lusso, vuoi perché ognuno di noi aveva cercato di opporsi a questo calo dei consumi con invenzioni di tutti i tipi, come i leggings. Il fatto è che stavamo crescendo. Questa crisi ci ha accolti, dunque, in un momento di splendido ottimismo e ci ha lasciati tramortiti perché i grandi magazzini hanno smesso di comprare. Abbiamo capito che dobbiamo rivedere il nostro modello di business. Come? Bisogna continuare a fare marketing e dare lustro al marchio, difendendolo e conservando la propria nicchia di mercato. Noi abbiamo chiuso il 2009 con un calo di fatturato, ma con una salvaguardia della redditività” – spiega Patrizia Giangrossi, introducendo l’importante questione del valore del Made in Italy – “Nella mia azienda il 50% del fatturato deriva da esportazioni, perciò dobbiamo affrontare tutti i giorni mercati differenti e complessi. Il 2010 sta andando meglio: i mercati esteri come la Russia, infatti, hanno ripreso vigore. Devo aggiungere, però, che noi del tessile abbiamo ancora a che fare con la questione del ‘Made in’, un vecchio problema che ancora non è stato risolto, e che mette in crisi il virtuosismo dell’imprenditore italiano”.
Il caso di Pierre Mantoux Srl by Ilcat è quello di un’azienda a conduzione familiare che da oltre settant’anni veste le gambe più belle del mondo con serietà e prestigio, distinguendosi per l’eleganza e l’attenzione ai dettagli delle sue creazioni.

“Oggi essere imprenditrice vuol dire avere coraggio”. Così ha iniziato il suo intervento Emanuela Palazzani, Ad di Rubinetterie Teorema SpA, aggiungendo: “La difesa, l’innovazione e la cultura sono i terreni privilegiati che l’impresa deve conoscere molto bene. In questo scenario estremamente critico, in cui i consumi sono crollati e il nostro Paese ha perso fortemente di competitività, l’imprenditore italiano ha però avuto il coraggio di riprendersi e di innovare. Per conquistare nuove quote di mercato in Paesi ad alta crescita, come Cina, Brasile, India, Africa, Turchia e Indonesia, occorre innovare, ovvero adeguare rapidamente i prodotti alle mutevoli domande del mercato. I potenziali consumatori di questi Paesi, infatti, richiedono un prodotto che noi definiamo ‘customized’ cioè personalizzato a piacimento. Ecco che innovare vuol dire velocizzare, lavorare per essere sempre più competitivi e riconoscibili. E’ fondamentale che gli imprenditori liberino gli animal spirits, ma per fare ciò è necessario che ci sia deregolamentazione, che si possano cioè semplificare le procedure burocratiche e si aumenti la flessibilità del sistema”. Emanuela Palazzani ha concluso il suo intervento augurando alle imprenditrici di essere sempre “indomabili con tenacia” perché solo in questo modo la donna manager saprà dire “no” quando tutti gli altri sono accondiscendenti e “si” quando tutti sono pieni di dubbi.
Il caso di Rubinetterie Teorema è quello di una media azienda con ciclo completo di produzione in Italia che ha investito nell’eco-sostenibilità creando prodotti di design e qualità a un prezzo accessibile, ma soprattutto che risparmiano il 40% di acqua senza modificare le abitudini del consumatore.