“Il nostro Paese ce la può fare”
Trasparente e che crede nel futuro. Questa è l’Italia raccontata agli Oscar di Bilancio 2011, la manifestazione che Ferpi ha promosso come ogni anno. Il suo presidente, Patrizia Rutigliano ci parla dei trend emersi dalle premiazioni e del ruolo suo e della Federazione in questo particolare momento economico mondiale
Fiducia e trasparenza sono le parole chiave degli Oscar di Bilancio 2011. La manifestazione che premia le aziende italiane che nel corso dell’anno si sono distinte per la qualità del loro bilancio ha raccontato un Paese che crede nel proprio futuro, che non ha paura di andare avanti e che vede nella chiarezza un elemento fondamentale per evitare speculazioni e fraintendimenti, soprattutto in un periodo in cui di certezze ce ne sono poche. L’evento anche quest’anno è stato promosso da Ferpi, la Federazione relazioni pubbliche italiana.
Il bilancio, primo e più importante mezzo di comunicazione che le imprese hanno a disposizione assume in un periodo come quello attuale di recessione economica e di crisi finanziaria globale un valore ancora più alto. Quelli presentati quest’anno agli Oscar sono la testimonianza di quanto le singole aziende italiane si stiano impegnando per crescere e migliorarsi e che pur in un contesto difficile si stiano dimostrando fiduciose, andando avanti giorno dopo giorno producendo, dando lavoro e avendo ben chiara la direzione verso la quale si stanno incamminando. Il presidente di Ferpi, Patrizia Rutigliano, personalità con una lunga esperienza maturata nel settore comunicazione e pubbliche relazioni ci parla di quanto è emerso dalle premiazioni appena passate e più in generale della Federazione e del ruolo delle pubbliche relazioni nelle dinamiche del Paese.
Grazie alla sua posizione e alla profonda conoscenza del settore il presidente di Ferpi ha approfondito anche i cambiamenti che sono avvenuti nella Federazione e nel suo ruolo. Un ruolo che parte dalla creazione dei sistemi di relazione tra i professionisti e che va molto oltre, comprendendo la formazione, sia univer-sitaria che di aggiornamento continuo dei suoi associati. Partiamo con gli Oscar di Bilancio 2011. Possiamo dire che rappresentano una sorta di fotografia del panorama imprenditoriale italiano.
Cosa è emerso dalla manifestazione di quest’anno?
E’ evidente che questo non sia stato un anno facile e che le complessità che sta affrontando il nostro Paese in questo 2011 abbiano finito con l’influenzare il giudizio sui bilanci 2010. Abbiamo privilegiato l’industria, per valorizzare l’economia e le imprese italiane; e in parte abbiamo operato in una logica di sistema, per dare fiducia a quei gruppi che devono contribuire alla crescita del Paese. Accanto a un settore in forte evoluzione come quello delle organizzazioni non profi t, che ha registrato un altissimo numero di partecipanti, segno che il terzo settore sta approfondendo sempre più il ruolo che il bilancio riveste nelle relazioni con i propri referenti, rileviamo che è ancora alquanto incompleta la comunicazione economico-finanziaria fornita da alcune piccole e medie imprese. Su questo, molto ancora possiamo e dobbiamo fare ed è anche in una logica di formazione che Ferpi vuole operare.
La trasparenza alla base della comunicazione. Perché sembra essere più importante in questo periodo rispetto ad altri?
La trasparenza non è un elemento distintivo rispetto ai competitor né possiamo permetterci di essere trasparenti a intermittenza, e comunicare solo quando siamo tenuti o ci interessa farlo, per poi fare un passo indietro quando dobbiamo dar seguito agli annunci fatti. In tempi come questi, dove le certezze messe in discussione sono molte, una comunicazione corretta ed esaustiva contribuisce a prevenire quegli effetti indesiderati che la speculazione, la confusione di giudizi o le grida incontrollate possono provocare in un mondo spesso dipendente da logiche sincopate. Stabilisce relazioni, crea fiducia, allarga il consenso. In poche parole, rende credibili.
Dal 1980, anno dal quale l’Oscar di Bilancio è stato organizzato dalla Ferpi molto è cambiato. La crisi economico finanziaria iniziata nel 2008 ha influito in modo determinante su tutto il mondo imprenditoriale e della comunicazione. Cosa può dirmi in proposito?
La lunga crisi economico-finanziaria sta mostrando a tutti il vero significato del concetto di responsabilità sociale d’impresa. E anche di sviluppo sostenibile. Oggi nelle aziende il processo di sostenibilità è sempre più integrato con il processo di business ma la strada davanti è ancora lunga. Integrazione dei processi significa che, sulla base di esigenze interne e di sollecitazioni esterne, gli obiettivi di sostenibilità devono essere coerenti e allineati con la “capacità” di business, e che i rispettivi progetti devono essere inseriti nei periodi di piano. Un meccanismo che, oltre a riflettersi all’esterno, può svolgere un ruolo cardine anche all’interno delle realtà aziendali, per sensibilizzare ulteriormente l’implementazione delle iniziative di miglioramento. E la sempre maggiore importanza rivestita dagli indici etici è un’attestazione di come la business community, e non solo quella, apprezzi e valorizzi tali sforzi.
Dagli Oscar di Bilancio di quest’anno emerge una profonda fiducia nel futuro. Da cosa deriva secondo lei?
Chi partecipa all’Oscar fa parte di per sé di una comunità virtuosa, ossia di quell’insieme di organizzazioni e imprese che credono in una co-municazione trasparente, accurata ed esaustiva; accettano il confronto e il dibattito. Queste organizzazioni condividono la consapevolezza del loro ruolo sociale, consce del contributo che la loro azione apporta alle comunità. Questo senso di responsabilità, che si traduce in azioni concrete verso i propri clienti, fornitori, associazioni, collaboratori, istituzioni, rende le imprese fiduciose nelle capacità di realizzazione dei propri piani e nella conseguente riconoscibilità. Credo sia questa una delle chiavi di successo dell’Oscar.
Qual è il ruolo di Ferpi in questa manifestazione?
Da molti anni Ferpi promuove, gestisce e organizza il premio alla rendicontazione economico-finanziaria, un laboratorio permanente frutto della collaborazione e del continuo confronto con le associazioni e i professionisti fin dagli inizi impegnati in questo lavoro di analisi. E’ Ferpi a coordinare tutta la complessa macchina organizzativa. Gherarda Guastalla Lucchini, a cui da oltre dieci anni il Consiglio Nazionale Ferpi ha affidato la delega per l’Oscar di Bilancio, coordina il coinvolgimento delle 15 associazioni professionali che, con quasi 200 professionisti, valutano e selezionano i bilanci pervenuti. E’ questa rete di contatti e relazioni che rende l’Oscar un premio unico per autorevolezza e trasparenza.
Secondo lei, rispetto al 1970, anno della fondazione della Federazione, cosa è cambiato in Ferpi? E nelle pubbliche relazioni?
Oltre al networking, occuparsi di relazioni pubbliche è stato a lungo interpretato da molti, operatori compresi, come un mestiere da imparare sul campo. Una tecnicità frutto di esperienza e operatività. La nostra professione oggi richiede invece un approccio sempre più razionale e controllabile e organizzazioni sempre più efficaci da punto di vista delle strategie di azione. Servono competenze manageriali e approcci professionali condivisi. Credo che Ferpi stia dando un contributo significativo a questo passaggio culturale, dal punto di vista dell’autorevolezza e della rappresentatività.
Comunicare è diventata per le aziende un’esigenza sempre più importante. Quali sono le motivazioni secondo lei? In questo senso in che modo Ferpi può dare il suo contributo?
La motivazione fondamentale sta nella stessa definizione di azienda. Oggi non si parla più di azienda come di un tutto autosufficiente, ma di un’organizzazione comunicativa. E’ nell’intreccio delle sue relazioni che l’azienda trova la forza per crescere ed espandersi. I fenomeni della globalizzazione o della network society hanno ratificato un processo già in atto. Oltre l’80% del valore di un’azienda dipende dal valore del brand, della reputazione, dell’esperienza dei suoi collaboratori, oltre che dai suoi asset materiali e finanziari. In questo contesto la comunicazione assume un ruolo fondamentale, di stimolo e amplificazione oltre che di coordinamento di tutte le funzioni di volta in volta preposte. E uno dei compiti di Ferpi è proprio quello di aiutare le imprese a cogliere le opportunità offerte da questo contesto.
Attuale direttore relazioni istituzionali e comunicazione di Snam; Autogrill e e.Biscom/Fastweb le aziende con cui ha lavorato prima, sempre in posizioni di responsabilità. Un curriculum davvero impressionante. Quale l’esperienza più significativa?
Devo dirle la verità…sono tutte egualmente impresse nella mia mente, sia pur per ragioni diverse. Ognuna, ma anche quelle precedenti, in Comune a Milano e in ambito giornalistico, hanno costituito un pezzo importante della mia formazione professionale e personale. E’ importante rendersi conto di come poi tutto torni. L’esperienza in Comune a Milano mi è servita subito dopo, quando mi sono occupata dei cablaggi delle città e mi serve adesso che mi occupo della realizzazioni di importanti infrastrutture sul territorio. Le fasi all’estero, in tempi di studio o di prime occupazioni, sono state la base di partenza per le operazioni di M&A seguite quando ero in Autogrill. E il giornalismo mi è servito per riuscire ad immergermi ogni volta in settori sempre diversi.
Come Presidente di Ferpi, quali sono i suoi compiti principali?
Direi che in questa difficile fase è fondamentale dettare la linea sulla nostra professione e avviare una profonda riflessione sul nostro modello associativo. Come dicevo prima, la nostra professione è profondamente cambiata, direi in meglio, anche se il ruolo è diventato decisamente più impegnativo. Le competenze e gli ambiti di azione si sono allargati. E’ tempo di adeguare Ferpi alle nuove esigenze e alle mutate condizioni.
Eletta da meno di un anno. Che valore aggiunto crede di aver dato alla Federazione in questo seppur limitato periodo di tempo?
Sto insistendo molto su alcune tematiche che ritengo fondamentali nel periodo storico che stiamo vivendo. La trasparenza sicuramente, la formazione e le competenze, l’esigenza di ampliare la rappresentanza della stessa Federazione. E devo dire che lo spirito di squadra all’interno del gruppo dirigente è molto forte in tal senso. Siamo uniti e crediamo molto nei valori della nostra professione. Una carica che è solo all’inizio.
Come crede che sarà Ferpi nel 2013, allo scadere della sua presidenza?
Accidenti, come guarda in avanti! E’ importante avere visione e strategia, altrimenti si proolo per scelte tattiche di breve effi cacia, ma sono abituata a procedere per piccoli passi. Noi tutti componenti del gruppo dirigente siamo consapevoli di avere davanti un lavoro importante da svolgere per la nostra Federazione. Crediamo davvero che questa pro-fessione possa, per quanto di sua competenza, dare un contributo allo sviluppo e alla crescita del Paese…ma qualche correzione in corsa si rende necessaria.
In tempi in cui si parla molto di quote rosa, crede che l’essere donna l’abbia favorita o limitata nella sua carriera?
Devo essere sincera: non credo mi sia mai posta il problema. E penso non lo abbiano fatto neppure le organizzazioni con cui ho lavorato. Le quote rosa servono per rompere le barriere all’ingresso, ma le competenze fortunatamente non sono di genere. Detto questo, dedico molto tempo alla valorizzazione delle risorse con cui lavoro. E quanto ai colleghi… se qualcuno insiste con la maggiore sicurezza delle scarpe basse sui luoghi di lavoro di certo non rinuncio per questo ai tacchi.