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Economia/Imprese

Istant mission in Turchia, tra Europa e Asia la nuova frontiera per gli investimenti italiani

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Un mercato potenziale da 75 milioni di abitanti ai confini della UE, PIL triplicato nel primo decennio degli anni Duemila, incentivi agli investimenti e l’imposta sul reddito delle società ridotta dal 33% al 20%: sono solo alcune delle ragioni che rendono la Turchia la nuova frontiera degli investimenti italiani

Per favorire i contatti tra gli operatori del settore è in programma per l’8 aprile la prima Instant Mission in Turchia organizzata a Istanbul dall’associazione VICINA. Durante il workshop “Incentivi e strategie a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese in Turchia” l’approfondimento degli aspetti contabili e fiscali è affidato a Diacron Group, società di consulenza internazionale che opera in diverse aree strategiche del mondo, da Dubai a Nanchino.

Diacron crede nel mercato turco, tanto da decidere di aprire a Istanbul uno studio di consulenti italiani in partnership con la società locale IRMAK. “La Turchia è un Paese in continua crescita da più di un decennio e con enormi potenzialità” commenta Giacomo Luccisano, referente del gruppo per Istanbul. “Sono molti i fattori che sottolineano un trend contrario a quello europeo. Siamo in un Paese dove i consumi crescono del 6-7% su base annua. L’età media della popolazione è di 29 anni. I giovani, che rappresentano il 60% della popolazione, sono anche molto attratti dal made in Italy: sotto questo aspetto le aziende italiane possono guardare alla Turchia non solo come base produttiva ma anche come mercato di sbocco“. Tra i settori maggiormente coinvolti spiccano il tessile e l’automotive, ma ci sono anche molte imprese che investono nell’alimentare.

All’Instant Mission parteciperà anche Nicola Longo Dente di YapiKredi (la banca turca controllata da Unicredit e Koc Holding) che affronterà temi relativi al sistema bancario. “L’espansione del credito nel 2012 è stata del 15%. Le banche Turche sono ben capitalizzate e ben regolate dall’Autorità di controllo locale. Hanno una buona liquidità e la qualità del credito è elevata con le sofferenze al 2,8%. Il governo Turco offre incentivi agli investimenti: ha 4 diversi programmi e suddivide il paese in 6 zone geografiche“.

Secondo i dati del Ministero dell’Economia turco le aziende che hanno azionisti italiani sono oltre 1.000 e l’interscambio commerciale con l’Italia si è attestato a 19,7 miliardi di US$. “La Turchia è già cresciuta molto e secondo il FMI crescerà ad un tasso medio annuo del 3.9% nel periodo 2012 – 2017”.