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Economia/Imprese

Bankitalia e Consob, accuse a vicenda

Consob guidata da Giuseppe Vegas, con sede a Milano ha il compito specifico dei vigilare sulle attività di borsa e di mercato per tutelare i risparmiatori. Bankitalia, fino all’avvento della BCE e quindi dell’euro, si occupava di stampare lire: oggi ha il compito di vigilare direttamente sulle banche per garantire la stabilità e la sicurezza del sistema con una funzione diretta per la tutela del risparmio.
Ad una semplice, ma veritiera lettura, si intuisce che sia Consob che Bankitalia hanno compiti di controllo simili. Detta collaborazione funziona (o dovrebbe funzionare) con un interscambio preciso ed esaustivo di informazioni. Oggi, invece, accade che il direttore generale della Consob, Angelo Apponi, ed il capo della sorveglianza di Bankitalia Carmelo Barbagallo si accusino a vicenda, senza esclusione di colpi, nel merito del dissesto delle due banche venete. Fino a venerdì u.s. entrambi i responsabili hanno parlato singolarmente davanti ai membri della Commissione Bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario. Dopodiché la Commissione ha votato a maggioranza la trasformazione delle audizioni dei due responsabili in testimonianze ai sensi di quanto previsto dal codice di procedura penale. Fino a qui Barabagallo ha spiegato che era stata la vigilanza puntuale della Banca d’Italia ad aver rilevato lo stato di criticità che si stagliava sia su Veneto Banca che su Popolare di Vicenza. Bankitalia infatti aveva accertato, documentalmente, il fenomeno capzioso delle cosi dette “operazioni baciate ”: cioè l’acquisto di azioni della banca tramite finanziamente diretti dello stesso Istituto. Quindi Barbagallo ha acclarato il comportamento corretto di Bankitalia la quale ha fatto tutto quello che era nei suoi poteri azionando ispezioni ad hoc, informando la magistratura nel merito e dando contezza documentale anche alla Consob di tutto quanto rilevato. In risposta a questa affermazione di Bankitalia, però, Consob ha replicato che Bankitalia, nella realtà, non abbia fatto assolutamente capire, alla Consob, quale fosse il reale stato dell’arte in seno alle due banche. Appare chiaro, quindi, che sia Bankitalia che Consob erano perfettamente a conoscenza entrambe di quello che stava accadendo sia a Vicenza che a Montebelluna. Ad attestare ciò vi sono le carte che Casini, presidente della Commissione, vuole acquisire e che dimostrano inconfutabilmente che sapevano cosa stesse acacdendo tutte e due gli organi di sorveglianza.
Martedì 14 Novembre si è aperto in Commissione, il caso MPS. Al termine delle prime sedute su questo caso di Consob e Bankitalia seguirà l’audizione dei magistati che stanno indagando sulla banca senese.
Come sempre vi è da rilevare come i potenti d’Italia premevano affinché sulla vicenda di Vicenza e Montebelluna “le cose” non prendessero una brutta piega. Ciò fino a quando non è intervenuta l’Europa.
In tutta questa querelle alla fine molti hanno convenuto che era meglio spennare il povero risparmiatore facendogli intendere che le azioni delle due banche che lui era costretto ad acquistare se voleva, di fatto, avere un fido, potevano valere fino a 62 Euro. Una vera e propria truffa con i baffi!

Articolo di Fabio Accinelli