I derivati finanziari: tipologie di investimento, regolamenti applicabili e rischi correlati
L’affermazione dei prodotti derivati come allettante tipologia di strumenti finanziari (remunerativa nei profitti, ma non priva di rischi), suscita da sempre l’interesse dei piccoli investitori, oltre che del settore professionale di riferimento.
Il loro valore "deriva" da quello di un asset sottostante e, in linea teorica, assolvono una funzione di copertura, proteggendo l’investitore da un particolare rischio di mercato.
In pratica, non si può non ammettere che i derivati devono il loro successo soprattutto alla gestione a fini speculativi.
Cosa sono i derivati finanziari
I prodotti derivati sono strumenti finanziari complessi che, grazie alla diffusione sui mercati di capitali, hanno acquisito un ruolo centrale e incisivo nell'economia globale.
L’etimologia del nome suggerisce che non sono titoli dal valore intrinseco, ma che traggono il loro valore da attività finanziarie e valute (financial derivatives), o beni reali (commodity derivatives), subendo o avvantaggiandosi delle variazioni del prodotto referente. Il titolo a cui i derivati si agganciano viene denominato "sottostante" (underlying asset), indicando in questo modo che il prezzo del derivato dipende dal valore di un’attività che non si possiede e della quale si negozia il rischio senza acquistarla direttamente, il cui valore è osservabile ma sconosciuto al momento della negoziazione.
L’investimento in strumenti finanziari derivati può essere vantaggioso, ma può anche comportare rischi notevoli: per questo motivo va gestito con abilità e oculatezza. Ottimale, dunque, non utilizzare il "fai da te", ma affidarsi ad un professionista in grado di analizzare le reali necessità di investimento e consigliare di conseguenza. Consulenza Legale Italia fornisce assistenza specializzata e professionale in diritto bancario, con applicazioni pratiche agli investimenti finanziari. Ulteriori informazioni e approfondimenti sono reperibili sul sito www.consulenzalegaleitalia.it., dal quale è possibile anche inviare una richiesta di consulenza gratuita, compilando il form dedicato.
Finalità e tipologie dei prodotti derivati
Il valore deI derivati finanziari dipende dal verificarsi, in futuro, di un evento relativo all'attività sottostante e vengono utilizzati, principalmente, per il raggiungimento di tre finalità:
- esigenze di copertura e riduzione dei rischi finanziari di un portafoglio preesistente (hedging);
- finalità speculative, esponendosi al rischio legato all'esito dell’operazione finanziaria, per trarre un profitto dall'investimento;
- finalità di arbitraggio, rivolte ad ottenere un profitto privo di rischio, operando su piazze diverse per cogliere le differenze di valorizzazione del "sottostante".
Dal punto di vista delle caratteristiche strutturali, i prodotti derivati possono essere inquadrati, in quattro tipologie.
- Forward, contratti di compravendita "a termine", regolati in modo che la consegna dell’attività oggetto del contratto avvenga in data futura, mentre il prezzo di consegna resta fissato in contemporanea alla stipula contrattuale. La conclusione dell’accordo può avvenire sia con l’effettiva consegna del bene che attraverso il pagamento in contanti di differenziali.
- Future, un altro genere di contratti "a termine", in cui le parti si impegnano a scambiarsi, ad una scadenza stabilita, una certa quantità di prodotti "sottostanti", fissando anche il prezzo della negoziazione. A differenza dei forward, sono standardizzati, quindi negoziabili secondo le condizioni di mercato.
- Swap, come si evince dal nome, hanno la forma di un "baratto", in cui le due parti si scambiano flussi finanziari; questa operazione può avvenire una tantum o avere cadenza periodica (Interest rate swap); lo scambio può essere attuato adottando uno schema predefinito e l’attività può anche essere diversa per ognuna delle due parti (ad esempio, i pagamenti possono essere espressi nella stessa valuta o in valute differenti).
- Opzioni, contratti attraverso i quali una delle due parti acquista il diritto (non l’obbligo) di comprare o vendere una certa quantità di un bene "sottostante", da esercitare entro una data stabilita, ad un prezzo prefissato.
L’influenza della leva finanziaria sui derivati
In questo genere di investimenti, un ruolo di particolare importanza è ricoperto dalla leva finanziaria (leverage), che consente all'investitore di effettuare l’acquisto o la vendita di un asset per un importo superiore al capitale disponibile. In questo modo l’investitore potrà beneficiare di un profitto maggiore, ottenuto sborsando una somma inferiore a quella che sarebbe stata necessaria per l’acquisto diretto del "sottostante". Di contro, però, questo sistema espone l’investitore al rischio di perdite più rilevanti, perché il profitto, dipendendo dal valore dell’asset, non è conosciuto né, tanto meno, certo.
Tutto ciò non può che confermare la connotazione tipica degli strumenti finanziari derivati, ovvero quella di essere oggetti di investimenti dalle interessanti potenzialità positive, ma nei quali si possono evidenziare altrettanti risvolti negativi. Da affrontare, pertanto, con la giusta dose di opportunità e, soprattutto, di imprescindibile cautela.