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Economia/Imprese

Il CFO si fa agile

Mai come in questo momento le aziende hanno bisogno di avere una professionalità che li aiuti a capire come sviluppare il proprio business pur stando in una situazione in cui la liquidità è scarsa.

Ad avvalorare la situazione indigente delle imprese è l’Istat che nell’ultimo rapporto sulle imprese di fronte all’emergenza sanitaria da Covid 19, parla di calo del fatturato tra giugno e ottobre 2020 (rispetto allo stesso periodo del 2019) del 68,4%, mentre il 37,5% ha dovuto chiedere il sostegno pubblico per la liquidità e il credito.
Inoltre, il 32,4% (con il 21,1% di occupati) ha segnalato rischi operativi e di sostenibilità della propria attività. Per le imprese che hanno segnalato un calo degli incassi il 45,6% ha avuto riduzioni tra il 10% e il 50%, il 13,6% oltre il 50% e il 9,2% di meno del 10%.

Una delle figure professionali che può mettere le aziende nelle condizioni di resistere e riorganizzare le attività in funzione della pandemia è il Cfo, acronimo di Chief Financial Officer.  Nell’immaginario collettivo questa figura è sempre stata legata alle grandi aziende, sia per la loro complessità e sia per motivi economici. Il Cfo mette insieme la parte amministrativa, finanziaria e del controllo di gestione. Deve avere una preparazione che comprende una grande capacità di analisi e di vision delle varie particelle che compongono un’azienda e del mercato di riferimento, per capire dove intervenire per migliorare la situazione economica dell’impresa.

Oggi il Cfo diventa agile, ovvero è più vicino alla piccola azienda e interviene all’occorrenza. È il caso di Valerio Vimercati amministratore di Ratinglab www.valeriovimercati.it, che ha fatto dei numeri il suo lavoro, dopo più di 20 anni di esperienza è diventato il “pronto intervento” delle piccole e medie imprese in questo periodo.

Attraverso un lavoro di verifica, analisi e pianificazione riesce a dare all’impresa un business plan prospettico, definisce il mix di risorse delle attività finanziarie e predispone la documentazione per poter attivare il piano di azione.

I vantaggi per l’azienda

Dal Cfo agile escono delle soluzioni, quelle che mettono l’azienda in condizione di avere più liquidità, correggere la gestione degli incassi e i pagamenti, trovare gli strumenti finanziari con delle condizioni più vantaggiose (finanziamenti agevolati, utilizzo di credito d’imposta, anticipi di cassa integrazione…), correggere il coefficiente di indebitamento, e verifica come evitare la sottocapitalizzazione dell’azienda. Queste alcune delle aree di maggiore criticità delle PMI in questo periodo.

Case study

“Il settore piscine è uno di quelli maggiormente colpiti, – racconta Valerio Vimercati – un cliente che gestisce le piscine, con dei costi fissi abbastanza importanti, era nettamente in perdita: dopo un’analisi della situazione, abbiamo esaminato i costi minimi da sostenere per mandare avanti l’attività, seguita da una pianificazione finanziaria per evidenziare tutti gli incassi e le loro aspettative future.  Abbiamo creato un business plan prospettico per dimostrare la capacità dell’azienda di far fronte ai vari impegni. Seguito da una definizione di un mix di risorse attivabili: sistema bancario, l’istituto di credito sportivo, prestito obbligazionario, e infine, la predisposizione documentale per formalizzare le richieste per ciascuna risorsa finanziaria attivabile. Il risultato è stato un piano di azione avviato in tempi brevi e che ha evitato la chiusura dell’azienda.

L’uso di software proprietari che utilizzano i big data e l’intelligenza artificiale ci ha permesso di essere molto precisi nelle nostre valutazioni che si sono tradotte in indicazioni strategicamente rilevanti per l’azienda.”