Il mistero della natura secondo Magritte

La mostra al Palazzo Reale di Milano dedicata all’approccio del celebre artista al tema della natura: dai paesaggi “interpretati” ai limiti della vita dell’uomo
Dal 22 novembre 2008 al 29 marzo 2009, Palazzo Reale di Milano ospita un’importante iniziativa dedicata a René Magritte e al suo approccio al tema della Natura. Nella mostra “Il Mistero della Natura”, vengono presentati cento dipinti, oltre a tempere e sculture, provenienti dai Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio (la collezione pubblica più importante al mondo di opere di Magritte), e da numerosi collezionisti privati. La mostra è curata da Michel Draguet, direttore generale dei Musées Royaux des Beaux Arts del Belgio, e da Claudia Beltramo Ceppi, in collaborazione con Charly Herscovici, presidente della Fondation René Magritte, e da Paolo Vedovi. Un evento ideato da Claudia Zevi e Partners, e prodotta dal Comune di Milano – Palazzo Reale con A2A, Civita e Giunti
Arte, che si avvale della prestigiosa collaborazione dei Musées Royaux des Beaux Arts de Belgique e della Fondation Magritte. L’approccio di Magritte al tema della natura è affrontato partendo dai primi, e quasi sconosciuti dipinti futuristi, passando dalle immagini più oscure del periodo fra le due guerre, fino ai celeberrimi dipinti prodotti dagli anni ’50 in poi. Tra questi, si devono segnalare alcuni capolavori, come “Souvenir de voyage” del 1961, che rappresenta una mela verde mascherata per il carnevale, o “L’heureux donateur” che racchiude i motivi ricorrenti della sua visione specifica della natura, o ancora il famoso “L’empire des lumières” con la casa immersa nel buio di un parco sullo sfondo di un cielo azzurro coperto da nuvole bianche. La mostra di Palazzo Reale delinea così la statura di uno dei pochi artisti del ‘900 che ha posto la natura al centro della sua ricerca, mettendola in relazione con le caratteristiche e i limiti della vita dell’uomo moderno. I personaggi, gli interni, le nature morte dialogano con gli elementi della natura e compongono paesaggi interpretati, rivisti, con l’occhio di un lucido e spregiudicato
intelletto moderno, sempre presente e sempre attento agli occhi dello spettatore, al punto che alcune delle icone di Magritte sono divenute ormai parte integrante del nostro immaginario collettivo. Il ‘mistero’ magrittiano ha conosciuto numerose declinazioni nella sua opera, “in ultima istanza – afferma Michel Draguet – non è altro che la natura in quello che essa ha di non riconducibile alla cultura. La natura è onnipresente nel suo percorso artistico. Fornendo da un lato una miriade di temi che l’artista esplora e combina a piacere e costituendo d’altro canto la cornice di ogni cosa, il contenitore a partire dal quale si determina ogni forma di conoscenza”.