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Economia/Imprese

Ottimismo e investimenti: la risposta dei manager lombardi alla crisi

roth

Malgrado la crisi le aziende lombarde in larga maggioranza continuano a pensare positivo e in funzione di questo investono, innovano, recuperano efficienza. A dirlo è Fiera Milano che, nonostante le difficoltà, registra un atteggiamento positivo da parte degli imprenditori lombardi

«Le piccole e medie aziende lombarde non danno ascolto ai profeti di sventura e guardano al futuro con ottimismo, direi con una visione anticliclica che è quella più corretta». Lo afferma Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera Milano, che ha presentato l’aggiornamento a fine 2008 dei dati dell’ Osservatorio economico territoriale dell’ Area Studi, Sviluppo e Formazione di Fondazione. Dal 2000 l’Area raccoglie interviste a campione a diecimila aziende dei settori meccanica strumentale, moda e arredamento, che partecipano alle circa 40 esposizioni all’anno dedicate a questi settori a Fiera Milano.

Il rapporto registra le variazioni degli investimenti e della fiducia nel mercato, a partire da indicatori come fatturato, investimenti e nuovo personale. Si è concentrato su 1.100 imprese espositrici (quasi l’80 per cento con meno di 50 dipendenti) il primo focus lombardo, che punta l’occhio agli ultimi tre mesi del 2008, ossia quelli che più hanno risentito della congiuntura negativa.

”L’imprenditore lombardo- sintetizza Roth – è più critico nei confronti del sistema economico nazionale, ma ha un atteggiamento positivo; il dato è in leggero calo rispetto al 2007 ma la quota di aziende che vede il futuro con fiducia è sempre maggiore rispetto alla quota dei pessimisti”.

Una carica che si chiama investimento nell’innovazione, soprattutto nel settore della moda e della meccanica. Meno esaltante invece il dato che riguarda l’arredamento.

Enrica Baccini, responsabile dell’Area Studi, spiega che i tre settori sotto esame sono tra i più tradizionali del made in Italy, ma anche tra quelli che più credono e investono capitali nello sviluppo tecnologico.

Le aziende lombarde, che producono il 21% del Pil, avevano pronosticato già nel 2007 la crisi che sarebbe arrivata l’anno dopo. Lo studio segnala in genere un calo di ottimismo nel futuro dell’economia italiana, al minimo storico per il primo trimestre del 2009, e proprio i lombardi sono i meno fiduciosi.

Eppure contano su se stessi, come se ci fosse una distanza tra il loro impegno e il sistema politico ed economico del Paese. Dunque prosegue l’investimento nell’innovazione. Solo nella meccanica, l’aumento passa dallo 0,3% tra 2005 e 2006 allo 0,5 nel 2007-2008.