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Fotovoltaico, un’opportunità per il rilancio

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Prosegue il viaggio di B&G nel mondo delle energie rinnovabili. In questa seconda parte a parlare è Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, che in un'intervista parla delle nuove opportunità offerte dal fotovoltaico  

Speciale Energie rinnovabili – Parte seconda

Una nuova opportunità di rilancio che passa dal fotovoltaico. A dirlo sono i numeri: nel corso del 2009 si prevedono installati ulteriori 500MW di potenza fotovoltaica, pari al doppio della potenza entrata in esercizio nello scorso anno ed entro il 2020, in Italia si potrebbe addirittura arrivare a 200mila posti nel settore. Numeri che arrivano direttamente da Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, Associazione Nazionale dell’Industria Fotovoltaica, riconosciuta a livello istituzionale quale autorevole controparte nella discussione di tutti i provvedimenti in emanazione e rappresenta le esigenze della categoria del settore fotovoltaico nei confronti di tutti gli interlocutori.

Il pacchetto clima-energia e gli obiettivi al 2020 sono un’occasione importante per una svolta energetica anche in Italia. Un’occasione che si sta cogliendo?
Nelle scorse settimane è stato pubblicato in Gazzetta il pacchetto clima energia UE 2020. La direttiva sulle rinnovabili dovrà essere applicata entro 18 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta e, comunque, i provvedimenti implicano una serie di adempimenti per i quali l’Italia ha già iniziato a muoversi. Nel caso delle rinnovabili il nostro Paese ha stabilito di ripartire l’obiettivo a livello regionale con un decreto del Ministero dello sviluppo economico da adottare entro giugno.

Qual è lo stato di salute del settore fotovoltaico?
L’Italia è uno dei paesi dove la crescita è stata particolarmente significativa nei primi mesi del 2009. A fine 2008 la potenza cumulata nel nostro paese era di 280MW, al 19 marzo 2009 è stata di 412MW, con un fatturato di 1 miliardo e 854 milioni di euro. Più 47% in due mesi e mezzo e, secondo gli ultimi dati del GSE, nel corso del 2009 si prevedono installati ulteriori 500MW di potenza fotovoltaica, pari al doppio della potenza entrata in esercizio nello scorso anno. Le domande di ammissione agli incentivi del Conto Energia, pervenute al GSE negli ultimi mesi evidenziano il trend di crescita della potenza fotovoltaica: 40MW nel mese di gennaio 2009; 60MW a febbraio 2009 e, presumibilmente, oltre 80MW in tutto il mese di marzo. Ad oggi oltre 33.000 sono le domande di ammissione pervenute al GSE, per una potenza di circa 430MW. Per quanto riguarda gli incentivi il Gestore dei Servizi Elettrici ha già erogato, in totale, circa 100 milioni di euro. In Italia su 32,442 impianti connessi, il 93% è di taglia fino ai 20KW, il 5% da 20 a 50KW mentre solo il 2% è di taglia oltre i 50KW.

Quali sono i principali vantaggi per un’azienda che vuole investire nell’energia solare?
L’Italia, grazie al conto energia, rappresenta oggi uno dei mercati più interessanti e il fotovoltaico, a differenza di altri settori, non sta vivendo un momento di crisi ma anzi rappresenta una nuova opportunità. Basti pensare, ad esempio, al settore metalmeccanico dove carpentieri e componentisti oggi producono per l’industria del solare o a quello delle telecomunicazioni dove tante competenze sono a disposizione della ricerca e dello sviluppo sulle nuove tecnologie. Rispetto a cinque anni fa il costo della produzione di energia da fonte solare fotovoltaica si è notevolmente ridotto e il trend futuro indica un raggiungimento della parità di costo con le fonti fossili in pochi anni.

Quali sono i principali ostacoli per l’ulteriore sviluppo del settore?
Non ultima, la nuova circolare dell’Agenzia del Territorio, la risoluzione del 6 novembre 2008 n.3, con cui l’Agenzia ha classificato gli impianti fotovoltaici come opifici, stabilendo così l’obbligo del pagamento dell’ICI. Assosolare, come già reso noto pubblicamente, ritiene che vi siano circostanziate ragioni per escludere l’applicazione dell’ICI ai pannelli fotovoltaici; in primo luogo perché i parchi non costituiscono un opificio in senso tecnico (categoria catastale D1), in assenza di una connessione strutturale tra i pannelli e il terreno. Il che dovrebbe avere un effetto di riduzione sostanziale della base imponibile ICI. Un altro argomento oggetto di discussione riguarda la natura pubblica delle finalità del fotovoltaico, sancita per legge dal decreto legislativo n. 387/2003, unitamente alla peculiarità strutturale dei parchi (che insistono su terreni che mantengono la propria destinazione ed uso “agricolo”). A valle delle valutazioni tecniche, sul piano economico l’ICI rappresenterebbe un onere insostenibile per il settore, certamente di serio ostacolo per il suo sviluppo. Basti pensare che su un impianto da 8MWl’incidenza dell’ICI risulterebbe nell’ordine dei 140milioni di euro con un abbassamento del tasso di rendimento di circa il 5% all’anno. Le difficoltà di allacciamento alla rete e le lungaggini burocratiche sono gli altri problemi che affliggono il settore e ne ostacolano lo sviluppo. Da un confronto fatto dal National Network of PV Associations, fondato da Assosolare e dalla tedesca BSW Solar, in Italia sono necessari almeno nove mesi per installare e allacciare alla rete un piccolo impianto e, quasi un anno mezzo per uno di taglia grande. A Salerno, il proprietario di un tetto fotovoltaico,dopo aver ottenuto tutti i permessi, ha dovuto attendere 3 mesi perché il Comune chiedeva una valutazione sull’impatto acustico dell’impianto; a Brescia, dopo 16 mesi di procedure e permessi vari, un impianto da 200kW non è stato approvato perché l’ente parco locale ha dichiarato che poteva essere pericoloso per gli uccelli. In Spagna un piccolo impianto viene autorizzato in circa 18 mesi mentre uno grande in due anni. In Germania chi vuole dotarsi di un impianto fotovoltaico in casa deve fare una semplice richiesta al Comune con un’attesa dalle due settimane a un mese mentre, per uno grande, i tempi sono in media di quattro mesi. Una volta accolta la richiesta, l’operatore di rete locale è obbligato a connettere immediatamente l’impianto.

Esiste una stima su quante imprese operano nel settore del fotovoltaico?
Secondo l’analisi condotta dall’Energy Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano le imprese di filiera operanti nel nostro Paese, tra italiane, estere ed estere con filiali in Italia, sono circa 730.

Qual’è il futuro del fotovoltaico in termini di indotto e forza lavoro?
In Italia si potrebbe addirittura arrivare a 200mila posti di lavoro nel 2020. Cifra che potrebbe crescere ulteriormente puntando sullo sviluppo a livello locale di attività produttive legate al fotovoltaico, in particolare nel Sud Italia dove il sole non manca. Nonostante questa condizione privilegiata rischiamo però di perdere il treno.

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