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Economia/Imprese

Consumi: soffrono i brand, crisi e internet spingono a ripensare strategie

bordoni

Di fronte a una 'rivoluzione' che fa perdere il concetto di qualita', spiega Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, "'bisogna trovare dei modi efficaci per combattere la banalizzazione" e fronteggiare la "folle corsa a prodotti proposti da aziende che non fanno innovazione ma che si appropriano di quella altrui''

Saltano gli schemi consolidati del consumo, anche di quello culturale. La diffusione di Internet, in particolare con il boom dei social network, e le nuove abitudini dei consumatori, dovute alla recessione economica, sono i principali responsabili di questa rivoluzione che fanno perdere i confini del concetto di qualità. E' quanto emerso durante il convegno organizzato da Centromarca 'Nuovi paradigmi di relazione con i Media', che si e' svolto  a Milano.

Secondo gli esperti le aziende dovranno necessariamente adattarsi a questi cambiamenti, affidandosi a una politica dell'ascolto che sappia passare dalla personalizzazione alla socializzazione. ''Bisogna trovare dei modi efficaci -afferma Luigi Bordoni, presidente di Centromarca- per combattere la banalizzazione dei consumi. Oggi si assiste a una folle corsa ai prezzi bassi e al prodotti in offerta, proposti da aziende che non fanno innovazione, ma che si appropriano di quella degli altri, occupandone anche gli spazi di vendita. Perdere di vista il concetto di qualita' portera' alla vittoria del consumatore, ma metterà a rischio il cittadino''.

Internet sorpassa la tv e ''la fruizione dei media -spiega Monica Fabris, presidente di Gpf-Reti- cambia radicalmente''. Sono 22,4 milioni in Italia gli utenti dei social network, la quasi totalita' della popolazione di Internet, ''segno che si sente l'esigenza di media sempre piu' socializzabili''. Sono queste forme di comunicazione orizzontale le nuove fonti di informazione, ed e' da qui che provengono i nuovi bisogni del pubblico, complici ''il calo di fiducia nei confronti delle fonti istituzionali e una sempre più marcata frammentazione del tempo di utilizzo dei mezzi di comunicazione''.