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Imprese high-tech: una su tre è lombarda

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Milano prima, impiega il 71% di chi lavora nel settore. Seguono Brescia e Bergamo per imprese, Monza e Varese per addetti. Ma meno della metà delle imprese ha capitale sufficiente per partire

Milano e la Lombardia prime in Italia per concentrazione di imprese basate sulle nuove tecnologie (new technology-based firms, NTBF): rispettivamente una su cinque (20,6%) e una su tre (31,7%). Sono infatti quasi 1.300 le imprese high-tech milanesi, su un totale lombardo che raggiunge circa le 2 mila attività, e impiegano il 71,4% del totale degli addetti regionali del settore. Seguono Brescia e Bergamo per numero di imprese (rispettivamente: 143 e 135), Monza e Varese per percentuale di addetti (9,3% e 8,9%). Emerge dal Rapporto Milano Produttiva 2009 del Servizio Studi della Camera di commercio di Milano. Le giovani imprese high-tech della provincia di Milano. Sono fortemente specializzate nella realizzazione di software e consulenza in ambito ICT, nell’elettronica e nelle biotecnologie. La realizzazione di software e la consulenza in ambito ICT hanno un ruolo prevalente rispetto agli altri settori, con una concentrazione di NTBF pari al 48,2%, decisamente superiore a quella lombarda (40%) e nazionale (33,6%). Ma queste imprese hanno difficoltà nell’accedere al credito. Solo il 20,5% delle NTBF nella provincia di Milano ha accesso al debito ordinario, in linea con il 17,8% del resto d’Italia. Nella provincia di Milano, solo il 4,2% delle imprese ha ottenuto un finanziamento sotto forma di capitale di rischio mentre, se si analizzano le fasi di vita immediatamente successive, il finanziamento è stato ottenuto dal 15,2% delle NTBF, contro una media nazionale dell’11%. E se il 62,7% dei soci fondatori delle NTBF italiane ha risorse finanziarie personali sufficienti a iniziare l’attività imprenditoriale, a causa delle maggiori dimensioni iniziali, tale percentuale scende per Milano al 49,2%. Inoltre, la percentuale di NTBF che ha ottenuto un finanziamento pubblico è inferiore nella provincia di Milano (35,6%) rispetto al resto d’Italia (40,7%).

E di innovazione imprenditoriale e opportunità dedicate alle imprese, si è parlato all’incontro organizzato da Innovhub, azienda speciale per l’innovazione della Camera di commercio di Milano in collaborazione con la società di consulenza D’Appolonia. Esperienze a confronto, incontri individuali e informazioni sui nuovi servizi per l’innovazione: “Funding your ideas”, che supporta le aziende nella partecipazione ai programmi comunitari Europei e “Solution factory”, che aiuta ad innovare utilizzando in modo creativo tecnologie esistenti e non ancora utilizzate creando collaborazioni tra aziende e sviluppatori di tecnologie. Per entrambi i progetti, il costo del servizio, per impresa, è pari al 40% del costo totale, Innovhub si fa carico della restante percentuale.

“L’obiettivo finale che ci poniamo è portare a conoscenza delle PMI (abbassando in tal modo ciò che viene chiamato il costo di accesso, ovvero il costo di ricercare la soluzione migliore dal miglior solutore) e rendere loro disponibili – tramite un notevole abbattimento del loro costo diretto – servizi ad alto valore aggiunto che sappiano rispondere alle esigenze specifiche e prioritarie delle imprese, specie nel periodo di crisi che stiamo attraversando – afferma Alessandro Spada, Presidente di Innovhub e consigliere della Camera di Commercio di Milano -. Sulle politiche e gli strumenti a supporto dell’innovazione le istituzioni lombarde hanno fatto passi avanti, ad esempio con la razionalizzazione delle risorse attraverso l’Accordo di Programma per la competitività tra la Regione Lombardia e il sistema camerale. Ma è necessario fare di più: per rispondere efficacemente alle esigenze delle imprese bisogna mettere loro in contatto con le migliori soluzioni disponibili a livello internazionale. Aprendo in tal modo il mercato alla competizione globale porteremmo anche ad un miglioramento del livello e qualità dei nostri servizi alle imprese. Innovhub ha testato questo modello già nel 2008 e i numeri e il feedback delle imprese dicono che funziona".