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Economia/Imprese

Donne e lavoro: utili raddoppiati se la guida di un’azienda è rosa

Nel 2009 sono nate oltre 20 mila imprese in più guidate da imprenditrici o con una forte presenza femminile. E i profitti sono il doppio di quelle tradizionali. Ma è necessario migliorare il rapporto famiglia-lavoro, in particolare bisogna risolvere il problema degli asili nidi

Spesso hanno stipendi più bassi, più difficilmente raggiungono i posti di comando e quando fanno carriera di solito è prima dei 36 anni, cioè prima di diventare mamme. Sono le donne che, nonostante tutto, dimostrano che nel lavoro ci sanno fare e come. Nel 2009 sono nate oltre 20 mila imprese in più (+1,5%), riporta “La Stampa”, guidate da imprenditrici o con una forte presenza femminile. Ma non è tutto, perché – numeri alla mano – le aziende in cui la presenza femminile è importante fanno quasi il doppio dei profitti di quelle tradizionali. Eppure l’Italia, per numero di donne con un’occupazione (47%) si trova agli ultimi posti in Europa. Molte sono le precarie (il 25% contro il 13% degli uomini) e quando si tratta dei posti di comando la percentuale è del 4-5% (contro il 41% della Norvegia, il 27% della Svezia e il 9% della Francia. Meglio se l’azienda è di famiglia. 

Un nodo da sciogliere fondamentale , scrive “La Stampa”, per la donna resta il rapporto lavoro-famiglia. A parte il tempo che dedicano alla famiglia (320 minuti al giorno contro i 227 della Norvegia e i 272 de Belgio) e il numero dei figli (in media 1,3% contro l’1,8% di Norvegia e Svezia e l’1,9% della Francia), il problema fondamentale restano gli asili nido. Solo il 6% dei bimbi italiani sotto i 3 anni accede a un nido contro il 44% della Norvegia, il 40% della Svezia, il 26% della Francia e il 39% del Belgio.

Non basta insomma la “legge Abravanel”, proposta choc del manager Roger Abravanel, il quale vorrebbe che in 3 anni il 40% dei consiglieri indipendenti diventassero donne.

Nonostante tutto le donne italiane vogliono lavorare, tanto che il numero delle donne imprenditrici è salito. Secondo Unioncamere, l’aumento più consistente ha riguardato i servizi (15mila aziende in più in un anno) e a livello regionale è la Lombardia a piazzarsi sul gradino più alto del podo seguita da Lazio e Toscana.

“Tanta fatica, tanta motivazione e impegno”. Così Simona Scarpaleggia, deputy country manager di Ikea, è riuscita a far carriera. “Una donna manager deve far leva sulle proprie competenze, deve dimostrare di essere preparata e soprattutto di fare squadra – ha raccontato a ‘La Stampa’ Scarpaleggia – la bellezza può servire all’inizio ma alla lunga non aiuta a far carriera”.

 

Non molla mai Simona Rosato, a.d. di Rosato Gioielli, che ha cominciato a 21 anni. Tenacia, passione e spirito di collaborazione sono secondo lei requisiti fondamentali per guidare un’azienda.