Lombardia, le aziende storiche sfidano la crisi
La crisi cancella oltre 55 mila anni di esperienza imprenditoriale, ma le aziende storiche lombarde dimostrano di avere una maggiore tenuta rispetto a quelle recenti e di essere più forti di quelle del resto d’Italia
Se da un lato l’impatto della crisi ha cancellato di fatto oltre 55 mila anni di esperienza imprenditoriale, dall’altro le aziende lombarde con più di 50 anni di attività alle spalle hanno retto meglio rispetto alle “colleghe” più giovani. E’ quanto emerge dalla comparazione dei dati relativi alle età delle imprese dall’avvento della recessione economica a oggi.
Al terzo trimestre 2010 risultano iscritte in Lombardia circa 13 mila aziende con più di 50 anni di attività (primato italiano), il 6,4% in meno rispetto all’inizio del 2008, contro una media nazionale del -11,1%. Più netto invece il calo subìto dalle imprese lombarde di età compresa tra gli 11 e i 50 anni, il cui numero nello stesso periodo si è ridotto del doppio (-12, 9%) mentre le aziende con meno di 10 anni hanno visto crescere del 4,6% la propria quantità (come è normale, poiché l’età media di un’impresa lombarda è di 13,8 anni). In generale, la contrazione dell’economia globale ha diminuito il totale delle imprese in Lombardia del 4,3% (il dato riguarda anche il dato contabile delle chiusure per cessazioni d’ufficio e non per difficoltà dell’impresa). Tra le aziende storiche, l’impatto della crisi è risultato maggiore nelle province di Cremona (-15,9%), Mantova (-15,5%) e Bergamo (-12,1%); resistono invece più delle altre le circa 9.500 antiche attività milanesi (oltre una su quattro in Italia, 27,3%), calate del -4,5% e seguite da quelle del lodigiano (-6,9%) e del varesino (-9,2%). Proprio a Varese si evidenzia l’arretramento più vistoso nel segmento delle imprese di media età, -14,4%; seguono Milano (-13,7%) e Pavia (-13,6%) mentre Lecco e Brescia sono i centri che in proporzione hanno riscontrato il più alto incremento di aziende recenti (+7,7% e +7%). Guardando all’anzianità anagrafica delle imprese, le attività storiche con l’età media più elevata si trovano a Como (quasi 67 anni), seguite in longevità dalle aziende di Sondrio e Cremona (rispettivamente 65,2 e 65,1 anni). L’età media delle imprese lombarde sfiora i 14 anni. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2008 e terzo trimestre 2010.
Anche in Italia le imprese storiche si sono dimostrate mediamente più resistenti alla crisi, arretrando dell’11,1% invece che del 12,7% fatto segnare dalle aziende di età compresa tra i 50 e gli 11 anni. Oltre al dato lombardo, la tenuta è stata migliore soprattutto in Liguria (-7,5% rispetto al -12,4% delle aziende di media età), Piemonte (-9,1% contro -11,7%), Umbria (-7,9% e -11,5%) e Trentino-Alto Adige (-9,5% contro -10,3%), dove si riscontra anche l’età media più elevata tra le imprese di remota costituzione: 68,2 anni, quasi 6 in più della media nazionale. In particolare, la minore incidenza sulle cessazione da parte delle imprese con oltre 50 anni di attività si è registrata nelle province di Caserta (-2,1%), Milano (-4,5%) e Trento (-5%). Il capoluogo lombardo emerge pure quale capitale italiana dell’impresa storica in virtù di 9.464 realtà longeve, seguita a grande distanza da Torino con 1.500 unità, e Roma, che conta 1.479 aziende d’epoca. L’incremento maggiore tra le iscritte più recenti si riscontra invece a Fermo (+47,6%, ma la provincia è di recente istituzione) e quindi a Roma e Benevento (entrambe con un saldo positivo del 13%). L’età media dell’imprenditoria italiana si attesta così attorno ai 13 anni. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2008 e terzo trimestre 2010.
Per promuovere il passaggio generazionale c’è il premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa”, giunto nel 2010 alla sua terza edizione. È un’iniziativa nazionale promossa dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Camera di Commercio di Monza Brianza e da Iperion Corporate Finance. Rivolto ai figli degli imprenditori che abbiano avuto la capacità, l’attenzione e la dedizione nel proseguire e valorizzare il lavoro del padre o di entrambi i genitori subentrando alla guida operativa e strategica dell’impresa e garantendone il successo e la continuità. Oggi la cerimonia di premiazione. Dieci i finalisti, la vincitrice è Valeria Presezzi dell’azienda Bruno Presezzi spa, società fondata nel 1954 e attiva nel comparto delle lavorazioni e delle costruzioni meccaniche. Il premio consiste in un’onorificenza come riconoscimento delle capacità professionali del vincitore e dei finalisti.
“Le imprese storiche – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – sono lo specchio di una realtà imprenditoriale come quella milanese e lombarda che ha saputo fare della tradizione e dell’innovazione i punti di forza strategici. Sono imprese che puntano sulla qualità e sull’identità, sulla valorizzazione dei rapporti umani, presidi sociali di un territorio in rapida evoluzione e radicato nel suo passato. A partire dalle imprese di famiglia che durano diverse generazioni e che caratterizzano il tessuto economico milanese ma anche lombardo e nazionale. Una tradizione su cui ricostruire appartenenze e sviluppo equilibrato: sarebbe contraddittorio che un territorio aperto a tutte le culture disperdesse la propria”.
“Il passaggio generazionale – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – rappresenta certamente una fase delicata nella vita delle imprese. E’ un dovere delle istituzioni supportare le aziende in questo processo per non disperdere il know-how acquisito negli anni e perché continuino a rappresentare un valore e un punto di riferimento per il territorio e l’economia. E’ con grande soddisfazione che oggi celebriamo la vita di aziende che sono rimaste nel tempo, innovandosi, interpretando e , in alcuni casi, anticipando i cambiamenti”.
“E’ indubbio che le aziende di famiglia siano l’asse portante dell’economia del nostro Paese – ha dichiarato Alberto Salsi, partner di Iperion Corporate Finance e ideatore del premio -, tuttavia solo attraverso una discontinuità rispetto al passato è possibile permettere all’azienda di competere nei nuovi mercati in costante evoluzione. Questo compito e questo ruolo mai come ora vengono richiesti ai figli degli imprenditori che da tempo condividono con i loro padri la cabina di regia. A tutti coloro che si riconoscono in questo profilo è riservata la terza edizione nazionale del premio “di padre in figlio” promosso da Camera di Commercio di Monza e Brianza, Camera di Commercio di Milano e da Iperion Corporate Finance”.