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Una vita e un business nel segno della felicità e della natura

roveda lifegate

Una carriera professionale e imprenditoriale costruita seguendo il fil rouge della ricerca della felicità, del vivere in armonia con la natura, con il mondo. È la vita di Marco Roveda, Presidente e fondatore di LifeGate: a soli 22 era già titolare di due imprese edili. Qualche anno più tardi Roveda si rende conto che quel successo e quella ricchezza che in poco tempo era riuscito a costruirsi gli iniziavano a stare stretti. La vita, per lui, doveva essere altro. Così decide di cambiare, lascia le sue aziende e insieme alla moglie parte, desideroso di cercare il senso della vita.

Entra in contatto con la natura, con i suoi frutti e in poco meno di tre anni matura la scelta più importante della sua vita: tornare nel Comasco, ad Erba e aprire insieme alla moglie una nuova attività: la Fattoria Scaldasole, un’azienda agricola biodinamica con un ecosistema in grado di provvedere a quasi tutte le necessità del sistema.

Da allora è un crescendo di successi, riconoscimenti, nuove iniziative imprenditoriali ed esperienze unite dal comune denominatore del rispetto della natura e dell’ecosistema in cui viviamo. La sua carriera di imprenditore è iniziata molto presto, a soli 22 anni, nel settore edile.

A distanza di quasi 30 anni, cosa resta di quell’imprenditore e che tipo di imprenditore sente di essere oggi?

Gli anni, la maturità, le esperienze, i successi e le delusioni mi hanno fatto capire che l’obiettivo finale è la felicità. Tutti cercano la felicità, anche quelli che cercano il denaro a qualsiasi costo, l’unica differenza sta nel fatto che non sanno che non è con i soldi che la si raggiunge.

La sua volontà di ricercare i valori spirituali, vicini alla natura l’ha portata ad avvicinarsi al mondo del biologico e alla nascita della Fattoria Scaldasole. È stato uno dei pionieri del biologico in Italia… come sta crescendo questo settore nel nostro Paese?

Fattoria Scaldasole ha spalancato le porte dell’agricoltura biologica in Italia portando il nostro paese dall’ultimo al primo posto in Europa per produzione bio. E continua a crescere. Dopo l’incremento dell’11,6 per cento messo a segno nel 2010, si è assestato al +13 per cento nei primi due mesi del 2011. Le persone stanno acquisendo sempre più consapevolezza.

Sente di aver realizzato quel sogno colti-vato a contatto con la natura?

Sì, mi piace pensare che la forza generatrice della natura abbia dato animo alle mie imprese, con lo stesso vigore e con gli stessi principi di rispetto per l’uomo e per l’ecosistema. La cura e l’amore che ho dato alla mia terra e alle mie aziende mi hanno restituito con gli interessi quello che io ho dato loro.

Come e perché nasce il progetto LifeGate?

A 22 anni ero titolare di due imprese edili: 40 operai alle mie dipendenze, una discreta ricchezza. Il tutto era coerente con la filosofia di vita diffusa allora: “Studia che poi lavori, lavora che poi guadagni”. La sua volontà di ricercare i valori spi-rituali, vicini alla natura l’ha portata ad avvicinarsi al mondo del biologico e alla nascita della Fattoria Scaldasole. È stato uno dei pionieri del biologico in Italia… come sta crescendo questo settore nel nostro Paese?Fattoria Scaldasole ha spalancato le porte dell’agricoltura biologica in Italia portan-do il nostro paese dall’ultimo al primo posto in Europa per produzione bio. E continua a crescere. Dopo l’incremento dell’11,6 per cento messo a segno nel 2010, si è assestato al +13 per cento nei primi due mesi del 2011. Le persone stanno acquisendo sempre più consapevolezza. Sente di aver realizzato quel sogno colti-vato a contatto con la natura?Sì, mi piace pensare che la forza genera-trice della natura abbia dato animo alle mie imprese, con lo stesso vigore e con gli stessi principi di rispetto per l’uomo e per l’ecosistema. La cura e l’amore che ho dato alla mia terra e alle mie aziende mi hanno restituito con gli interessi quello che io ho dato loro.Come e perché nasce il progetto LifeGate?A 22 anni ero titolare di due imprese edi-li: 40 operai alle mie dipendenze, una di-screta ricchezza. Il tutto era coerente con la fi losofi a di vita diff usa allora: “Studia che poi lavori, lavora che poi guadagni, guadagna che poi sei felice”. Ma la felicità non arrivava. Mollo tutto e creo vicino a Como un’azienda agricola biodinamica. Poco dopo nasce l’idea di proporre un prodotto, uno yogurt, biologico e biodinamico. Nel 1986 nasce Fattoria Scaldasole con cui abbiamo dimostrato che si può fare business rispettando la natura, che l’ecologia poteva creare profitto. Ma il mio destino prevedeva altro. Non mi interessava più la diffusione di un prodotto, ma la diffusione del puro concetto di qualità della vita. Nel 2000 fondo LifeGate, portale, radio, network e advisor per lo sviluppo sostenibile.

Che valore ha per lei, oggi, LifeGate?

Oltre a essere oggi la fonte del senso della mia vita, LifeGate diffonde consapevolezza, valori, un nuovo stile di vita, progresso sostenibile. LifeGate è un’iniziativa unica, un’azienda che nella pratica fonde gli elementi People, Planet e Profit. Il mondo è convinto semplicemente di essere in una crisi economica, LifeGate delinea un progetto per suggerire che in realtà la crisi è una crisi di valori, anzi non è semplicemente una crisi, è un cambiamento. A breve uscirà un e-book che ho scritto con oltre dieci premi Nobel e altri grandi pensatori contemporanei, testimoni della nostra era, su questi temi. Abbiamo spinto l’ecosistema verso il disequilibrio, e oggi più che mai, abbiamo un nuovo bisogno primario: riequilibrarlo, perciò è indispensabile che le persone acquisiscano consapevolezza e le aziende diventino People Planet Profit. Bisogna curare la causa, non solo gli effetti. E la causa è sempre la stessa: la mancanza di consapevolezza dell’uomo. Il valore di LifeGate è quello: diffondere un messaggio di consapevolezza.

Per rendere ancora più concreto il progetto di LifeGate avete avviato il progetto Impatto Zero®. In cosa consiste e quali risultati avete raggiunto?

Dieci anni fa erano in pochi a parlare di CO2 e carbon credit. Noi abbiamo creato Impatto Zero®: il primo progetto italiano che concretizza il Protocollo di Kyoto è quindi nato tre anni prima che lo stesso Protocollo entrasse in vigore! Innanzitutto si calcolano le emissioni di gas climalteranti generate da un prodotto, un’attività, un evento con un metodo scientifico basato sugli studi di LCA (Life Cycle Assessment). Il secondo passo è la riduzione di queste emissioni con l’adozione di best practice. Il passo finale impone la compensazione delle emissioni rimanenti contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita che assorbono la CO2. Ad oggi un migliaio di aziende, organizzazioni, enti pubblici e privati hanno aderito al progetto, e i prodotti già sul mercato con il marchio sono più di 350 milioni.

Nel 1997 lei ha vinto il premio di Imprenditore dell’anno per la categoria “Qualità della vita”. Come si raggiunge la vera qualità della vita?

È il primo messaggio che trasmettevo su LifeGate Radio, e a quell’epoca era l’unico: la vera qualità della vita si raggiunge nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

Il suo impegno di questi anni è sempre stato nella direzione di sensibilizzare verso l’ecosostenibilità. In cosa la società deve cambiare per trasformare questo concetto in un vero e proprio bisogno primario?

Purtroppo oggi troppe persone sono ancora irretite da uno stile di vita materialista-compulsivo. Vogliono sesso, soldi e potere, votano e quindi governano, opponendosi alla nascita di un mondo consapevole, ricco di valori, di sentimenti, di spiritualità e d’amore. Ma le ricerche lo confermano: gli abitanti civili, rispettosi dell’uomo e dell’ambiente crescono del 2-3 per cento all’anno. Presto la maggioranza diventeremo noi e il mercato e la politica, che producono solo quello che la maggioranza desidera, cambieranno.

Come un’azienda dovrebbe e potrebbe conciliare la crescita con il rispetto per l’ambiente?

Bisogna innanzitutto infondere fiducia nel futuro, passando a un’economia sostenibile. Questo vorrebbe dire rifare il mondo da capo, in un’altra maniera. Come in un “dopoguerra” in cui si ricostruisce tutto. E tutti sanno che nei “dopoguerra” c’è un grande fiorire dell’economia.

Il risultato più bello e gratificante che sente di aver raggiunto?

Si potrebbe pensare che il traguardo più ambito sia un premio, un riconoscimento al proprio lavoro. Potrei citare alcuni di quelli che ho ricevuto, dal premio del 1997 della Camera di Commercio come “Imprenditore dell’anno per la qualità della vita” al premio Cenacolo Rcs per l’innovazione nell’editoria del 2002, dall’Ethic Award 2006 al prestigiosissimo premio di “Imprenditore sociale dell’anno 2008” conferito dal World Economic Forum. Ma sono un imprenditore, credo nel valore del lavoro, quindi forse il risultato più alto è stato quello di essere l’unico membro italiano del WS20, il WorldShift  Council del novembre 2010 a Hong Kong in parallelo con il G20 per spingere a una svolta etica i leader politici mondiali. Non un traguardo, quindi, ma una nuova partenza per un percorso che richiede energie, impegno, nuovo lavoro. Il prossimo appuntamento del WS20 è già fissato, a Cannes, a novembre.

Cosa intende Marco Roveda per qualità e per innovazione dal punto di vista delle aziende?

Qualità e innovazione devono essere tese alla sostenibilità. È inutile professare rinunce, privazioni, penitenze. Rispettare l’ambiente non significa vivere come un povero, con calzoni di iuta, sandali di legno e senza frigorifero. Significa sperimentare soluzioni, cogliere nuove opportunità, tuffarsi nell’innovazione tecnologica e nell’ecoefficienza e tutto questo è possibile solo grazie agli investimenti delle aziende capaci di fiutare il futuro.

Qualche progetto per il futuro?

Sta prendendo il via la nuova iniziativa di LifeGate “Movement for sustainable deve-lopment”, che ha l’obiettivo di aggregare aziende, enti, associazioni per incentivare il cambiamento verso una società sostenibile. Il progetto riguarda tutte le realtà coinvolte che diventeranno insieme a LifeGate portavoce ed esempio concreto di un modello di sviluppo dove le persone, il pianeta e il profitto vivono in armonia.