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Il mercato digitale conferma la ripresa

Sembrano ricordi lontani il -4,4% del 2013 e il -1,4% del 2014. Per il mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni e contenuti), dopo il +1% del 2015, il 2016 è andato addirittura meglio del previsto: +1,8% per 66,1 miliardi di euro.

Quelli presentati da Assinform nei giorni scorsi sono dati, elaborati in collaborazione con NetConsultingCube, che certificano segnali positivi sul fronte della digitalizzazione del Paese. Buoni per il segno più, ma che fanno sperare anche e soprattutto per il fatto che quel che era stato scritto nelle previsioni è stato poi sorpassato positivamente dai fatti. A essere messo nero su bianco era stato infatti un +1,3%. Con i dati aggiornati c’è un mezzo punto percentuale in più. E anche a guardare al 2017 le proiezioni lasciano intravedere un ulteriore miglioramento con un +2,3% spunto dalle componenti più legate all’innovazione.

Certo, quando si parla di digitale la situazione va analizzata nella sua complessità. Un segno più, seppure migliore delle aspettative, da solo non giustifica toni entusiastici da “fuori dal guado” che, in realtà, non sono contenuti nè dei dati nè nell’esposizione dei dati che ne è stata fatta. Del resto alcuni ritardi sul versante della digitalizzazione per il Sistema Italia sono ancora evidenti. E anche dalla UE con la pubblicazione dell’ultimo Digital Scoreboard relativo al 2017 sono stati messi in luce miglioramenti, ma anche affanni da sottolineare con matita blu. In questo contesto il +2,3% potrebbe apparire un dato anche deludente pensando al dibattito dell’ultimo anno sul digitale e sulle misure messe in campo.

Entrando nel dettaglio dei dati, ai 66,1 miliardi del 2016 concorrono dispositivi e sistemi per 17.230 milioni (+1,4%) software e soluzioni applicative per 6.259 milioni (+4,8%), Servizi Ict per 10.632 milioni (+2,5%), Servizi di rete (i ricavi degli operatori) per 22.357 milioni (unico calo con -1,1%) e Contenuti e pubblicità digitale per 9.622 milioni (+7,2%). Guardando ai cosiddetti “digital enablers” si va dal +24,2% dei big data (a 634 milioni di euro) aò+23% (a 1,5 miliardi di euro) per il cloud. +14,3% per l’IOT (2,1 miliardi di euro); +13,1% del mobile business (a 3,1 miliardi) al +11,1% della cyber security (809 milioni di euro).

Per il 2017 le previsioni di Assinform e NetConsultingCube volgono, come detto, al bello con la sola eccezione – anche se in questo caso minima trattandosi di un -0,5% – per i servizi di rete di tlc mettendo così “a reddito” tutte le misure per la digitalizzazione (industria 4.0; bandi Infratel e altro) con cui si sta cercando di recuperare terreno. Su questo punto, durante un convegno organizzato a Roma dall’Area Innovazione del PD per fare il punto sullo stato di avanzamento del nostro Paese sul 5G, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha annunciato che “l’indice Desi evidenzia sì ritardi, ma anche che più di qualcosa è stato fatto in questi ultimi anni”.

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