50 anni di internet e i divari digitali che assediano montagna e aree interne
Nel giorno del compleanno di internet – mezzo secolo oggi – le aree montane e interne del Paese registrano ancora una volta il gravissimo divario digitale che riguarda in primo luogo banda ultralarga mancante, tv che non si vede, telefonia mobile senza rete. Uncem lo ripete da molti anni: servono opportuni investimenti delle imprese delle telecomunicazioni, un sistema di leggi chiare, investimenti pubblici. Eppure, oggi in 1.220 Comuni italiani, non solo montani, si riscontrano difficoltà a telefonare e inviare messaggi, 5 milioni di italiani faticano a vedere i canali Rai, la banda larga, prima ancora che ultralarga, è un miraggio nell’83 per cento dei Comuni del Paese, come il Presidente Marco Bussone, assieme con l’ad di Poste Italiane Matteo Del Fante hanno ribadito stamani incontrando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale.
Uncem ha avviato rapporti con i maggiori gruppi della telefonia mobile, con la Rai, ha stretto un accordo con Open Fiber per il Piano Banda ultralarga, dialoga costantemente con AssTel Confindustria e con i soggetti istituzionali che si occupano di digitalizzazione, a partire dal Ministero competente. “Ci preoccupa una mancanza di impegno della politica su questi fronti. La tv che non si vede, ma i cittadini pagano il canone in bolletta, internet che va a singhiozzo ma abbiamo l’obbligo di pagamenti, scontrino e fattura elettronica, telefoni che non prendono e costringono migliaia di cittadini a inseguire la tacca utile”.
Uncem ha sempre creduto e crede nel Piano nazionale per la Banda ultralarga: oltre 3 miliardi di euro da spendere per cablare il Paese. “Eppure tutto va a rilento – prosegue Bussone – Dai dati nazionali rilasciati a inizio ottobre da Infratel emerge che in soli 3 (tre!) Comuni italiani sono conclusi i lavori e sono stati fatti i collaudi. Centinaia di Comuni risultano ‘in esecuzione’ quando invece i lavori non sono mai partiti, tra difficoltà burocratiche e autorizzazioni di Anas, Rfi, Soprintendenze, Enti territoriali che non arrivano. Le opere di posa della fibra ottica si sono conclusi a oggi in soli 279 su 7.439 Comuni. Non ci siamo. Il Governo deve intervenire con un piano di emergenza, coinvolgendo direttamente anche le piccole imprese che operano sui territori. Ci sono in ballo miliardi di fondi europei. Se non li spendiamo per il Piano Bul, li perdiamo. Il Piano è tra i più complessi mai realizzati dal dopoguerra a oggi. In meno di due anni, tutti gli interventi per la banda ultralarga, in tutti i Comuni, devono essere conclusi. Solo quando la fibra sarà accesa, con dati in corsa e servizi nuovi per cittadini, PA e imprese, potremo festeggiare il mezzo secolo di internet. Che oggi, resta un miraggio, ‘a pedali’, fino a quando non si interverrà con un’operazione di emergenza per vincere il divario digitale che assale il Paese”.