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Economia/Imprese

Il decalogo per affrontare la “I quit” conversation

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Negli USA un manager cambia lavoro in media ogni 4 anni, e in Italia registriamo una tendenza simile. Ciò significa che un professionista deve affrontare quella che gli anglofoni definiscono “I quit” conversation con il proprio capo all’incirca una decina di volte. Wyser, società internazionale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili manageriali, ha stilato un vademecum per aiutare i manager e i dipendenti ad affrontare e gestire il momento delle dimissioni.

“Le dimissioni sono un passaggio delicato nella carriera professionale. Spesso percepite con un’accezione negativa, possono anche essere fonte di ansia – commenta Carlo Caporale, Amministratore delegato di Wyser Italia – In realtà, sulla base della nostra esperienza con i manager possiamo affermare che, se ben ponderate, sono la premessa a un periodo di crescita professionale e anche di maggior soddisfazione (non solo economica). Non parliamo infatti di casi di job hopping (la tendenza a cambiare spesso lavoro) esagerato, che fa a volte sospettare una scarsa lealtà nei confronti dell’azienda. Ma di opportunità di carriera di fronte alle quali sosteniamo un professionista che decide di coglierle”.
Cambiare lavoro è quindi di per sé un evento stressante nella vita di una persona. Così come lo è comunicarlo al proprio capo. “Esistono consigli che valgono un po’ per tutti e che condividiamo con i nostri candidati nei passaggi di carriera – afferma Carlo Caporale – Cambiare lavoro e, quindi, comunicarlo al proprio responsabile fa parte del mondo del lavoro. Per cui siamo felici di condividere alcuni accorgimenti, grazie ai quali i profes- sionisti possono cogliere nuove opportunità senza dover vivere il licenziamento volontario come un evento stressante”.

Ecco il decalogo di Wyser:

  1. Non sei il primo e non sarai l’ultimoIl tuo capo avrà già affrontato questo discorso, probabilmente da entrambi i punti di vista. Ricordatelo prima di iniziare a parlare.
  2. Ricorda e rispetta la gerarchiaNon farne parola con i tuoi colleghi, anche con quello più amico, prima di averlo comunicato al tuo responsabile e alle HR.
  3. Sii sincero, ma conciso“Dove andrai?”. Rispondi in modo trasparente, senza pensare di dover fornire troppi dettagli. Ma se vai da un competitor limitati a dare qualche informazione sui progetti e le attività, senza fare nomi.
  1. Mostra disponibilitàIl preavviso è il minimo che si aspetteranno, per questo prova a considerare di garantire un po’ più di tempo e, soprattutto, rassicura il tuo capo sul passaggio di consegna.
  2. Mantieni gli standardA tutti gli effetti sei ancora una risorsa e il tuo team ha ancora bisogno di te. Pertanto, porta a termine i progetti intrapresi e fino all’ultimo sii produttivo.
  3. Fai attenzione alla logica del rilancioSe sei arrivato al punto di dare le dimissioni, non sarà un aumento retributivo a farti stare meglio dove non volevi più rimanere.
  4. Evita il ricattoNon minacciare di andare via solo per ottenere qualcosa in più. Magari sarà anche un metodo efficace, ma non è professionale.
  5. Porta via con te i sassolini nelle scarpeA breve varcherai la soglia per l’ultima volta. Sappiamo che a volte può essere davvero un sollievo, ma ciò non ti autorizza a dare sfogo a incomprensioni passate.
  6. Non è la fineIl mondo del lavoro è piccolo. Se questo significa che è meglio lasciarsi nel migliore dei modi, d’altra parte vuol dire anche che restare in contatto con i colleghi è possibile.

10. Chiedi aiuto

Il passaggio di carriera da un’azienda all’altra può essere facilitato dalla consulenza di un professioni- sta. Affidati a lui in questo iter.