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Innovazione

Rallentamento dell’accesso a contenuti piratati online nell’UE

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  • Diminuzione del 15% in tutta l’UE dell’accesso ai contenuti piratati a partire dal 2017-2018
  • L’accesso alla musica e ai programmi televisivi online piratati è in calo in Italia; cresce tuttavia l’accesso ai film piratati
  • Quasi 1 miliardo di euro viene riscosso da fornitori di IPTV illegali nell’UE

La fruizione di film, contenuti televisivi e musicali piratati online è in calo nell’UE, secondo una nuova relazione dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO).

La ricerca di oggi mostra che, tra il 2017 e il 2018, l’accesso globale ai contenuti piratati online è calato in media del 15,1%.

Il calo più rapido è stato riscontrato nella fruizione di musica pirata, che è scesa in media del 32% tra il 2017 e il 2018, seguita dalla fruizione di film (diminuzione del 19,2%) e dal consumo di contenuti televisivi piratati (diminuzione del 7,7%). L’utente medio di Internet nell’UE, tuttavia, ha avuto accesso a contenuti piratati online 9,7 volte al mese nei primi nove mesi del 2018, sia su dispositivi sia fissi sia mobili.

In Italia, l’ accesso complessivo ai contenuti piratati online è diminuito del 19,8% tra il 2017 e il 2018; l’utente italiano medio di Internet ha avuto accesso a contenuti piratati online sette volte al mese nei primi nove mesi del 2018.

L’accesso a contenuti musicali piratati è diminuito del 32,5% tra il 2017 e il 2018, mentre quello a contenuti televisivi pirati è diminuito del 27,2%. Tuttavia, in Italia, l’accesso a contenuti cinematografici piratati è incrementato del 28,4%. La relazione si basa su una serie di dati di più di 70 miliardi di connessioni Internet in un arco di 21 mesi che va dal gennaio 2017 al settembre 2018.

Il Direttore esecutivo dell’EUIPO, Christian Archambeau, ha dichiarato:

” I settori ad alta intensità di diritto d’autore, tra cui film, televisione e musica, sovvenzionano più di 11 milioni di posti di lavoro nell’UE e la pirateria, con la conseguente perdita di introiti che ne deriva, costituisce una minaccia diretta per questi settori. Nonostante la contrazione nella fruizione di contenuti piratsti evidenziata dal nostro studio, rimane ancora molto lavoro da fare per contrastare il problema; noi speriamo che queste risultanze aiutino i decisori a concepire politiche e soluzioni”.

Inoltre, un secondo studio pubblicato oggi dell’EUIPO evidenzia che fino a 13,7 milioni di cittadini nell’UE fruiscono di contenuti IPTV non autorizzati, con il risultato che i trasgressori guadagnano fino a 941,7 milioni di euro l’anno.

Questo può avvenire mediante pagamenti una tantum, l’acquisto di ricevitori illegali e il pagamento di abbonamenti a lungo termine offerti da rivenditori non autorizzati.

Secondo la relazione, il singolo utente medio nell’UE spende 5,74 euro al mese per contenuti IPTV non autorizzati.