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Le banche non siano l’unica leva per la ripresa

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L’iniezione di liquidità delle banche, garantita dallo Stato, per far ripartire l’economia italiana non può durare a lungo.

Exton Consulting condivide le preoccupazioni espresse da Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia. Così come la sua proposta, avanzata l’altro giorno in audizione alla Camera sul Dl liquidità, di prevedere “trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato (volti a coprire, in misura da definire, le perdite di fatturato e le spese operative)”. Il rischio che molte imprese non riescano a rimborsare i finanziamenti ricevuti come aiuto alla ripresa è, infatti, concreto.
“Gestire questo rischio – sottolinea Salvo Vitale, managing director di Exton Consulting, una delle prime società europee di consulenza in strategia e management nei servizi finanziari – non è però un problema esclusivo delle banche, ma dipende dalla velocità con cui si realizzerà il percorso verso un contesto di sostenibilità dell’economia italiana. Le banche – prosegue Vitale – contribuiscono liberando liquidità, lo Stato garantisce questa liquidità, ma i tempi per la ripresa sono legati alla velocità con cui la macchina Italia si rimetterà in cammino. Questa è la variabile da gestire per minimizzare il rischio paventato da Banca d’Italia. La politica ha in mano le leve necessarie”.

“Stimiamo in almeno 50 miliardi – precisa il managing director di Exton – i debiti della PA verso le imprese: un’importante (ma non sufficiente) iniezione di liquidità che permetterebbe alle aziende di fronteggiare la crisi, senza creare nuovo debito. Ci sono, inoltre, significativi investimenti in infrastrutture già approvati, ma ancora al palo: sarebbe altra benzina per l’economia. La realizzazione del ponte di Genova è richiamata da tutti come una best practice, ma quali altri casi – conclude Salvo Vitale – possiamo elencare nell’attuale contesto normativo e operativo?”.