Smart working, non solo produttività: anche più tempo libero per nuove competenze professionali
Lo smart working è qui per restare.
Dopo aver garantito a molte aziende italiane la prosecuzione delle attività da remoto durante la quarantena, evitando assembramenti e rischi di contagio, ora promette di essere una rivoluzione permanente sulla quale ricalibrare dinamiche del tutto inedite.
Anche il piano Colao per il rilancio dell’economia italiana contiene importanti novità sul cosiddetto lavoro agile, auspicandone un utilizzo più ampio anche nella Fase 3 sia per il settore privato che per quello della Pubblica Amministrazione.
La progressiva abolizione degli orari fissi e della presenza fisica in ufficio è già realtà nelle aziende più all’avanguardia, e anche in Italia ha subito un’accelerazione decisiva a causa della pandemia da Coronavirus, portando alla luce debolezze strutturali e altrettanti punti di forza.
Su tutti la soddisfazione dei lavoratori, che all’interno delle mura domestiche si sono riscoperti talmente felici e produttivi da essere disposti a rinunciare, nel 37% dei casi, a un taglio dello stipendio pur di mantenere la possibilità di continuare in smart working.
Ma tra gli innumerevoli vantaggi assicurati da questa modalità emergono aspetti extra professionali di grande rilevanza, come ad esempio la possibilità per i pendolari di evitare spostamenti quotidiani che pesano in media 30 ore al mese, l’equivalente di 4 giorni lavorativi, solamente per raggiungere il posto di lavoro.
Un’opportunità unica che se ben utilizzata potrebbe contribuire al rilancio dell’economia, secondo Mik Cosentino.
Tra i pionieri italiani della digitalizzazione, l’imprenditore teorizza da sempre l’importanza di trasferire online il proprio business coniugando tutti i vantaggi della produttività con un maggior tempo libero.
Cosentino, autore bestseller Mondadori con “La Bibbia dell’Infobusiness”, spiega che “il tempo guadagnato affrancandosi dai viaggi verso l’ufficio può essere impiegato, come mai prima d’ora, per lo sviluppo di nuove competenze da mettere immediatamente al servizio dell’azienda per cui si lavora o per sé stessi”.
Inutile dire che il digitale giocherà un ruolo fondamentale per la futura ripresa economica del comparto produttivo e commerciale italiano, trovatosi impreparato nel fronteggiare un mondo, quello del web, che si articola in un linguaggio specifico a parte.
“Il nostro tessuto economico è formato in gran parte da piccole e medie imprese che rappresentano il fiore all’occhiello del Paese, ed è proprio a loro che sarà affidato il processo di rilancio”, spiega ancora Cosentino, che definisce decisiva “l’abilità di padroneggiare con competenza skill digitali per acquisire clienti con regolarità e comunicare al mondo il proprio valore”.
Tra le nuove competenze chiave indicate dall’imprenditore spiccano la gestione del traffico online, la creazione di leads, l’utilizzo dei social network e anche il copywriting.
“Si tratta di strumenti – conclude Cosentino – che dovranno far parte del bagaglio professionale di imprenditori e aziende. Le più lungimiranti si stanno già muovendo in questo senso, creando i presupposti per una ripresa solida. Chi ha sfruttato il lockdown per migliorarsi, domani avrà l’opportunità di imporsi sul mercato con maggior successo”.