La mia avventura lungo la strada del vino

Francesca Moretti è figlia “d’arte” di Vittorio, patron dell’impero delle Bollicine in Franciacorta. Dal padre ha raccolto la passione e la cultura dell’eccellenza e oggi è responsabile della commercializzazione dei vini del gruppo di famiglia. La grinta, la professionalità e il sorriso di una lady manager innamorata del proprio lavoro.
È cresciuta tra i vigneti della Franciacorta, “giocando” nella cantina del papà e sognando, un giorno, di lavorare nella sua amata campagna. Oggi, Francesca Moretti, 34 anni, appassionata di bollicine, vini e mondo agreste, sta vivendo il suo sogno. Ha raccolto, e continua a farlo, la passione del padre Vittorio e, spinta da una grinta contagiosa, si occupa della commercializzazione e della distribuzione dei vini del gruppo di famiglia, Terra Moretti (cantina Bellavista, Contadi Castaldi, Petra, Andana): circa 2 milioni di bottiglie vendute nel 2007 e un milione e 900mila Bollicine prodotte.
Francesca Moretti, lei è cresciuta seguendo un sentiero fatto di passione per il vino buono, per la natura e tutto quanto appartiene al magnifico scenario della Franciacorta. Dovendo raccontare brevemente questa lunga tradizione nata con suo padre Vittorio Moretti, quali sono i momenti più importanti che le hanno permesso di costruire e far crescere questa passione?
Il mio continua ad essere un cammino intrapreso in maniera molto naturale, seguendo l’istinto e la passione. Ripercorrendolo non mi sento di dire di aver ancora raggiunto e tagliato traguardi importanti, sto continuando a crescere. La mia avventura sulla strada del vino è iniziata il giorno che ci siamo trasferiti sulla collina Bellavista, avevo 6 anni. Sono passati 28 anni. Ai tempi frequentavo la scuola elementare, ogni giorno tornavo in Bellavista e il mio unico gioco era andare in cantina dove mio padre stava iniziando a coltivare il suo hobby.
Lo aiutavo nella spillatura del vino, nell’incartare le bottiglie e, una volta cresciuta, nei lavori di carattere amministrativo. Per me è sempre stato un passatempo. Piano piano ho interiorizzato questa passione e ancora oggi la vivo come fosse un gioco, soprattutto per quanto riguarda la parte legata alla produzione, il settore in cui mi sono specializzata con la laurea in tecnologie alimentari con indirizzo enologico. Con il passare degli anni la passione è diventata la mia professione: ho fatto il mio primo viaggio a Bordeaux a soli 13 anni, poi ho sempre lavorato in azienda, anche negli anni dell’università. Nel ‘97 ho iniziato a seguire e portare avanti il progetto Petra con l’aiuto di validi collaboratori, partendo naturalmente da mio padre. Poco più di un anno fa mi è stata affidata la gestione delle quattro cantine e da qualche mese sono responsabile del nuovo progetto de “La Dispensa dei Vini”, un locale tutto cibo e vini nel cuore della Franciacorta.
Uno dei punti di forza del mondo Moretti è racchiuso nel motto “Cogliere le potenzialità per ottenere l’eccellenza”. Nel settore dei vini cosa si intende per eccellenza?
L’eccellenza è il lavoro quotidiano di alta qualità che interessa ogni aspetto della produzione, dal momento della scelta della pianta da inserire nel terreno o del portainnesto, tutti particolari che devono rappresentare la migliore espressione del territorio. L’attenzione alla qualità vale per ogni settore ma soprattutto per noi che lavoriamo nel vino dove ci sono alchimie e aspetti che devono essere rispettati e non alterati. Naturalmente l’eccellenza deve coniugarsi con l’innovazione e la tradizione; noi non inventiamo nulla, quello che oggi sappiamo è frutto di insegnamenti che arrivano dal passato. Non dobbiamo temere il confronto con i cugini d’oltralpe, ci hanno insegnato loro il metodo champenoise che oggi chiamiamo metodo Franciacorta. Per raggiungere i massimi risultati tutto quanto è tradizione deve essere letto in chiave moderna grazie all’innovazione.
Come si sviluppa la ricerca?
La ricerca nel settore del vino è ancora agli inizi. Non abbiamo grandi presunzioni. La ricerca di base è saper guardare e imparare. L’umiltà è un valore che mi ha insegnato mio padre. Grazie all’umiltà si può viaggiare, osservare, guardare, ascoltare, capire e soprattutto imparare e portare a casa qualcosa di nuovo. Questa è la migliore ricerca, non c’è tanto da inventare. Una ricerca più approfondita viene svolta all’Istituto Enologico in Champagne, stiamo introducendo delle nuove figure di ricercatori che, uniti alla tradizione, ci portano a crescere.
Tra le diverse attività che la vedono in prima linea, l’ultima nata “La Dispensa Pani e Vini” può definirsi la sintesi della ricerca del bello, buono e naturale che da sempre contraddistingue il suo lavoro. Ci può raccontare da cosa è nata l’idea di creare questo nuovo spazio nel cuore della Franciacorta?
Il progetto è nato con la collaborazione dello chef Vittorio Fusari con l’obiettivo di diventare il cuore pulsante e punto di incontro delle tradizioni e delle specialità della Franciacorta. Nasce partendo da un concetto di ristorazione fondato su due elementi forti, il cibo e il vino. Sulla destra del locale, che si trova nel Borgo Principe di Torbiato, ad Adro, c’è l’enoteca e sulla sinistra c’è la gastronomia dove sono acquistabili i prodotti base per tutti i nostri piatti. Per molte piccole aziende del nostro territorio è spesso difficile far conoscere i propri prodotti, sono spesso contadini, artigiani e senza la pubblicità difficilmente riescono ad apparire. Dietro a ciascun piatto ci sono decine di nomi e cognomi di produttori, vera anima di questo mondo gastronomico. Grazie alla Dispensa si possono vedere, conoscere, e degustare i loro vini e cibi. L’alimentazione è piacere quando diventa auto-artigianato e salute quando si sceglie. La Dispensa racchiude la mia vera passione perchè è la perfetta sintesi tra vino, cibo e l’intera filiera del lavoro che facciamo ogni giorno partendo dalla campagna, dalla vita contadina fino ad arrivare alle etichette, al bicchiere e alla tavola.
Lei vive tra la Franciacorta (Bellavista e Contadi Castaldi) e la Toscana, dove sta portando avanti il progetto Petra, oltre ai numerosi viaggi che periodicamente fa in giro per il mondo. Entrando in contatto con culture diverse cosa si sente di aver portato nella realtà Moretti?
Bellavista è nata dalla passione di mio padre, il giorno che ha deciso di fare un vino buono per hobby. Era il 1977, è andato in Champagne, ha imparato e incamerato il metodo, ha preso un buon enologo che è venuto ad insegnare come fare il vino e così l’avventura è partita. Io ho seguito il progetto Petra: per farlo nel migliore dei modi sono andata con mio padre in Sud Africa, in Francia e in Californa per visitare aziende, cantine e capire come lavorano all’estero. Ho cercato di curare anche l’estetica e l’architettura di Petra, affidando il progetto a Mario Botta. Sul fronte vino, insieme a mio padre, abbiamo portato un tipo di lavorazione che in Italia non esisteva, rispettando la qualità e non alterando o maltrattando la materia prima. Probabilmente è questo che sento di aver portato, una serie di nuove lavorazioni. Nel nostro lavoro ci appoggiamo inoltre a un enologo francese Pascal Chatonnet che ci porta tutta l’innovazione non ancora presente in Italia. In Bordeaux si lavora nel rispetto della pianta, si controlla quanta acqua contengono le foglie, si fanno tutta una serie di lavorazioni che in Italia non ci sono mentre le attrezzature le abbiamo prese negli Stati Uniti. Il progetto delle altre 4 aziende è molto giovane, ha poco più di un anno e per ora quello che sto cercando di fare è portare un modo di lavorare in team, dando molto spazio ai manager. Stiamo facendo il passaggio generazionale ed è importante che le seconde linee e i manager siano pronti.
Uno dei suoi primi banchi di prova è stato quindi il progetto Petra, il gigante buono della Val di Cornia e cantina in continua espasione soprattutto all’estero. Che differenze esistono, se ci sono, tra Toscana e Franciacorta?
Si tratta prevalentemente di differenze culturali. La Franciacorta si trova in un’area forte per la ricchezza imprenditoriale della zona e ha un approccio al lavoro diverso rispetto alla Toscana. Nel mio lavoro ciò che conta è la terra e in entrambi i casi abbiamo dovuto aspettare, ascoltare il territorio, capire cosa chiedesse e cercare di interpretare questa richiesta per produrre la migliore qualità. Sicuramente non si lavora in Toscana come in Franciacorta. Nel bresciano la materia prima è diversa. Inoltre in Lombardia c’è molta più domanda da parte del mercato, in Toscana è molto più difficile anche perchè loro, come tutti, sono gelosi della loro terra.
Nonostante la sua giovane età ricopre già incarichi di responsabilità: si occupa di marchi importanti e della commercializzazione e distribuzione dei vini raggiungendo risultati di successo. Qual è il segreto di tanta grinta e bravura?
Devo ringraziare molto mio padre per la voglia di imparare e fare che mi ha trasmesso. Lavoro per passione e ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace, è un “gioco”. La grinta nasce dalla voglia di dimostrare di aver capito gli insegnamenti delle generazioni passate e soprattutto dall’essere cresciuta in una specie di vortice fatto di entusiasmo che alla fine fa parte della tua vita: diventa normale pensare di lavorare e seguire al meglio tutta una serie di cose.
A cosa state lavorando?
Mi piacerebbe, un giorno, rafforzare il polo del vino. Per ora stanno partendo le due aziende in Toscana, in Franciacorta una è già decollata, l’altra sta andando bene ma ha bisogno di essere seguita quindi per il momento c’è tanta carne sul fuoco. Mi piace valorizzare il territorio, non escludo che un domani si possa prendere un’azienda da altre parti o collaborare con altri.
Piatto e vino preferito?
Vino preferito “bollicine” di qualsiasi tipo che siano Franciacorta o Champagne. È un tipo di vino che bevo volentieri a tutti i pasti. Piatto preferito: la pizza ma è difficile trovarla buona e poi mangio praticamente tutto, non c’è qualcosa che prediligo ad altro. Vado a periodi
Il modello Franciacorta
Il territorio della Franciacorta si estende dalle sponde bresciane della parte meridionaledel lago di Iseo fino ad arrivare alla parte centrale della provincia bresciana, attraversando 19 Comuni. Una delle sue ricchezze è rappresentata dalla produzione enologica, conosciuta e apprezzata a livello nazionale e internazionale. Sul territorio operano poco meno di 370 aziende tra viticoltori e imbottigliatori. Nel 2007 sono state messe sul mercato 8.367.061 bottiglie. Nel 2007 si è avuto un incremento dei terreni rivendicati alla Docg, aumentati di oltre 200 ettari. Una delle realtà più importanti del territorio è rappresentata dal Consorzio per la Tutela dei Vini Franciacorta, nato nel 1990. Nel 1995 viene riconosciuta al Franciacorta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), unico spumante Italiano metodo classico a potersi fregiare di questo prestigioso risultato. Franciacorta non è solo bollicine. Nella stessa zona si producono infatti anche vini da tavola tranquilli, sia bianchi, sia rossi, ai quali è riconosciuta la denominazione Terre di Franciacorta o Curtefranca, in omaggio a due dei nomi con cui la zona era nota nei secoli passati. I produttori di quest’area hanno sviluppato un modello produttivo innovativo tale da conseguire la qualità: una scelta che ha favorito l’introduzione di uve specifiche per la produzione di spumanti – Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero – ma anche uve per la produzione di vini rossi, come Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Nebbiolo e Barbera. La produzione di vini bianchi è ottenuta dalle uve Pinot Bianco e Chardonnay. Oggi la Franciacorta – con i suoi vini da tavola e i suoi spumanti – rappresenta un importante modello enologico Italiano nel mondo, un grande successo ottenuto attraverso la caparbietà e la costanza qualitativa dei produttori, un grande vanto Italiano oggi conosciuto in tutto il mondo.
Francesca Moretti
Francesca Moretti è nata a Chiari, in provincia di Brescia il 1° marzo 1974. Dopo la maturità scientifica, intraprende un periodo di formazione nell’azienda di famiglia, Bellavista, occupandosi dell’aspetto produttivo. In questi anni segue i progetti di zonazione di tutti i vigneti aziendali con particolare dedizione per una vigna speciale, quella del Convento dell’Annunciata da cui Bellavista produce uno Chardonnay in purezza ed un Merlot dedicato a Gianni Brera. Da anni fa parte della commissione di degustazione di Bellavista e conduce prove di vinificazione del suo vino preferito, il Pinot Nero in purezza. Nel 1997, le viene affidato dal padre Vittorio Moretti l’intero progetto di Petra, una nuova realtà vitivinicola che il Gruppo Moretti ha acquisito in Toscana. Con la collaborazione del professor Attilio Scienza, Francesca ha seguito il progetto di zonazione dei 300 ettari acquisiti, occupandosi in prima persona della vinificazione di questa realtà che nel 2001 ha già prodotto due vini rossi ed un olio. Nel frattempo ha proseguito i suoi studi per completare la laurea in Viticoltura ed Enologia presso l’Università di Milano. Attualmente ricopre la carica di consigliere nelle aziende del Gruppo Holding Terra Moretti appartenenti al settore vinicolo e dell’industria delle costruzioni, quali Terra Moretti Spa, Soc. agr. Petra srl, Contadi Castaldi srl, Holding Terra Moretti srl e Moretti Spa. È anche vicepresidente di Tmt-Emozioni srl, la società che si occupa della distribuzione dei marchi Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Tenuta La Badiola. È socio titolare della Soc. agr. Bellavista ss, e vicepresidente della Soc. agr. Petra srl, della quale segue anche la direzione.
testo di Laura Di Teodoro
Citazione Il vino è la poesia della terra Di Mario Soldati Link utili www.terramoretti.it