Questione di carattere
La nuova prestigiosa linea di sigari Davidoff in onore del più illustre fumatore di tutti i tempi, Winston Churchill
di Mario Alberto Catarozzo
Il carattere o le competenze, qual è la dote più importante nella vita? Per Winston Churchill non vi erano dubbi, il carattere certamente! Nel suo discorso alla Camera dei Comuni il 19 settembre 1950, a guerra ormai conclusa, Churchill sa che è tempo di guardare avanti e di lasciare il suo segno negli anni a venire ponendo le basi per la costruzione dell’Europa post bellica. E’ un ricordo ancora recente la conferenza di Jalta (1945), in cui Churchill, Roosevelt e Stalin gettano i semi dell’Europa moderna, e la nascita della NATO (1949). L’ormai settantaseienne statista inglese pronuncia uno dei suoi tanti discorsi rimasti storici “The first duty of a university is to teach wisdom, not a trade; character, not a technicalities”. Carattere, dunque, non competenze; questo deve trasmettere in primis un percorso formativo ai giovani, futuri regnanti, politici, manager. In una versione cinematografica più edulcorata e meno eroica della realtà post bellica, se vogliamo, sarà il grande Al Pacino nei panni del colonnello Frank Slade (Scent of a Woman, 1992) nella sua accorata arringa difensiva del liceale Cherlie Simms, studente della Baird School di Boston, a difendere il carattere di un uomo, di un politico, di un grande manager. Il carattere, qualità che permette di uscire dalla “lunga fila grigia degli uomini potenti ma la cui anima è stata venduta” – dirà il colonnello Slade – cieco, ma che un tempo vedeva e “ha visto”, ha visto che “non esistono protesi per un’anima mozzata”. Churchill non farà mai parte di quella lunga linea di uomini grigi e non per le sue competenze, di cui non era in età giovanile particolarmente ricco, ma per il suo carattere. Politico, oratore, scrittore, pittore, l’aristocratico Sir Winston Churchill dedicò tutta la sua vita alla ricerca del meglio, in tutto ciò che faceva. Perfino quando decise di raccontare la guerra che lo aveva visto protagonista lo fece a modo suo, al meglio, tanto da meritarsi il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 per la ciclopica opera di ricostruzione degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale (The Second World War). Elegante, edonista, esigente amava lo champagne e il wisky al malto e, sopra ogni cosa, i sigari, passione nata all’Havana all’età di 21 anni e mai abbandonata. Difficile vederlo senza un buon sigaro acceso tra le dita, suo tratto distintivo. Non è il caso che quello stile e quel carattere si perdano nel tempo, deve aver pensato il nipote Winston S. Churchill quando nel 2005 decise di trasferire alla Oettinger Davidoff Group i diritti per la produzione e la distribuzione di una nuova linea di sigari. Saranno i “Winston Churchill Cigars”. L’idea dei discendenti di Churchill era quella di far rivivere la passione dell’illustre antenato in una nuova linea di sigari che ne portasse oltre al nome e allo stemma di famiglia il carattere, lo stile e l’eleganza. Individuata nella Davidoff l’azienda che avrebbe garantito un prodotto di così alta qualità e di eccellente manifattura, l’anno successivo a Londra viene siglato l’accordo: è la Davidoff ad avere l’onore e il privilegio di produrre sigari con il nome del più illustre fumatore di tutti i tempi. Detto fatto. Passate le consegne ad uno dei geni dei nostri tempi in materia di sigari, il maker of Davidoff cigars, il dominicano Henky Kelner, ecco nel 2007 materializzarsi 4 moduli a comporre la nuova linea: un Churchill (Blenheim), un Corona Extra (Chequers), un Robusto (No. 10) e un Toro (Marrakesh), commercializzati in Italia dalla primavera dell’anno successivo. Anche i nomi prescelti per questi sigari dal carattere vigoroso e dall’aroma intenso escono dalle classiche logiche del settore e, con un segno di ulteriore novità, si ispirano ai luoghi che ebbero particolare rilevanza nella vita dello statista inglese. Blenheim Palace è il castello, ora monumentale residenza di campagna inglese, situata nei pressi di Woodstock, nello Oxfordshire, dove vide la luce l’illustre statista e dove si sposò. Unica residenza non episcopale d’Inghilterra a beneficiare del titolo di “palazzo”, dal 1987 è stata dichiarata “patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO”. Chequers Court, a Ellesborough, nella contea di Buckinghamshire è dal 1921 la residenza di campagna del Primo Ministro inglese. Churchill la utilizzò nei suoi momenti di relax, con la famiglia, dove nel silenzio della campagna inglese amava trascorrere il tempo giocando a croquet e a bézique, il suo gioco di carte preferito. Dal 1730 è Downing Street N. 10 la residenza londinese del Primo Ministro. “N. 10” è sinonimo di potere nel Regno Unito, centro nevralgico del governo inglese a pochi passi dal Parlamento è un edificio sobrio nei tratti architettonici in perfetto stile giacobino. Costretto a trasferirsi sotto i bombardamenti tedeschi che infiammarono Londra alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Churchill continuò nonostante ciò a recarsi al N. 10 per prendere decisioni. Da ultimo Marrakesh, un formato Toro. Il nome è evidentemente ispirato alla città marocchina di cui Churchill ebbe tutta la vita una particolare preferenza per il clima mite che permetteva di fuggire ai rigidi inverni inglesi. Non solo. La particolare posizione ai piedi della catena montuosa dell’Atlante e la latitudine ispirarono molte opere letterarie dell’illustre statista, letteralmente ammaliato dalla morbida luce che ne avvolgeva i paesaggi. È qui, non a caso, che dipinse uno dei suoi quadri più famosi “Vista su Tinherir”. Materia prima e manifattura al top per questa linea, ovviamente. Il blend utilizzato per la miscela annovera i migliori tabacchi selezionati dalle piantagioni della Repubblica Dominicana (piantagione di Villa Gonzalez), del Perù, del Nicaragua e dell’Ecuador. Tutti tabacchi con origine da sementi cubane. Il risultato non poteva che essere eccellente: sigari corposi, destinati agli aficionados amanti degli aromi complessi e dei moduli importanti. La fascia cresciuta al sole ecuadoregno assicura a questa linea la tipica colorazione maduro, un abito scuro, da sera, smoking, da fumata appunto, proprio come amava l’elegante statista inglese. La denominazione del formato è riportata su una delle due anilla che avvolgono ciascun sigaro, mentre sulla seconda è riprodotto lo stemma della famiglia Churchill. Eleganti anche le scatole di legno (materiale non più utilizzato in casa Davidoff orientata verso materiali più funzionali e moderni) che accolgono serie di 25 sigari, mentre gli astucci si fermano a 4.