Lombardia: i marchi storici sfidano la crisi
L'antidoto alla crisi è nei marchi che hanno fatto la storia dell'imprenditoria lombarda. Alla Lombardia va infatti il primato delle realtà più antiche con oltre duemila imprese storiche, un terzo del totale del Belpaese. Commercio e manifatturiero sono i settori che soppravvivono con maggior tenacia alla globalizzazione.
La sfida contro la crisi? In Lombardia parte dal rilancio delle attività locali. Con oltre duemila imprese storiche attive, più di un terzo del totale italiano, la nostra regione sopravvive alla globalizzazione conservando e difendendo un patrimonio che risale a secoli fa. All'area lombarda va infatti il primato delle realtà più antiche: dalla pavese Coccoina alla Pasta del Capitano, prodotta ancora oggi dalla milanese Ciccarelli, dalla cedrata Tassoni al torrone Sperlari. Un primato che, come rilevato da un'inchiesta pubblicata nei giorni scorsi sulle pagine de "Il Sole 24 ore", non fa altro che confermare la vocazione imprenditoriale del territorio lombardo, capace di far convivere innovazione e tradizione: non è quindi un caso se le imprese storiche radicate sul nostro territorio sono oltre un terzo del totale italiano che oggi conta 6.141 realtà iscritte agli albi camerali di appartenenza.
Manifatturiero e commercio al primo posto
Ad andare forte sono soprattutto il manifatturiero e il commercio che contano rispettivamente 593 (oltre il 28 per cento del totale) e 522 (più del 25 per cento) di imprese. Ma se la cavano bene anche il settore dei servizi alle imprese con più del 24 per cento e gli alberghi e i ristoranti che resistono nel tempo con una percentuale del 6,9 per cento. Oltre la metà dei marchi storici – tra cui impossibile non citare la spuma Spumador, prodotta dal 1938 con ricetta segreta negli stabilimenti in provincia di Como – si concentra nella provincia di Milano ch registra 1.180 attività, quasi il 60 per cento del totale lombardo. Seguono Varese con 318 imprese, Como con 145 aziende e Bergamo che con 108 aziende si attesta ad una percentuale dell'1,8 per cento. Nei posti più bassi dell classifica, con meno di cento aziende, si piazzano Cremona (79), Lecco (65), Brescia (55) e Pavia, con 50 realtà attive.
I negozi storici
Una ricchezza impenditoriale che include anche gli oltre 500 negozi storici censiti della Regione Lombardia e suddivisi per importanza decrescente fra quelli di rilievo regionale, di interesse locale e di storica attività. Per ognuno di essi vale la prima registrazione documentata all'anagrafe commerciale. L'esercizio in cima alla lista è l'Antica Locanda del Bissone a Cremona: un locale storico, nato nel 1600, che può vantare tra i suoi clienti Giuseppe Verdi. Segue la farmacia De Paoli, a Salò, nel Bresciano, che si piazza la secondo posto della lista stilata dalla Regione, la quale, dopo la guida Touring realizzata nel 2006, sta studiando nuove iniziative di valorizzazione.
Dalla Camera di Commercio un albo
Di fronte ad un patrimonio storico di queste dimensioni la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha recentemente istituito un albo in cui compaiono le aziende che hanno almeno soffiato sulle cinquanta candeline. Tra queste se ne contano almeno 27 centenarie, a cui verranno dedicate iniziative specifiche tra cui una guida e un bando con fondi ad hoc: spiccano la Agostoni di Lissone che dal 1820 produce mobili su misura e la Janeke di Veduggio con Colzano, avviata nel 1830 per la fabbricazione di pettini e oggi specializzata in spazzole, specchi e beauty case. Ma la valorizzazione dei marchi storici non si ferma qui: anzi, è lo spirito che anima il premio "I grandi marchi della grande Milano", che nella prima edizione ha visto salire sul podio la A2A, la società nata dalla fusione tra la milanese Aem e la bresciana Asm.