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Giancarlo Dallera: Se la crisi diventa opportunità

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Seconda parte dello speciale di B&G dedicato a Confindustria. A parlare in un’intervista esclusiva è Giancarlo Dallera, presidente di Confindustria Brescia che traccia un quadro sul futuro dell’economia lombarda

Speciale “Confindustria” – Parte seconda

Cambi al vertice per le quattro associazioni industriali territoriali di Bergamo, Brescia, Milano e Monza e Brianza. A meno di 100 giorni dall’insediamento dei nuovi presidenti di Confi ndustria Bergamo, Assolombarda, Associazione Industriali Brescia e Confi ndustria Monza e Brianza, i nuovi presidenti Carlo Mazzoleni, Giancarlo Dallera, Alberto Meomartini e Renato Cerioli, tracciano un primo bilancio alla luce della crisi fi nanziaria ed economica e presentano le previsioni per l’autunno.
Come stanno andando questi suoi primi cento giorni di Presidenza?
Il mandato di questa Presidenza ha avuto inizio in un momento congiunturale particolarmente difficile. Malgrado alcuni timidi segnali di miglioramento, la situazione resta ancora complessa, specialmente per le piccole imprese, che ad Aib chiedono sostegno e interventi concreti sul territorio per far fronte alla crisi. Un sostegno che io e la mia squadra, formata da imprenditori di grande esperienza, non faremo mai mancare.

Quali sono le priorità del suo programma?
Anzitutto, vista anche la difficile congiuntura, intendo mostrare la massima disponibilità al confronto con tutti gli interlocutori del nostro territorio, istituzioni pubbliche ed economiche, società civile, organizzazioni sindacali. Un altro aspetto sempre in primo piano sarà la formazione, soprattutto quella di carattere tecnico e professionale, tema al quale, con lungimiranza, da molti anni l’Associazione riserva un’attenzione particolare. Molto impegno infine sui fronti del credito, dell’innovazione e dei processi di internazionalizzazione.

Qual è l’attuale situazione delle aziende bresciane?
La fase più critica della crisi sembra superata, ma resta il fatto che il nostro sistema industriale è stato colpito molto duramente dalla recessione internazionale. E non possiamo certo aspettarci un recupero in tempi brevi. Al contrario, infatti, la ripresa sarà lunga e molto probabilmente dovremo attendere diversi anni per tornare ai livelli di produzione e fatturato del 2007.

Quali saranno le principali criticità che si troveranno ad affrontare le imprese in autunno?
Molte aziende saranno costrette ad affrontare processi di riorganizzazione industriale e una diminuzione dei livelli produttivi. Potrebbe poi peggiorare la già grave situazione finanziaria delle imprese a causa della riduzione del fatturato, dell’allungamento dei tempi di incasso dei crediti e della stretta creditizia da parte degli istituti bancari. Un problema che oltretutto ha un impatto negativo sull’occupazione, in quanto le difficoltà in cui versano diverse imprese e la conseguente necessità di interventi di ristrutturazione comporteranno riduzioni della forza lavoro.

Lei ha più volte parlato della necessità di trasformare “questa emergenza in un’opportunità”. Come?
Penso che una fase di crisi rappresenti prima di tutto un’opportunità per le imprese per diventare più efficienti e competitive sui nuovi mercati che si apriranno al momento della ripresa. Ma la recessione rappresenta anche un’occasione anche per il governo che ora ha la possibilità per attuare quelle riforme strutturali ormai non più rinviabili, che consentiranno al nostro Paese di agganciare la ripresa in maniera più solida.

La sua pluriennale esperienza e attività imprenditoriale unita alla vicepresidenza in AIB e in Federmeccanica le hanno permesso di conoscere da vicino i problemi dei lavoratori. Ad oggi quali sono le emergenze da affrontare?
A mio avviso, le priorità consistono nel proseguire sul percorso di modernizzazione del sistema legislativo che regola il mercato del lavoro e che ancora oggi presenta alcune rigidità; nel defi nire nuove politiche attive per i lavoratori; una effi cace riforma degli ammortizzatori sociali che consenta una reale copertura per tutti i lavoratori, una riduzione decisa del costo del lavoro. In particolare ritengo non più rinviabile una drastica diminuzione o addirittura l’eliminazione dell’IRAP, nonché una detassazione del lavoro dipendente. Non dimentichiamoci inoltre della riforma del sistema pensionistico. Sul fronte salariale, infine, è necessario spostare progressivamente il baricentro retributivo a livello aziendale, basandosi sul grado di efficienza, produttività e redditività di ciascuna realtà industriale.

Cosa devono fare le imprese e soprattutto gli imprenditori per mantenere la fiducia e l’ottimismo?
Devono continuare a fare bene il loro mestiere, cercando in ogni modo di salvaguardare le loro aziende e i posti di lavoro e tentando di tradurre la forzata pausa produttiva in investimento sul futuro, grazie alla sinergia tra ammortizzatori sociali e formazione professionale finanziata. Sul punto, devo dire che purtroppo gli strumenti a disposizione spesso rimandano solo il problema e non aiutano le aziende a tornare competitive, né ad accrescere l’ “occupabilità” dei lavoratori. Ecco perché, come dicevo, abbiamo bisogno di politiche attive, di un sistema più dinamico, che aiuti i lavoratori a transitare da un posto di lavoro all’altro, senza far loro mancare un adeguato sostegno al reddito, e dotato di supporti formativi e di orientamento.

Internazionalizzazione e innovazione rappresentano due leve indispensabili per il rilancio dell’economia… come vi muoverete su questi due fronti?
Per la prima, auspichiamo che il governo riveda al rialzo i fondi previsti con la legge 295/73, che regola da qui al 2011 le risorse cui attingono i diversi provvedimenti a sostegno dell’internazionalizzazione. La manovra d’estate ha infatti ridotto drasticamente i fondi di questa legge. AIB è poi molto impegnata con iniziative e accordi per agevolare la partecipazione delle imprese, soprattutto piccole e medie, alle missioni imprenditoriali che Confindustria organizza in Paesi con grandi opportunità di sviluppo. Venendo all’innovazione, ricordo alcune iniziative molto concrete come il contributo economico alle nostre imprese per la preparazione delle proposte nell’ambito dei bandi europei, nonché il sostegno al Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico (CSMT) di Brescia, nel quale siamo fortemente impegnati anche dal punto di vista finanziario, che sul territorio svolge una funzione di intermediario tra le imprese e l’Università al fine di avvicinare domanda e offerta di ricerca e innovazione. Al livello nazionale, inoltre, auspichiamo che prosegua il sostegno a “Industria 2015”, attraverso il rifinanziamento dei progetti già avviati.

Quali sono ad oggi le priorità per Brescia, partendo dalle infrastrutture?
Lo scorso luglio è stata finalmente posata la prima pietra dell’autostrada Brebemi, un’opera che riteniamo essenziale per il territorio e per la quale AIB si batteva ormai da molti anni. Brebemi a parte, a Brescia resta ancora molto da fare per lo sviluppo infrastrutturale. Da troppo tempo si parla dell’autostrada della Valtrompia, un’altra opera fondamentale da realizzare al più presto. Negli ultimi anni, AIB è impegnata direttamente per la gestione bresciana dell’aeroporto di Montichiari, uno scalo con notevoli potenzialità di crescita, che fi no ad ora non sono state colte. Chiudo ricordando un’altra sfida che vede AIB in prima linea: lo sviluppo dello scalo ferroviario della “Piccola Velocità”, una grande occasione per dare a Brescia, uno scalo intermodale moderno ed efficiente.

Expo 2015. Un obiettivo diventato ormai una sfida e un’occasione da cogliere per uscire in piedi da questa crisi. Come si muoverà Brescia?
Non c’è dubbio che Expo 2015 rappresenti un’occasione unica di sviluppo per il Paese, per l’intera regione e, quindi, anche per il nostro territorio, a cominciare dalle infrastrutture. A livello locale, c’è piena sintonia con le istituzioni e i numerosi attori coinvolti nella pianificazione di una manifestazione di questa portata. Aggiungo anche che la nostra Associazione partecipa attivamente, già da ora, a tutti i tavoli di lavoro e alle iniziative promosse in sede confindustriale sotto la guida di Diana Bracco.

Un appello agli imprenditori…
In questa fase così delicata, non posso che ripetere l’appello rivolto a tutti i colleghi imprenditori nel corso dell’ultima assemblea generale dell’Associazione. Dobbiamo continuare a lottare per il bene dello sviluppo con coraggio e senza cedimenti nei confronti di chi nel nostro Paese parla di declino dell’industria.

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