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Fare squadra, la vera sfida delle aziende lombarde

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Parola di Alberto Barcella, neopresidente di Confindustria Lombardia, che sottolinea l’importanza di fare sistema e di camminare lungo la strada della competitività attraverso innovazione, qualità e internazionalizzazione

Una nuova sfida da vincere nel segno dell’innovazione e della coesione. Una sfida rivolta alle 15mila imprese lombarde da Alberto Barcella, nuovo presidente di Confindustria Lombardia per il quadriennio 2009-2013. Consapevole del periodo delicato e delle difficoltà economiche che molte aziende stanno attraversando, Barcella chiede agli imprenditori lombardi di continuare a camminare sulla strada della competitività, dell’internazionalizzazione e dell’innovazione di idee e prodotti per “non tornare indietro”.
Nel giro di pochi mesi è passato dalla presidenza di Confindustria Bergamo a Confindustria Lombardia in un periodo difficile per l’economia lombarda. Come affronta questa sfida?
Con un forte spirito di servizio nei confronti degli associati, con pazienza, in un momento difficile come questo, con l’obiettivo di riuscire a rappresentare nel miglior modo possibile gli interessi della categoria. Arrivo alla presidenza di Confindustria Lombardia nel periodo peggiore. Siamo tutti chiamati, istituzioni e società, a lavorare nella direzione di una maggiore coesione per cogliere tutte le opportunità e le occasioni di una possibile crescita. Perché questo si realizzi è necessario che tutti si rendano conto che i tempi di ripresa saranno lunghi, che saranno necessari sacrifici da parte del sistema industriale ma non solo. Questi sacrifici infatti dovranno essere supportati dal sistema creditizio che non dovrà far mancare il credito alle aziende che, seppure in difficoltà, hanno una prospettiva di uscita. Purtroppo i lavoratori pagheranno un prezzo molto alto in tutta questa vicenda perché mentre si prospettano deboli segnali di ripresa, alcune aziende sono obbligate ad adeguare il proprio organico e la propria struttura a una situazione di mercato instabile.

Il tessuto imprenditoriale ed economico lombardo è costituito soprattutto da piccole e medie imprese. Una caratteristica che ha permesso a questa regione di crescere negli anni ma che oggi, alla luce della crisi, potrebbe rappresentare un freno….
Una volta si diceva che “piccolo è bello” oggi si tende a dire che essere troppo piccoli non permette di cogliere le sfide lanciate dall’economia globale. Non tutte le aziende sono condannate a crescere ma è fuori dubbio che quanti vogliono cimentarsi sul mercato globale, non volendosi accontentare di condizioni di nicchia marginali, devono avere una dimensione critica sufficiente per mirare a innovazione e internazionalizzazione. Senza giocare sul mercato mondiale e senza la possibilità di investire in innovazione (di prodotto, di processo e di approccio nei mercati, di servizi nei confronti dei clienti), non può esistere competizione. Viviamo in un mondo in cui si sono affacciati competitor estremamente agguerriti perché arrivano da situazioni di disagio economico. Gianfelice Rocca, vicepresidente di Confindustria, li chiama “concorrenti che hanno la pancia vuota” e per questo motivo si presentano sul mercato con una maggior aggressività in termini di prezzi e idee, disponibilità al cambiamento e al sacrificio. Noi abbiamo la pancia piena grazie soprattutto ai nostri padri e ai nostri nonni ma adesso dobbiamo essere consapevoli del fatto che determinati standard di benessere vanno mantenuti e non dati per scontati. Per mantenerli dobbiamo dare qualcosa di più, essere più competitivi e innovativi altrimenti siamo destinati a morire.

Dare qualcosa di più significa anche rischiare di più. Quanto la componente del rischio viene considerata dal mondo imprenditoriale?
Chi gestisce un’impresa è spesso chiamato ad affrontare sfide quotidiane per garantire la sopravvivenza della propria azienda. Questo comporta la capacità di riuscire ad anticipare il movimento della società. Si tratta di un rischio che deve essere corso perché non esiste nulla di sicuro. Naturalmente in un contesto come quello odierno si tratta di un rischio molto più alto. Proprio per questo motivo non è sufficiente che a rischiare siano solo gli imprenditori; la stessa società deve fare la sua parte cercando di essere meno “conservativa”.

Quali saranno i punti principali del suo programma?
Un’associazione come Confindustria Lombardia si pone come obiettivo principale l’interlocuzione con l’ente Regione Lombardia. Ci occuperemo delle tematiche di competenza della Regione: infrastrutture, politiche della formazione, aspetti di carattere ambientale ed energetico e questioni legate al lavoro e welfare. È prioritario il tema di Expo 2015, centrale per Milano e per la Lombardia. Confindustria deve guardare con molta attenzione quello che si sta costruendo per l’esposizione del 2015, soprattutto alla luce delle ricadute che questo può avere per il territorio e per ambiti come il turismo.

Uno dei nodi cruciali sarà sicuramente quello delle infrastrutture, dalle strade agli aeroporti. Come si muoverà?
Le infrastrutture sono indispensabili per restare in un’economia globale. Spesso l’impegno e i sacrifici messi in campo dagli imprenditori per la competitività delle proprie aziende non sono sufficienti se al di fuori ci sono diseconomie che rallentano e rendono più difficile il lavoro, tra queste va considerato il tema delle infrastrutture e della mobilità. Ci sono una serie di opere che sono all’inizio della realizzazione o in avanzata fase di progettazione, mi riferisco a BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale esterna di Milano. Non solo, c’è un’altra questione che sarà affrontata da Confindustria Lombardia, si tratta degli aeroporti. Sul territorio abbiamo scali quali Malpensa, Linate, Orio al Serio a Bergamo e Montichiari. Non possiamo non considerare anche gli aeroporti oltre il confine lombardo, vedi Verona, Torino e Venezia. È indispensabile un coordinamento tra tutte queste realtà perché, soprattutto per gli aeroporti, ci vuole una politica di maggior respiro.

Oltre alla Regione Lombardia, come si porrà nei confronti dei sindacati?
Le tematiche sindacali non sono di stretta competenza delle federazioni regionali se non per quanto riguarda tematiche legate al welfare. Il dialogo sarà comunque aperto con tutti, anche con i sindacati. Il nostro compito è quello di fare sintesi tra le varie territoriali per far emergere un’unica voce dell’imprenditoria lombarda. Dobbiamo salvaguardare gli interessi delle nostre imprese ed essere portatori delle loro necessità nei confronti del nostro sistema, dei cittadini e delle istituzioni.

Quale obiettivo si pone per questo suo nuovo mandato?
Costruire una certa continuità rispetto alla mia precedente azione in Confindustria Bergamo, lavorando per una coesione tra forze sociali della nostra regione e per mettere in atto un cambiamento del sistema. Nel caso specifico, reagire alla crisi. Oggi non riusciamo probabilmente a renderci conto della portata di questa crisi, lo capiremo solo tra qualche anno quando la guarderemo in una prospettiva storica. Per riuscire ad affrontare questa grande sfida dobbiamo essere compatti, non dobbiamo assolutamente litigare tra di noi, un vizio che ci trasciniamo da troppo tempo. I politici molto spesso perdono di vista le questioni essenziali e sprecano un sacco di energia in uno sterile conflitto partitico.

Lei ha portato questo principio della coesione nel progetto Valle Seriana. Un progetto che può essere esportato anche in altre realtà a livello lombardo?
Il progetto Valle Seriana è attuabile se esistono le condizioni territoriali di un sentire comune. Non ho l’ambizione così alta di riuscire a realizzare questo modello anche in Lombardia. Ma cercherò sicuramente di dare il mio contributo affinché ci possa essere una crescita culturale verso una condivisione di interessi, stemperando eventuali contrapposizioni e facendo in modo di alzare lo sguardo verso i veri problemi. Cercherò di difendere gli interessi delle imprese e di chi vi lavora. Se salviamo le imprese magari trasformandole, riplasmandole continueremo a dare un contributo fondamentale alla ricchezza economica e sociale di questa regione. La Lombardia può avere un ruolo di laboratorio dove sperimentare collaborazioni e iniziative che possono diventare un modello per tutto il Paese.

Il tema della formazione rappresenta un’altra sfida per aziende e imprenditori che sono chiamati a dotarsi di nuovi strumenti e idee. Come affrontarla?
L’innovazione nasce dalla conoscenza. La scuola e la formazione in senso lato sono fondamentali soprattutto per la riqualificazione di chi esce dal mondo produttivo perché non più adeguato alle richieste. In futuro ogni Paese potrà essere considerato economicamente forte solo se saprà essere innovativo e sarà in grado di trasferire le idee tramite le imprese sulla società. La formazione è un problema fondamentale per il benessere di un paese

Assemblea generale di Confindustria Bergamo 
L’assemblea generale di Confindustria Bergamo che si è tenuta lo scorso 21 settembre ha visto la partecipazione del Presidente di Confi ndustria, Emma Marcegaglia. Nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato tra gli altri, il Presidente di Confindustria Bergamo, Carlo Mazzoleni, Alberto Bombassei, Vice Presidente di Confindustria; Raff aele Bonanni, Segretario Nazionale della CISL, Carlo Dell’Aringa, Professore ordinario dell’Università cattolica di Milano, Marcello De Cecco, Professore ordinario della Scuola Normale Superiore di Pisa, Luigi Abete, Presidente di Assonime, Corrado Faissola, Presidente dell’ABI, lo stesso Mazzoleni ha posto l’accento sulla necessità di “osare, sperimentare e chiamare a raccolta il territorio” per reagire alla crisi. Nella sua relazione introduttiva, il presidente di Confindustria Bergamo ha ricordato l’impegno dell’associazione nel mettere in campo iniziative riguardanti soprattutto il credito alle imprese e ha sottolineato le possibilità offerte dal progetto di rilancio della Valle Seriana. Da parte sua la Marcegaglia ha evidenziato la necessità di una maggior collaborazione tra parti sociali e governo chiedendo, soprattutto, ‘’attenzione agli ammortizzatori sociali, alla decontribuzione dei salari e a un’ulteriore detassazione del secondo livello. Il credito di impresa per la ricerca non puo’ essere bloccato e il credito di imposta per il sud

Assemblea generale imprenditori di Monza e Brianza
Oltre mille persone hanno assistito lunedì 12 ottobre, all’Assemblea generale dell’Associazione Imprenditori di Monza e Brianza, alla quale sono intervenuti: il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi; il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia; il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Hanno svolto inoltre un intervento di saluto il Presidente di Confindustria Lombardia, Giuseppe Fontana e gli esponenti delle istituzioni locali. I lavori sono stati aperti dalla relazione del Presidente di Confindustria Monza e Brianza, Renato Cerioli. Nell’ambito dell’Assemblea, sono stati attribuiti i consueti riconoscimenti agli imprenditori associati. Le medaglie d’oro al merito industriale sono state attribuite a: Luigi Maggioni, Unimec spa di Usmate; Bruno Marchetti, CBM srl di Carugate; Laura Missaglia, SCOB srl Lissone; Martino Zanotta, Zanotta spa Nova Milanese; Roberto Colombo, ACSM-AGAM spa Monza. Il Premio alla longevità imprenditoriale è stato attribuito a: Boldrocchi srl per il Centenario di fondazione, a Canali spa, Fedeli Luigi & Figlio srl per il 75° e Sacma Limbiate spa per i 70 anni dalla fondazione.