Imprese lombarde: tarocchi e contraffazione fanno perdere quasi 10 miliardi di euro
“Made in Italy” da difendere per il 99% degli imprenditori italiani, soprattutto attraverso tracciabilità del prodotto e maggiori controlli. E in Lombardia ammontano ad oltre 1,5 miliardi di euro all’anno gli investimenti in innovazione attraverso la registrazione di marchi e brevetti
Le imprese italiane investono in un anno in innovazione, attraverso la registrazione di invenzioni, marchi e brevetti oltre 7,5 miliardi di euro. Un patrimonio di idee a rischio di imitazioni illecite: complessivamente contraffazioni, copie pirata e prodotti taroccati costano alle imprese italiane quasi 50 miliardi di euro all’anno, vale a dire circa 16 mila euro a impresa. Un danno economico che tocca nel nostro Paese, direttamente o indirettamente, circa la metà delle imprese e che si ripercuote soprattutto in Lombardia, dove gli imprenditori perdono annualmente, a causa della contraffazione, quasi 10 miliardi di euro. Perdite che fanno ritenere la difesa del “Made in Italy” una priorità dalla quasi totalità degli imprenditori italiani (99,4%), una difesa da attuare attraverso azioni mirate quali la tracciabilità del prodotto (75,9%), maggiori controlli (52,6%) e l’etichetta obbligatoria (38,3%). E la maggioranza degli italiani (94,8%) è convinta che il “Made in Italy” debba essere rigoroso, vale a dire debba prevedere sia l’ideazione che il confezionamento in Italia. E’ quanto emerge da una stima e dalla indagine “Oltre il Made in Italy”, condotte dall’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza.
“La contraffazione – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – e, più in generale l’abusivismo, non provocano soltanto un danno economico ma rappresentano un problema sociale sempre più preoccupante. Occorre un’alleanza sulla qualità che parta dai produttori, coinvolga i distributori e arrivi fino ai consumatori. Come Camera di commercio siamo impegnati nel rafforzare il Made in Italy, e nel caso specifico il Made in Brianza, attraverso iniziative specifiche, come il passaporto del mobile, che promuovano l’intera filiera, dalle materie prime al design, e con i controlli di qualità che svolgiamo quotidianamente sui prodotti non a norma.”
E di Made in Italy, proprietà intellettuale e contraffazione si è parlato oggi durante il convegno “Oltre il Made in Italy. Proprietà intellettuale valore aggiunto per il sistema Italia: marchi, brevetti, modelli, contraffazione e Made in”, che si è tenuto oggi a Monza presso l’Hotel de la Ville, dove sono intervenuti, fra gli altri, il Ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi, Margot Froehlinger della Commissione Europea, il Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza Carlo Edoardo Valli.
Il passaporto del mobile nasce da una collaborazione tra Camera di commercio di Monza e Brianza e Politecnico di Milano: un’iniziativa a salvaguardia del made in Italy nel settore del legno – arredo. Il passaporto del mobile, il “documento” di tracciabilità completa, racconterà l’intera filiera del prodotto: la provenienza, la qualità e la natura delle materie prime, nonché la loro eco sostenibilità; l’identità dei designer; i brevetti utilizzati; i luoghi, le modalità e la qualità della realizzazione dei prodotti; fino alla responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e dei consumatori.
I risultati dell’indagine in Italia
Che cosa è il “Made in Italy”? Per la maggioranza degli imprenditori italiani (57,8%) il “Made in Italy” rappresenta i prodotti fabbricati in Italia, quindi è riconosciuto come l’espressione dello stile italiano (24,3%) e come garanzia di qualità (17,9%). Ed è proprio la qualità l’elemento che caratterizza il “made in Italy” per il 69,5% degli imprenditori italiani, seguita dall’eleganza e dalla bellezza. La difesa del Made in Italy La difesa del “Made in Italy” è considerata una priorità dalla quasi totalità degli imprenditori italiani (99,4%), una difesa da attuare attraverso azioni mirate quali la tracciabilità del prodotto (75,9%), maggiori controlli (52,6%) e l’etichetta obbligatoria (38,3%). E il 94,8% degli italiani sono convinti che il “Made in Italy” debba essere rigoroso, vale a dire debba prevedere sia l’ideazione che il confezionamento in Italia.
I risultati dell’indagine in Lombardia
In Lombardia le perdite economiche causate dalla contraffazione sono stimate in quasi 10 miliardi di Euro, distribuiti tra le imprese milanesi (oltre 3 miliardi di Euro), bresciane (oltre 1 miliardo e mezzo di Euro), bergamasche (quasi 900 milioni), varesotte (oltre 800 milioni) e brianzole (quasi 700 milioni). Prodotti contraffatti e copie pirata che imitano illegalmente invenzioni, marchi e brevetti, per i quali le imprese lombarde investono in un anno quasi 1.600.000.000 Euro, distribuiti tra le imprese milanesi (671 milioni di Euro), bresciane (224 milioni), bergamasche (199 milioni), brianzole (124 milioni) e varesotte (oltre 110 milioni).
Che cosa è il “Made in Italy”? Per la maggioranza degli imprenditori lombardi (58,9%) il “Made in Italy” rappresenta i prodotti fabbricati in Italia, quindi è riconosciuto come l’espressione dello stile italiano (23,8%) e come garanzia di qualità (17,3%). Ed è proprio la qualità l’elemento che caratterizza il “made in Italy” per il 69,2% degli imprenditori lombardi, seguita dall’eleganza e dalla bellezza.
La difesa del Made in Italy La difesa del “Made in Italy” è considerata una priorità dalla quasi totalità degli imprenditori lombardi (99,5%), una difesa da attuare attraverso azioni mirate quali la tracciabilità del prodotto (75,4%), maggiori controlli (52,8%) e l’etichetta obbligatoria (37,9%). E il 94,5% dei lombardi sono convinti che il “Made in Italy” debba essere rigoroso, vale a dire debba prevedere sia l’ideazione che il confezionamento in Italia.