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Imprenditori a Milano, trenta storie di ripresa

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Dalla capacità innovativa all’esercizio anche fisico, con la prontezza di passare dagli pneumatici alle scarpe su misura. I trenta casi di successo raccolti nel volume “Imprenditori”, che sarà presentato oggi in Camera di Commercio

C’è il figlio del commerciante che rientrato a Milano dopo le persecuzioni razziali si è inventato la controstagionalità, passando dal commercio di guanti, adatto all’inverno, a quello dei costumi da bagno, l’editrice specializzata in letterature nordiche, l’imprenditrice che dalla finanza è passata alle terme e poi agli asili nido e quello che ha trasformato l’azienda di frigoriferi per pellicce in un caveau per opere d’arte. Ma anche l’imprenditore che esercita volontà e capacità di sacrificio con la maratona ed il triathlon e quello che ai pneumatici ha aggiunto la passione per la vendita di scarpe su misura.

Sono alcuni dei protagonisti che hanno raccontato la loro storia, le loro passioni e la loro idea dell’essere imprenditori oggi a Milano.
Il libro: oggi la presentazione. Storie di milanesi, storie di donne ed uomini imprenditori, sono quelle che racconta il volume “Imprenditori”, promosso dal Servizio Studi della Camera di commercio di Milano e che sarà presentato oggi a Milano, a Palazzo Giureconsulti, in Camera di commercio alle ore 17. Trenta le storie raccolte per dare una risposta alle domande su chi diventa imprenditore e perché.

Le imprese milanesi
Tra 1996 e 2008 il numero di imprese attive nella provincia di Milano cresce del 21,17%, molto più della popolazione residente che aumenta del 6,23% (medie nazionali del 12,29% e 5,48%). Ma diminuisce l’età media degli amministratori, quelli con età compresa tra 18 e 29 passano dal 4,98% al 3,14%, quelli con età compresa tra 30 e 49 anni dal 42,96% al 40,90%, quelli tra i 50 e i 69 anni dal 40,01% al 39,25%. Aumentano invece gli over 70, dall’11,03% al 16,08%.
I commenti. Imprenditori a Milano: autonomi, pragmatici, razionali, spesso umoristici e ironici, attaccati alla famiglia, creativi, spirituali anche se non sempre religiosi. In molti casi ispirati da una figura di esempio anche se non tutti. Per alcuni è importante essere stati autonomi perché “La fortuna di non aver avuto un maestro è che se avevi un cattivo maestro diventavi cattivo tu”. E attivi, nella vita di impresa come in quella personale, con l’hobby di sport che richiedono forte autodisciplina e che per molti diventa passione per la corsa o la maratona. Pieni di energia, impiegata nei viaggi, nella conoscenza di sé o nello studio delle sacre scritture, e con un concetto personale di integrità che si declina magari nel guardare sempre la gente negli occhi perché “quelli che hai davanti sono persone, non nemici”. Ma anche responsabili perché nonostante i consigli dei collaboratori, in ultima istanza, sono soltanto loro a decidere.

La ricetta del successo
La certezza è che non esistono ingredienti sicuri. Per alcuni “l’imprenditore deve avere una missione, la capacità di guardare le cose più da lontano, intuizione e capacità di sintesi e una bella dose di umiltà perché se si è troppo autoreferenziali si corre il rischio di avere pochi confronti e troppe convinzioni”. Ma bisogna anche essere attenti al cambiamento perché va bene programmare ma a volte i cambiamenti si possono solo seguire, il futuro è imprevedibile. L’attività d’impresa, infatti, è basata non su certezze ma sul calcolo delle probabilità. Rivendicando per se stessi la libertà non solo di fare ma anche di attribuire ordine alle priorità, per non dover rendere conto a nessuno “gli altri mi bloccano le idee, io devo fare l’imprenditore per avere le mie, per essere libero di poter agire”. E se ci si fa consigliare dai collaboratori, in ultima istanza “sono io che decido”. Imprenditori per scelta, tradizione familiare, a volte coincidenza o fortuna, ma sempre spinti dalla curiosità.

“Le storie di aziende che oggi raccontiamo sono un pezzo della storia sociale del territorio milanese – ha dichiarato Antonio Pastore, consigliere della Camera di commercio di Milano -. La storia di Milano è infatti spesso storia di imprenditori, dei grandi come dei piccoli. Si tratta di persone comuni che si dedicano ad attività comuni ma che condividono lo stesso spirito di imprenditorialità, che significa anche capacità di reagire alle difficoltà e di adattarsi ai cambiamenti, guardando sempre avanti. Principi validi sempre e ancora di più in un momento di difficoltà come quello attuale”.