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Economia/Imprese

Manager, sempre più interessati alla continuità professionale

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Esistono valide integrazioni alla buonuscita in caso di riduzione del personale; la ricerca OD&M Consulting e DBM Italia condotta su 1.400 dirigenti italiani rivela apprezzamento e ricorso crescente alla continuità professionale (outplacement), anche da parte dei manager laziali

Un manager su tre ritiene ritiene poco sicuro il proprio lavoro in un arco temporale di cinque anni, un manager su due si ritiene poco tutelato dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro nel caso di un eventuale processo di riduzione del personale e l’80% ritiene abbastanza o molto difficile trovare una nuova occupazione nei prossimi sei mesi sulla base delle sole competenze ed esperienze maturate o della rete di contatti personali.

In questo quadro – che riflette anche lo shock dei quasi 30 mila manager fuorusciti dal mercato del lavoro negli ultimi tre-quattro anni – è positiva, invece, la percezione di utilità di servizi come la continuità professionale (5,80 punti su una scala di gradimento da 0 a 10) nel supporto alla ricerca di nuove opportunità lavorative e nelle fasi propedeutiche a tale ricerca (dalla stesura del bilancio delle competenze alla gestione del colloquio, al coaching) e sembra essere valutata in misura ancora maggiore (5,95 punti) quando si tratta di supporto allo sviluppo di carriera, in particolare nella fase di definizione del bilancio di competenze. Il 40% degli intervistati ritiene, inoltre, la propria azienda disponibile ad offrire percorsi di outplacement alle risorse in esubero, in caso sia costretta ad operazioni di riduzione del personale. Questi alcuni dei principali risultati della survey “I manager e la continuità professionale” presentati oggi nel corso dell’omonimo convegno organizzato da DBM Italia e OD&M Consulting con il patrocinio di Gi Group Academy, AIDP Lazio e FederManager Roma per dibattere sui nuovi servizi a supporto del reinserimento dei dirigenti nel mercato del lavoro. “La perdita del lavoro è sempre un evento traumatico, anche per i dirigenti; la continuità professionale è un servizio che potrebbe essere definito oggi di in-placement e che per questo, viene sempre più apprezzato sia da parte dei professionisti che dalle aziende – precisa Gianfranco Sarti, direttore generale di DBM Italia – tra l’altro anche nella fase più dura della crisi la continuità professionale ha confermato la sua validità e i tempi di ricollocazione sono aumentati mediamente solo di circa un mese rispetto al 2008; nel Lazio DBM ha ricollocato 100 dirigenti nel 2009 con una percentuale di successo pari al 94% in circa 5,8 mesi, tempo addirittura inferiore alla media nazionale”.

In particolare, tra i servizi delle società di continuità professionale più apprezzati da parte dei dirigenti in testa vi è il supporto nella ricerca di nuove posizioni (7,31 punti), seguito da quello per la stesura del bilancio di competenze (6,34 punti) e dall’aiuto per la preparazione del curriculum e la gestione dei colloqui (6 punti circa).
Rispetto ai dati nazionali, i manager del Lazio riconoscono valore leggermente inferiore ai servizi di continuità professionale nel supporto alla ricollocazione (5,77 punti contro i 5,80 della media italiana), mentre valore leggermente superiore ai servizi per lo sviluppo della carriera (5,99 punti rispetto ai 5,95 punti della media nazionale). “I manager sono vittime di un ciclo professionale corto che va dai 35 ai 45 anni; il tema cruciale per loro è la rigenerazione rapida delle competenze in un processo di apprendimento continuo, fase decisiva dei servizi di continuità professionale – commenta Mario Vavassori, amministratore delegato di OD&M Consulting- Rispetto a coloro che ne hanno usufruito, i manager maggiormente soddisfatti sono coloro che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro a causa dell’età (Over 40) e che pertanto riconoscono al servizio (valori sopra il 5) la capacità di supportarli soprattutto nelle fasi preparatorie alla ricerca di una nuova opportunità lavorativa, e allo sviluppo di carriera, mentre sono più critici rispetto al supporto nella ricerca di posizioni e all’inserimento (valori sotto il 5)”.

L’indagine su “I Manager e la Continuità Professionale” si è concentrata su 4 aree tematiche:
I Manager e il Mercato del Lavoro, per valutare la facilità o meno di trovare una nuova occupazione in base alle competenze ed esperienze maturate e alla rete di contatti,
I Manager e l’Azienda, rispetto alla sicurezza dell’attuale posto di lavoro e alla disponibilità della propria azienda ad offrire il servizio di Continuità Professionale e al grado di tutela percepito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro,
I Manager e la Continuità Professionale, in termini di Utilità Percepita rispetto alle esperienze altrui
I Manager e la Continuità Professionale, in termini di Valore Aggiunto Attribuito, in base a esperienza diretta o di conoscenti

Al questionario hanno partecipato 1.402 Dirigenti, dei quali 419 (circa il 30%) ha affermato di aver usufruito o di conoscere persone che hanno usufruito del servizio di Continuità Professionale.