I giovani italiani fanno gli imprenditori
I giovani italiani e il lavoro? Oggi per gli under 30 meglio essere imprenditori di se stessi. I giovani con una propria attività considerano il lavoro come una modalità di realizzazione (91%) e una fonte di successo (80,6%), contro rispettivamente l’86,6% e il 70,4% di chi ha un contratto a tempo indeterminato.
Riguardo alle azioni da intraprendere, secondo gli under 30 italiani, per migliorare specificamente la condizione delle nuove generazioni, la priorità è l’occupazione in generale (47,8%). Gli investimenti per ricerca e innovazione assieme a quelli di incentivo all’imprenditoria giovanile arrivano complessivamente al 18,9%. Segue la necessità di miglior raccordo tra istruzione e mercato del lavoro (18,3%). Gli interventi di sostegno al reddito sono l’azione principale da intraprendere solo per il 5,6% degli intervistati. E in Lombardia? Potendo scegliere 2 giovani lombardi su 5 vorrebbero un lavoro autonomo. Il posto fisso resta la prospettiva “solo” per 1 su 4. Che lavorare “in proprio” sia una scelta, e non solo una necessità dettata dalle difficoltà occupazionali che il Paese sta vivendo, è confermato dagli alti tassi di soddisfazione che i giovani lavoratori autonomi hanno in relazione a differenti aspetti connessi alla qualità del lavoro. In particolare, si sentono più realizzati rispetto a chi lavora per altri (91% contro l’87,2% di chi ha un contratto a tempo indeterminato e il 75,9% di chi ha un’occupazione a tempo determinato) e 2 su 3 riescono a svolgere un lavoro coerente con il proprio percorso di studio (per chi è dipendente si scende a 1 su 2).
Sono alcune delle anticipazioni del primo rapporto “L’impresa dei giovani in Italia e in Lombardia. Attori, valori e sfide tra tradizione e cambiamento”, promosso dalla Camera di commercio di Monza e Brianza e realizzato dall‘Istituto Giuseppe Toniolo, presentatoi presso la sede della Camera di commercio di Monza e Brianza da Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Alessandro Rosina professore di Demografia e Statistica sociale dell’Università Cattolica di Milano e direttore L.S.A., Mauro Migliavacca ricercatore di Sociologia economica dell’Università degli Studi di Genova, Fabio Introini e Cristina Pasqualini ricercatori di Sociologia generale dell’Università Cattolica di Milano.
“Da tempo sostengo la necessità di intervenire a supporto dei giovani per favorire l’occupazione giovanile e il fare impresa, consapevoli del fatto che un Paese che non investe sulle nuove generazioni è un Paese senza futuro. Per queste ragioni abbiamo chiesto all’Istituto Toniolo di fornirci una chiave di lettura di una realtà complessa e in continuo mutamento – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – Il tema del lavoro rimane il tema principale quando parliamo di giovani. E’ allarmante che il tasso di disoccupazione giovanile in Brianza raggiunga il 22,6%. Eppure dalla ricerca emerge che i giovani guardano al futuro comunque con speranza. I ventenni italiani non appaiono passivi e rassegnati, sono ben consapevoli delle difficoltà, ma non sono per nulla rinunciatari, sanno di essere una ricchezza per il Paese.”
Secondo il dottor Mauro Migliavacca “Il quadro che emerge dall’analisi sul rapporto tra giovani e lavoro, ci rimanda l’immagine di una generazione che, nonostante la crisi, nonostante la mancata crescita economica degli ultimi anni, nonostante lo scarso investimento fatto sui giovani in termini di politiche pubbliche, crede in una possibilità di riscatto e vede nel lavoro il mezzo attraverso cui garantirsi questo riscatto. Per fare questo occorrono politiche mirate e necessarie coperture finanziarie”.
“La cultura del fare impresa – sottolinea il professor Alessandro Rosina – tra i coordinatori dell’indagine – va promossa maggiormente fin dagli ultimi anni delle scuole superiori, in modo da far diventare concreta la disponibilità a mettersi in gioco con le proprie idee e la propria intraprendenza – di diventare attori positivi del proprio futuro – che emerge dai dati dell’Indagine dell’Istituto Toniolo”.
Il focus sui giovani lombardi.
Potendo scegliere 2 giovani lombardi su 5 vorrebbero un lavoro autonomo. Il posto fisso resta la prospettiva “solo” per 1 su 4. Che lavorare “in proprio” sia una scelta, e non solo una necessità dettata dalle difficoltà occupazionali che il Paese sta vivendo, è confermato dagli alti tassi di soddisfazione che i giovani lavoratori autonomi hanno in relazione a differenti aspetti connessi alla qualità del lavoro. In particolare, si sentono più realizzati rispetto a chi lavora per altri (91% contro l’87,2% di chi ha un contratto a tempo indeterminato e il 75,9% di chi ha un’occupazione a tempo determinato) e 2 su 3 riescono a svolgere un lavoro coerente con il proprio percorso di studio (per chi è dipendente si scende a 1 su 2). Gli under 30 con una propria attività considerano il lavoro come una modalità di realizzazione (92,4%) e una fonte di successo (79,5%), contro rispettivamente l’86,7% e il 70,2% di chi ha un contratto a tempo indeterminato. Nella percezione dei giovani lombardi, il lavoro autonomo, rispetto a quello dipendente, consente di perseguire meglio i propri obiettivi (81,3%), di gestire meglio i propri tempi (90,3%), di incrementare di più le entrate (72,3%). Certo, lavorare in proprio offre meno stabilità (solo il 13,2% considera maggiore la stabilità di chi lavora in proprio rispetto a chi ha un contratto alle dipendenze). Sono alcune delle anticipazioni del primo rapporto “L’impresa dei giovani in Italia e in Lombardia. Attori, valori e sfide tra tradizione e cambiamento”, promosso dalla Camera di commercio di Monza e Brianza e realizzato dall’Istituto Giuseppe Toniolo.
Le imprese under 35 In Italia le imprese giovanili rappresentano il 10,6% del totale delle imprese attive. La crisi ha colpito anche i giovani che fanno impresa: nell’ultimo anno le imprese under 35 sono diminuite del -4,6%. Stessa variazione per il dato lombardo (-4,7%) mentre a Monza e Brianza il dato si attesta a -5,7%, con un peso delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive pari al 9,4%. Emerge da elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.